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- 14/2/2023
Chi è e quanto guadagna un Orientatore
“Quanto guadagna un Orientatore? La risposta a questa domanda non è semplice e in realtà è una domanda secondaria quando si parla di orientamento. A cura di Dario Madeddu, Orientatore Asnor.
Chi è l’Orientatore
L’orientamento oggi, così come mi piace definirlo, è una “super scienza sociale”, cioè un’attività che si porta dentro e combina tutte le scienze sociali. È ovvio che ogni Orientatore, però, non può né saperle utilizzare tutte con pari competenza, né utilizzarle tutte contemporaneamente nel proprio lavoro e non può neppure utilizzarle tutte allo stesso modo con tutti i clienti/utenti. Deve conoscerle tutte il più possibile, saperle mixare e selezionare il mix adatto per intervenire sul suo target e con il tipo di orientamento che intende svolgere.
Se pensiamo alla storia dell’orientamento e alla sua evoluzione, infatti, ci è facile comprendere quanto quella parte psicologica che prima lo caratterizzava - e all’inizio della sua storia era preminente - oggi, e soprattutto per alcuni lavori che un Orientatore può svolgere, sia pari e alcune volte molto inferiore rispetto alle altre scienze sociali che l’orientamento contiene.
Alla luce di ciò, non saprei definire altrimenti l’Orientatore se non come un professionista in grado di utilizzare le scienze sociali per garantire un approccio olistico verso la persona che affronta problemi orientativi, cioè problemi che riguardano scelte e modalità in cui affrontarle.
L’Orientatore pone la persona, nella sua interezza, al centro di un processo complesso di crescita e sviluppo di conoscenze, abilità e competenze che lo rendano autonomo nelle scelte che affronta. In questo approccio olistico rientrano oggi anche le competenze in comunicazione che l’Orientatore deve possedere. Orientare implica un processo di crescita e apprendimento continuo che avviene in ogni attività che si svolge. Senza tenere a mente questo principio fondamentale, non può esistere orientamento e non esistono orientatori.
L’apprendimento lungo tutto l’arco della vita è fondante per l’orientamento e per la figura dell’Orientatore.
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Dove lavora e quanto guadagna un Orientatore
Ora, proviamo a comprendere dove può lavorare un Orientatore e quanto guadagna.
Il settore della formazione professionale
In questo settore, l’Orientatore può essere inserito nell’organico del personale delle agenzie formative e degli enti di formazione; potrà essere impiegato in diverse attività: dalla progettazione dei percorsi formativi al tutoraggio, fino al coordinamento degli stessi. Può svolgere in modo collaterale o preminente - a seconda della dimensione dell’organizzazione nella quale è inserito - attività di orientamento in ingresso, in itinere o in uscita dei partecipanti ai percorsi formativi, sia in modalità one to one che in gruppo. L’Orientatore può essere inserito nei processi di certificazione delle competenze e nei Servizi per il Lavoro che molte agenzie svolgono.
Qualora fosse un freelance con o senza partita IVA, può prestare la sua opera come consulente nelle stesse attività che sopra ho descritto o può svolgere attività di docenza su differenti materie a seconda della sua formazione.
La sua RAL, se inserito come dipendente, e in ogni caso non con un livello da direttore, è stabilita dal Contratto Collettivo utilizzato - in genere quello della Formazione Professionale - dal suo ruolo e dal suo grado di seniority. Se così avviene, si partirà da circa 1.250 € mensili a inizio carriera e nei livelli più bassi, per arrivare a circa 1.900/2.000 € per inquadramenti di maggiore responsabilità e con maggiore esperienza.
Differente la situazione nel caso in cui lavori come libero professionista. Potrebbe stabilire un compenso per ogni consegna (progetto / attività svolta) o per ogni ora di insegnamento o consulenza svolta. La variabilità è massima e dipende anche dai fondi - privati o pubblici - utilizzati nelle attività in cui viene coinvolto.
Il settore delle Agenzie per il Lavoro
In genere l’Orientatore che lavora in questo settore può essere impiegato in differenti ruoli, dalla selezione fino alla gestione dei contratti in somministrazione; potrebbe anche dirigere la filiale e svolgere attività di orientamento per gli interessati che si rivolgono alla filiale, ma potrebbe anche essere impiegato in percorsi di formazione e orientamento che la stessa svolge.
La RAL non differisce molto da quella di chi opera come dipendente nel settore della formazione professionale. Quando inserito nelle piccole agenzie e in filiali con pochi dipendenti, sarà più complesso crescere, a meno che non si venga inseriti nella direzione - della multinazionale o dell’azienda madre - che gestisce le filiali sul territorio.
Il pubblico impiego, l’istruzione scolastica e universitaria
In questi settori, tralasciando le Istituzioni private che operano nell’Istruzione, la RAL è facilmente individuabile nei Contratti Collettivi, il ruolo, o meglio ancora l’attività dell’Orientatore, però, è davvero fondamentale. Nell’ambito del pubblico impego, la RAL dipenderà dall’inquadramento nel quale è inserito l’Orientatore e dal fatto che sia un dipendente di amministrazioni periferiche o statali. Nei Centri per L’Impiego è quasi sempre presente un Orientatore, anche se per alcune attività specifiche, l’orientamento può essere affidato e appaltato all’esterno.
Nella Pubblica Amministrazione, regionale o ministeriale, l’Orientatore può partecipare in differenti modalità a progetti di orientamento e formazione, sia di soggetti esterni, sia del personale interno.
Nella Scuola, la sua formazione gli consentirà di utilizzare la didattica orientativa, stili e modalità orientanti di intervento e di essere incaricato della funzione strumentale di referente dell’orientamento nell’istituto.
Nell’Università, la situazione varia molto. Un docente che è Orientatore potrebbe occuparsi degli insegnamenti relativi, essere impegnato, inoltre, in una spin-off universitaria che si occupa di orientamento o di altri servizi per il lavoro. Per gli impiegati dell’ufficio orientamento delle università, invece, potrebbero vigere i contratti collettivi del personale amministrativo del settore, ma gli stessi servizi di orientamento possono essere affidati a cooperative esterne con una variabilità dei compensi ampia e molto differente a seconda dell’appalto e del servizio prestato.
La libera professione
Per quanto riguarda l’Orientatore libero professionista, saranno lui e il mercato a stabilire i possibili compensi. Per poter dare un consiglio ai colleghi più giovani o che da poco si sono approcciati alle attività di orientamento, un percorso svolto da privati ha una tariffa oraria che varia sia in dipendenza del territorio che dell’esigenza che lo stesso professionista ha in base alla sua esperienza. Di fondamentale importanza, quindi, saranno le attività di marketing che svolgerà e il passaparola tra clienti. Diciamo che il ranking varia dai 30 € all’ora fino a cifre di circa 60/80 € l’ora. La tariffazione potrà avvenire anche per servizio e non per ora/lavoro.
Tenete conto, però, che per un ingresso migliore nel mercato, dovrete specializzarvi solo in alcuni servizi e su un target specifico. Difficilmente si riuscirà a svolgere costantemente un servizio generale di orientamento per tutti i target e offrendo tutti i servizi.
A migliorare il vostro compenso annuale potrebbero essere utili attività di docenza o consulenza nei differenti settori che ho elencato sopra. In ogni caso, valutate l’apertura del vostro Centro di Orientamento, Valutazione e Career Guidance Asnor. Potreste così differenziare target e servizi. Infine, cercate di lavorare con altri Orientatori, perché farlo vi consentirà di crescere e migliorare costantemente. Non solo, sarà più facile far proprio l’approccio olistico richiesto dalla disciplina.
Un consiglio per tutti gli Orientatori
Come è comprensibile, tutti noi, oggi, con il nostro lavoro e a prescindere da quello che è il nostro personale ricavo monetario, non stiamo scrivendo l’approdo di una disciplina. La stiamo creando e la stiamo rendendo ciò che sarà domani. Se ci apriamo al confronto costante tra di noi, se facciamo nostro e in pieno il Codice di condotta, il guadagno non sarà mai monetario. Sarà sempre e comunque un investimento per il futuro, il migliore investimento che potremmo fare, per il futuro nostro e dell’orientamento.