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- 8/7/2025
Body shaming: cos'è e perché viene istituita una giornata nazionale
Una data per promuovere il rispetto e contrastare le discriminazioni legate all’aspetto fisico. Il body shaming è un fenomeno in crescita, specialmente tra gli studenti delle scuole superiori, ed è spesso amplificato dai social media e da standard estetici irrealistici.
Il 25 giugno 2025, l’Aula della Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità la proposta di legge che istituisce la Giornata nazionale contro il body shaming, fissandola al 16 maggio di ogni anno. L’obiettivo della legge è promuovere ogni iniziativa utile a prevenire e contrastare le condotte offensive e denigratorie legate all’aspetto fisico delle persone, con particolare attenzione ai contesti educativi, digitali e sociali.
In questo articolo scoprirai:
- Cos’è il body shaming e come riconoscerlo nella vita quotidiana
- Quali sono le conseguenze psicologiche del body shaming sugli adolescenti
- Come difendersi dal body shaming: consigli pratici e supporto psicologico
- La Giornata nazionale contro il body shaming: obiettivi e iniziative ufficiali
- Perché è importante educare al rispetto del corpo nelle scuole italiane
- Strategie efficaci per prevenire il body shaming nei contesti digitali e social
Che cos'è il body shaming? Definizione e tipologie
Il body shaming è una forma di discriminazione e umiliazione rivolta al corpo altrui, spesso espressa attraverso commenti offensivi, battute, meme o giudizi espliciti. Questo comportamento include commenti inappropriati o dispregiativi sulla taglia o forma del corpo di una persona.
Il body shaming non si limita a criticare chi è in sovrappeso, ma anche chi è sottopeso, e le vittime possono essere di qualsiasi forma e taglia. Anche se detto in tono scherzoso, il body shaming è comunque offensivo.
Significato ed etimologia
Il termine “body shaming” deriva dall’unione di due parole inglesi:
- body = corpo
- shame/shaming = vergogna / far provare vergogna
Letteralmente, significa quindi “far vergognare qualcuno per il suo corpo”. Il concetto è entrato nel linguaggio comune italiano negli ultimi anni, anche grazie a un crescente dibattito pubblico e mediatico.
Il body shaming può riguardare peso, altezza, forma del corpo, colore della pelle, cicatrici, disabilità fisiche, tratti somatici e qualsiasi caratteristica visibile ritenuta “non conforme”.
Tipologie di vittimizzazione
Si tratta di un termine generico che include diverse forme di vittimizzazione, come:
- "fat shaming" (vergogna per l'eccesso di peso);
- "thin shaming" (vergogna per la magrezza);
- "hair shaming" (vergogna per i peli del corpo);
- "skin tone shaming" (discriminazione basata sul colore della pelle).
Il "fat shaming" è il tipo più diffuso di body shaming.
Chi sono le vittime del body shaming e le conseguenze sulla salute mentale
Chiunque può essere vittima di body shaming, ma a essere maggiormente colpiti sono:
- giovani e adolescenti, spesso più esposti a giudizi sui social network;
- donne, in quanto più frequentemente oggetto di critiche estetiche legate al corpo;
- persone in sovrappeso o sottopeso;
- individui con disabilità o caratteristiche fisiche non canoniche;
- persone transgender o non binarie, soggette a body shaming intersezionale.
In particolare, l’impatto sui giovani è profondo e pervasivo: secondo diverse ricerche internazionali (es: Common Sense Media – “Children, Teens, Media, and Body Image” - 2015), già dai 10-12 anni molti ragazzi subiscono pressioni rispetto alla propria immagine corporea, spesso alimentate da immagini ritoccate o filtrate condivise sui social media.
Il body shaming può portare a diversi problemi di salute mentale, come bassa autostima, ansia e sintomi depressivi. Le conseguenze di questi comportamenti possono essere:
- disturbi del comportamento alimentare;
- ansia sociale;
- ritiro dalle attività scolastiche e sportive;
- difficoltà relazionali e calo dell’autostima.
Leggi il nostro contributo sull’Educazione civica
Cosa fare in caso di body shaming: strategie e supporto
Contrastare il body shaming significa intervenire su più livelli, sia individuali che collettivi. Ecco alcune azioni possibili:
- parlarne con un adulto di fiducia, genitore, docente, educatore o orientatore;
- segnalare episodi di hate speech o molestie online sulle piattaforme social o alle autorità competenti;
- educare all’empatia e all’inclusione già nelle scuole, promuovendo il rispetto delle diversità;
- accedere a percorsi di supporto psicologico, per elaborare il disagio e ricostruire l’autostima;
- promuovere modelli corporei positivi e realistici, anche attraverso il linguaggio dei media.
Anche l’orientamento scolastico e professionale può contribuire a costruire una relazione sana con il proprio corpo e con quello degli altri, aiutando ragazze e ragazzi a sviluppare consapevolezza critica, resilienza e senso di appartenenza.
Le iniziative previste per la Giornata nazionale contro il body shaming
In seguito all’approvazione all’unanimità della proposta di legge da parte della Camera dei Deputati, il 16 maggio è stato istituito come Giornata nazionale contro il body shaming. La proposta di legge promuove una serie di azioni concrete a livello nazionale e locale per contrastare ogni forma di denigrazione legata all’aspetto fisico, attraverso iniziative che coinvolgono scuole, enti pubblici, associazioni del Terzo Settore e cittadini.
Cosa prevede la Giornata del 16 maggio
Il testo di legge invita istituzioni e organizzazioni a promuovere, in occasione della Giornata, attività di sensibilizzazione, formazione e riflessione sui temi del rispetto e dell’accettazione corporea.
Tra le iniziative suggerite:
- convegni, eventi e momenti di confronto pubblico, con il coinvolgimento di esperti, medici, psicologi e testimonial;
- attività educative nelle scuole e nei centri di aggregazione giovanile, mirate a informare e responsabilizzare le nuove generazioni;
- campagne di comunicazione social e tradizionali, volte a smontare gli stereotipi fisici e valorizzare la diversità;
- laboratori sul benessere psicofisico, centrati sull’autostima, sull’immagine corporea e sull’inclusione;
- azioni di educazione digitale, per un uso critico e consapevole dei linguaggi e delle immagini online.
L’obiettivo centrale è promuovere l’accettazione del proprio corpo e il rispetto di quello altrui, sviluppando al tempo stesso una coscienza critica verso modelli estetici dannosi, spesso proposti dai media e amplificati dai social network.
Il ruolo centrale della scuola nella lotta al body shaming
Le istituzioni scolastiche, da sempre luoghi privilegiati di crescita e formazione civica, sono chiamate a svolgere un ruolo attivo e progettuale in occasione della Giornata. Come previsto dalla proposta di legge, nel rispetto dell’autonomia scolastica, si potranno realizzare:
- percorsi educativi interdisciplinari sul tema dell’immagine corporea, del rispetto e dell’empatia;
- incontri con orientatori, psicologi ed esperti per aprire spazi di ascolto e riflessione tra pari;
- laboratori espressivi e creativi (teatro, scrittura, video, podcast) che aiutino studentesse e studenti a raccontarsi e valorizzarsi;
- attività con famiglie e comunità educante, per rafforzare il patto educativo e prevenire forme di bullismo e isolamento.
Si tratta di un’occasione preziosa per declinare l’Educazione civica in modo concreto, come previsto dalle Linee guida ministeriali, mettendo al centro i diritti della persona, il contrasto alle disuguaglianze e la costruzione di una cultura del rispetto.
Un linguaggio rispettoso anche nel digitale: come prevenire il body shaming online
Uno dei passaggi più significativi del testo approvato riguarda il mondo digitale: la legge incoraggia l’adozione di comportamenti responsabili e rispettosi anche sulle piattaforme social e negli ambienti digitali.
Durante l’iter parlamentare è stato infatti evidenziato quanto il body shaming si manifesti oggi attraverso commenti, post, meme o contenuti ritoccati che veicolano un’idea distorta del corpo e promuovono la cultura della perfezione.
L’educazione digitale – già oggetto di approfondimento nei percorsi di orientamento e cittadinanza attiva – diventa quindi uno strumento essenziale per:
- decostruire gli ideali estetici irrealistici veicolati da media e influencer;
- prevenire il linguaggio d’odio online e i fenomeni di cyberbullismo;
- promuovere un uso sano e consapevole dei social media, che parta dal riconoscimento di sé e dell’altro.
In questo contesto, l’orientamento può offrire strumenti fondamentali per rafforzare le competenze relazionali e la gestione delle emozioni.