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- 11/7/2023
Cronache orientanti: Irene e il paradosso del gelato
Non sempre l’aumento delle opzioni di scelta favorisce la presa di decisione. La storia di Irene ci racconta come l’orientamento sia un processo che può educare alla scelta. A cura di Fausto Sana, Orientatore Asnor.
La storia di Irene
Vi è mai capitato di entrare in una gelateria e vedere esposti numerosi gusti? In quel momento, di fronte al paradiso del gelato non sapete cosa rispondere alla semplice domanda del gelataio: che gusto desidera? Irene ha 19 anni. L’incontro all’informa giovani è avvenuto dopo aver ricevuto una mail con la richiesta di un appuntamento per capire meglio cosa fare dopo le scuole superiori.
Al colloquio si presenta una ragazza solare, sorridente e pacata nei modi, che nei primi dieci minuti, in risposta alla domanda “in cosa posso esserti utile?” delinea una fase di transizione nella scelta.
Al termine del liceo artistico, dopo i toolkit svolti per 3 diverse facoltà, ha deciso di frequentare il corso di laurea in Psicologia della Comunicazione alla Bicocca di Milano con l’obiettivo di apprendere le conoscenze e competenze relative alle strategie di comunicazione e vendita per il settore aziendale.
A distanza di pochi mesi, Irene racconta che i primi esami le hanno fatto capire che la scelta intrapresa precedentemente non era coerente con le proprie aspettative. A gennaio, dopo la prima sessione d’esame e alcuni esami superati con successo, ottiene un contratto come assistente di sala in un cinema multisala ma capisce che la strada intrapresa non la porta dove vuole, non si sente soddisfatta.
Alcuni mesi di stop ai box per capire quale strategia adottare la fanno sentire ferma e un'amica, Silvia, interviene suggerendogli di contattare l'informa giovani nella definizione di nuovi obiettivi e per affrontare questa situazione di stasi. Precedentemente, Silvia aveva beneficiato di una consulenza individuale.
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Le domande aperte e il suo bisogno orientativo
Il colloquio procede con alcune domande per conoscere Irene e permettere a lei di connettersi con la sua storia:
- quali sono gli aspetti dello studio che ti hanno motivato a scegliere quel percorso di studio?
- quali competenze vuoi acquisire nella formazione post-diploma?
- hai un'idea di professione?
- quali sono i tuoi interessi e passioni?
Le domande aperte sono sempre preziose nel primo colloquio perché permettono all’Orientatore di esplorare e approfondire la fase che la persona sta attraversando e il suo grado di consapevolezza e formulazione di sé e degli obiettivi.
Dal racconto di Irene emergono i primi aspetti relativi alla metafora del gelato. Le scelte intraprese precedentemente sono state spesso influenzate e abitate da figure esterne.
Credo che sia capitato anche a voi di entrare in gelateria e vedere una bambina scegliere il gelato e di osservare la madre alle sue spalle attenta a non far allungare la fila dei clienti. Ad un certo punto, di fronte all’indecisione nella scelta della figlia, la madre prende la parola per dire “prendi la fragola che ti piace tanto. L’ultima volta ti è piaciuta.”.
Vi siete mai chiesti cosa accade nella bambina? Non sappiamo se Irene di fronte ai numerosi gusti di gelato o di fronte alle scelte e alle fasi di transizione si sia trovata più o meno nella stessa situazione descritta, di certo dal suo racconto si deduce che nei momenti salienti di decisione l’intervento di persone di riferimento hanno sbloccato la situazione non permettendo un allenamento personale.
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Valorizzare gli interessi e l’esperienza
La seconda parte del colloquio prosegue approfondendo gli interessi e le abilità che Irene ha maturato e dal racconto emerge una forte passione e connessione con l’arte, lo spettacolo ed i nuovi media. Il tempo a disposizione sta per terminare e allora suggerisco a Irene, se è d’accordo, di proseguire il confronto la volta successiva e l’invito ad approfondire due siti: uno per approfondire la formazione terziaria e uno per approfondire la dimensione delle professioni. L’appuntamento è per la settimana successiva.
Esplorare, conoscere e valutare
Irene si presenta al secondo incontro puntuale con il tablet e ora, oltre che il sorriso sul volto, percepisco in lei qualcosa di nuovo.
Esordisco con una semplice domanda: “cosa hai approfondito di interessante?” Irene accende lo schermo del tablet e mi presenta il lavoro svolto. Ha evidenziato e preso appunti inerenti alle professioni e relativi percorsi di formazione e sul foglio digitale si notano i numerosi appunti ed evidenziature.
Ascolto con attenzione ciò che sta presentando e noto maggior consapevolezza in lei. Il lavoro di ricerca di informazioni che mostra è chiaro e ordinato, si notano gli appunti e i criteri che Irene si è data nell’ipotizzare il proprio career project. Ascolto con attenzione e, a termine del suo intervento, le chiedo: quali sono i criteri decisivi per scegliere cosa studiare?
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Scegliere e decidere: i criteri decisivi della consapevolezza
Irene si ferma. La osservo, è concentrata nel guardare i propri appunti e pensare alle proprie ipotesi. Mi risponde che questa è la sua più grande difficoltà.
In contropiede le dico che questa è la sua grande opportunità. È l’occasione per lei di “uscire dalla prigione mentale” legata alle scelte facendo emergere ciò che la rende unica ed allenando in lei i criteri di scelta ed imparando a governarli. La rendo consapevole specificando la differenza tra scegliere e prendere una decisione ricordandole che scegliere significa optare per una direzione o un altra, mentre prendere una decisione significa intraprendere una direzione.
La vedo meno tesa sul volto ed allora le domando: di cosa hai bisogno ora per poter prendere una decisione? Risponde che avrebbe bisogno di due cose: approfondire meglio il percorso di studio e conoscere chi lo ha già percorso. Traduco le sue parole con la strategia degli open day e dell’incontrare studenti e/o professionisti del settore ed insieme a lei stendiamo una scaletta di domande da porre all’open day ed a chi potrà incontrare in carne ed ossa.
Ci salutiamo per il terzo e ultimo incontro. Nell’accompagnarla fuori dall’ufficio le chiedo com'è andato l’incontro di oggi e mi risponde che è stata tosto ma utile, mi dice che si sente con un peso in meno. La ringrazio e le ricordo che ci vediamo tra quattro settimane dopo i tre open day a cui ha deciso di partecipare e che abbiamo visionato nell’ultima parte del colloquio.
Conclusioni: il tempo e la scelta
Sono passati quasi due mesi da quando Irene mi ha scritto la prima volta. Su WhatsApp trovo un suo messaggio: “ho alcuni minuti di ritardo ma ci sono! Ho novità da raccontarti!”. Oggi Irene non è solo sorridente, è entusiasta. Mi presenta l’esito degli open day, gli aspetti decisivi per ogni corso visionato e i suggerimenti personali offerti dagli studenti e professionisti incontrati. Le faccio i miei complimenti per l’intenso lavoro di ricerca e di continuo paragone e non rimane che chiederle che cosa ha scelto. Mi guarda sorridente e mi dice: non cosa ho scelto ma come ho scelto!
Devo dire che questa volta il gusto di gelato ha lasciato il posto alla consapevolezza che in tutte le gelaterie ci sono numerosi gusti di gelati, ma a noi interessa solo quello che ci piace o che è in grado di corrispondere ai nostri desideri, quindi il miglior gelato è quello che siamo in grado si assaporare.
Qui i link suggeriti a Irene: