Sabato 23 Novembre 2024

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  • 22/3/2023

Dalla Scuola all'Università: perché è importante fare orientamento

L’accompagnamento degli studenti in una delle scelte più importanti della loro vita dovrebbe essere maggiormente avvertito nelle menti dei referenti per l’orientamento e non dovrebbe essere considerato come un disturbo, come una attività alla quale dover per forza adempiere in maniera del tutto superficiale e controproducente. A cura di Marco Federico Guarnieri, Orientatore Asnor, Direttore di Unicollege SSML Mantova.

Iscriversi all’Università: le difficoltà di scelta

Avere diciotto anni presenta innumerevoli vantaggi: chi non vorrebbe tornare a quell’età spensierata in cui tutto sembra perfetto? In cui sembra che la giovinezza non debba mai svanire e i problemi più grandi consistono nella necessità di studiare in vista di una imminente interrogazione di diritto o verifica di matematica?

Anche a diciotto anni ci sono, però, i primi importanti ostacoli da superare. Una delle maggiori difficoltà che i discenti affrontano in quinta superiore è certamente la scelta del percorso universitario da intraprendere una volta superato lo scoglio della maturità.

Molti di loro decidono di iscriversi all’università solo in prossimità dell’inizio dell’anno accademico. I motivi possono essere i più disparati: la voglia di passare un’estate senza pensieri, la necessità di riposare dopo un quinto anno trascorso con la grande preoccupazione dell’esame di stato, la naturale tendenza a procrastinare e a rimandare la decisione con l’idea che l’illuminazione arriverà in automatico.

Niente di più sbagliato. Una scelta fatta all’ultimo minuto non è certamente una decisione ponderata. Si tratta di una strada che viene intrapresa in maniera avventata, senza riflessione e senza la giusta comparazione tra pro e contro.

L’abbandono degli studi in Italia e il ruolo dell’orientamento in uscita dalle scuole superiori

I più recenti dati Eurostat ci mostrano che l’Italia è al penultimo posto nell’Unione Europea per numero di laureati. Le cause hanno certamente radici in terreni diversi, molti dei quali non verranno discussi qui.

In qualità di Direttore della Didattica e responsabile dell’orientamento di un Istituto Universitario, mi sono tuttavia reso conto che molte di queste difficoltà potrebbero essere, se non risolte, quantomeno ridotte partendo a monte.

Pensiamo al classico esempio delle scuole italiane: quante volte capita di chiamare gli istituti superiori e non riuscire a parlare con un referente per l’orientamento in uscita che si rende sempre irreperibile? Quante volte mi sento dire che l’istituto superiore non organizza eventi di orientamento per gli studenti perché “noi ci limitiamo a raccogliere il materiale e metterlo su un banchetto all’ingresso a disposizione degli interessati”? In questo modo la futura classe lavorativa italiana viene abbandonata a se stessa.

Un caso emblematico che racconto spesso è questo: in un noto liceo lombardo, il referente perl’orientamento in uscita annulla un evento di orientamento perché su cento studenti, sparsi tra le varie classi quinte, solo quattro hanno deciso di partecipare. In questa circostanza, ho cercato di spiegare al professore, si nega a questi studenti in difficoltà nella scelta dell’università un valido aiuto che possa eliminare loro qualche dubbio.

Come possiamo pensare di formare medici, ingegneri, avvocati, commercialisti o interpreti se non illustriamo loro le differenze tra le varie professioni? Perché dobbiamo poi stupirci se le scarse immatricolazioni o le alte percentuali di rinunce al primo anno di Università sono così larghe da collocare l’Italia tra gli ultimi Paesi dell’Unione Europea?

Una sensibilizzazione sull’importanza dell’orientamento

A mio parere, bisognerebbe intervenire con un massiccio intervento di sensibilizzazione sull’importanza dell’orientamento da svolgere a scuola, rivolto proprio ai docenti delle scuole superiori.

Questi ultimi dovrebbero rendersi conto dell’importanza di una valida e continua attività di orientamento. L’accompagnamento degli studenti in una delle scelte più importanti della loro vita dovrebbe essere maggiormente avvertito nelle menti dei referenti per l’orientamento e non dovrebbe essere considerato come un disturbo, come una attività alla quale dover per forza adempiere in maniera del tutto superficiale e controproducente.

Non c’è niente di più bello nel nostro lavoro di Orientatori che essere di aiuto in una scelta che per l’orientato sembrava impossibile da prendere. La Career Guidance deve rappresentare per gli operatori una vera e propria missione volta alla soddisfazione della persona che chiede aiuto.

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Marco Federico Guarnieri

Marco Federico Guarnieri

Orientatore Asnor

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