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- 8/1/2024
Cronache orientanti parte 3: Marianna, l'ansia e la scoperta del proprio valore nella scelta
Il percorso di orientamento e di coaching ha permesso a Marianna di fermarsi, guardare la propria ansia, riconoscere le proprie risorse e definire un obiettivo autentico per sé. Per la prima volta è nata in lei l’esigenza di essere protagonista senza timori, valorizzando i propri desideri. A cura di Fausto Sana, Orientatore Asnor, Career Coach under 35.
Marianna è una giovane che chiede un appuntamento per parlare di scelta e di lavoro: è indecisa se scegliere di approfondire la formazione con una laurea magistrale e/o intraprendere un lavoro. Nelle scuole superiori ha conseguito un diploma artistico, si è laureata in Scienze Ambientali ed ha frequentato un corso professionale post-laurea presso un’accademia di sartoria.
L’ansia del tempo
La giovane che oggi incontro sente il tempo che passa e il peso di trovare il proprio solco, ove arare i propri talenti. Alle spalle ha 23 anni, di cui 20 vissuti all’interno di percorsi di formazione e differenti attività nel tempo libero. Oggi fatica a riconoscere dove si trova, si sente bloccata.
Nel primo colloquio, le lacrime accompagnano parole forti come: “non so scegliere, sento solo l’ansia”. Sento che Marianna ha bisogno di tempo, di essere presa per mano ed essere accompagnata a vedere non solo gli insuccessi ma i propri successi e relative risorse. Il primo colloquio è sempre di conoscenza e chiedo a Marianna di presentare i suoi percorsi di formazione e le relative motivazioni ma anche le esperienze extra-formative e/o di lavoro.
Il racconto è serrato. Equitazione, esperienze come animatrice nell’oratorio di paese, lavoro come addetta cinema. Un corso di cinque anni presso un atelier di moda per apprendere la realizzazione di vestiti. Amicizie con compagni di paese, Università e ottima cerchia di relazioni familiari. Eppure sento forte in lei una domanda: dove mi trovo?
Dopo il primo colloquio, propongo di rivederci. Lei accetta con un sospiro di sollievo. Le propongo per la prossima volta di scegliere e di portarmi degli oggetti che per lei sono significativi e che parlano di lei come persona, studente e lavoratrice.
Prima di salutarci, le chiedo come si è trovata nel colloquio. Mentre si asciuga le lacrime, fresche di liberazione, mi guarda sorridente: “ne avevo proprio bisogno, mi sento più libera!”.
Gli incontri di orientamento con Marianna
L’appuntamento è per fine settimana: venerdì mattina. Il citofono suona alle 10:00 precise. Marianna entra sorridente con una borsa voluminosa.
Chiedo come si sente ed il suo volto oggi parla. Percepisco che ha urgenza di raccontarsi e vedo che sul tavolo ripone un erbario costruito a mano, la patente, un book di moda disegnato a mano, foto di amiche in università e del proprio gatto ed anche il peluche dell’infanzia.
Il racconto parte in sordina, ma riesco ad appuntarmi alcuni elementi che provo a restituirle.
“Quello che attraverso questi oggetti mi stai raccontando è la storia di una giovane che ha maturato le capacità di leggere i propri stati d’animo e le proprie emozioni, di sentire l’esigenza di manifestare affetto e relazioni significative, elementi di determinazione nel raggiungere obiettivi ma anche di leadership nell’influenzare i propri legami ed anche di prendersi cura ed impegno nel realizzare i propri progetti”.
Parole semplici per provare ad ancorare fatti a consapevolezze. In silenzio mi guarda e conferma che è così, ho saputo cogliere il punto.
Riporto a lei il tema delle competenze legate alla leadership nel rapporto con le amiche, del decision making nel valutare e poi delineare cosa fare in team, della creatività in merito all’erbario, dell’organizzazione e della gestione del tempo in rapporto agli obiettivi che ha raggiunto in questi tre anni. Infine evidenzio il tema del riconoscimento e dell’autostima in rapporto alle esperienze narrate più volte emerso e visto come tendine d’Achille.
Mentre parlo, più volte, vedo la sua testa muoversi ed acconsentire alle parole; al termine le chiedo un feedback rispetto a ciò che sono riuscito ad ascoltare e sorridente mi dice “sono io!”.
“Marianna: giochiamo?” Mi guarda sorpresa e risponde affermativamente. Sul tavolo dispongo le carte di Dixit e gli chiedo di scegliere le carte in risposta a tre domande:
- cosa desideri ci sia di te nel tuo futuro?
- cosa desideri migliorare di te ora?
- quali sono le tue difficoltà o cosa ora ti blocca?
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Consapevolezza, allenamento, efficacia
Le risposte di Marianna evidenziano molta consapevolezza. In questo nostro secondo incontro, emergono aspetti che nel primo dialogo avevo notato. Ciò che presenta M. sono azioni e fatti ricchi di un vissuto che ha bisogno di essere guardato con la giusta distanza!
Propongo a lei di fermarsi ed individuare tre parole chiavi di ciò che è emerso, scegliamo insieme queste tre parole:
- autonomia
- autostima
- talento
Ascolto e silenzio per lasciare spazio all’inatteso
In questa seconda parte del colloquio, provo a fare uno step significativo e scrivo su fogli diversi queste tre parole e chiedo a lei di individuare azioni concrete che può mettere in atto per allenarsi e guadagnare uno sguardo differente. Nel tempo che ci rimane ci esercitiamo insieme sui primi due fogli.
Le chiedo di proseguire questo lavoro per il prossimo incontro e le propongo un upgrade per il terzo foglio. “Marianna per questo terzo foglio, dopo aver visionato questo video, ti chiedo di scrivere o fare un audio per raccontare fatti, processi ed esperienze che evidenziano le tue piene risorse e la tua piena soddisfazione avendo come orizzonte il tempo formativo, libero e di lavoro”.
Concludo questo nostro secondo ed intenso incontro chiedendogli come si è trovata oggi? “Oggi è stato molto utile e mi è molto piaciuto! Mi sono anche divertita” - rispondo - “Bene, allora la prossima volta sono proprio curioso di vedere cosa accade!Buon weekend!”.
Far emergere le competenze per valutare ciò che voglio essere
Il nostro terzo incontro vuole far emergere le capacità di Marianna nel progettare e nel definire le proprie risorse. Sento che è necessario partire dal collegare l’esperienza ad un riconoscimento distaccato delle proprie abilità.
In questa fase del percorso di orientamento è importante far emergere dall’esperienza elementi che facilitino la progettazione futura. Propongo a M. di approfondire il lavoro delle competenze con l’utilizzo di Sorprendo, una piattaforma utile per far emergere interessi ed abilità per poi in un secondo step paragonare ciò che emerge con professioni e percorsi di formazione.
Al termine del test, Marianna mi dice che mentre rispondeva alle domande l’ansia ha iniziato a farsi sentire. Rispondo dicendo che questa dinamica fa parte della fase a “clessidra” che stiamo attraversando, ora siamo nella strozzatura per poi emergere nel vaso opposto ed osservare ciò a cui abbiamo dato valore.
L’incontro termina con una mia richiesta: “Marianna rileggi l’esito del test e prova a dare un ordine alle professioni che ti propone il software evidenziano le motivazioni che fanno emergere un tuo interesse”.
Le convinzioni limitanti
Il penultimo incontro vede impegnata Marianna nel rileggere le risposte e nel dare una priorità ai propri interessi ed abilità. Affianco a questo lavoro un approfondimento dei valori professionali e personali che la prossima esperienza deve avere perché sia attrattiva e stimolante. Metaforicamente ora stiamo provando ad ossigenare la terra vangando le zolle per poi seminare con nuove energie e risorse.
Mi accorgo verso la fine del colloquio che qualcosa non va. Chiedo dei feedback sul lavoro che stiamo sviluppando e guardandomi Marianna mi domanda se secondo me, per lei, è meglio proseguire lamagistrale o sperimentare un tirocinio lavorativo.
Questa sua domanda diretta non mi coglie impreparato, nei colloqui precedenti mi ero accorto della sua necessità di guida e di essere rassicurata. Le propongo pertanto di rispondere insieme a questa domanda. Le chiedo di riportare su un foglio le ragioni che la portano a fare una o l’altra esperienza, ma le leggeremo nell’ultimo incontro, mentre in questi ultimi minuti le propongo di far emergere le “convinzioni limitanti” che in questo momento la bloccano.
Dopo pochi minuti, sono almeno 5 le convinzioni che mi presenta; dal timore di non concludere alle aspettative inattese di chi le è vicino passando per la procrastinazione. Nuovamente emergono alcune delle sue caratteristiche legate al decision making ma mi accorgo che questa volta c’è anche altro che influenza questo processo. Ne parlo con lei, non è mai semplice in orientamento dialogare sulle proprie debolezze soprattutto se sono strutturali ed intime.
Mentre riformulo le convinzioni limitanti mi accorgo degli occhi lucidi di Marianna e le dico che può esprimere il suo stato d’animo. “Mi sento bloccata, non è la prima volta. Non so cosa fare e non riesco a vedere altro”, mi colpiscono queste sue parole. Lascio alcuni minuti per riprendere il respiro e le propongo di proseguire il lavoro la prossima volta lavorando su quale esperienza risulta significativa per il prossimo anno.
Le priorità per esplorare il proprio valore
Nei giorni precedenti all’ultimo incontro, ritorno spesso a rileggere gli appunti degli incontri ed a pensare al percorso di Marianna.
Ricordo le parole preziose di uno dei miei formatori senior in rapporto alla consulenza in orientamento “Fausto la persona si deve sentire pronta a fare un percorso di orientamento ed in secondo luogo la consulenza potrebbe portare anche ad avere un esito apparentemente banale: consolidare la personale consapevolezza”.
Il lavoro che ho pensato di consolidare nell’ultimo incontro è stato quello di far emergere gli aspetti utili e coerenti con le due opzioni legate alla decisione: laurea magistrale e/o tirocinio nel mercato del lavoro.
Chiedo a Marianna di trascrivere gli elementi relativi alle due scelte e di far emergere per lei gli aspetti di interesse e stimolo. Riporta sul foglio numerosi aspetti e proviamo a leggerli insieme. Al termine chiedo a lei quale delle due esperienze risulta significativa e attrattiva per come si sente ora.
Il dialogo che segue è relativo alle proprie convinzioni ma si fa breccia anche il desiderio di essere formata e di approfondire argomenti interessanti. Con lei rivediamo il piano di studio del corso ed evidenziamo le materie ed i laboratori che sono coerenti con i propri obiettivi. Marianna risulta sollevata, le chiedo cosa è intenzionata a fare ed esprime la volontà di iscriversi alla magistrale.
Conclusioni
Al termine, durante i saluti, mi chiede se nelle prossime settimane, in caso di difficoltà o bisogno, può rivolgersi a noi, le dico di sì. Le propongo di fissare un appuntamento a distanza di settimane ove poter raccontare delle prime settimane di frequenza della laurea magistrale. Ho percepito da lei la necessità di vivere la conclusione della consulenza con uno scivolo. Le faccio in bocca al lupo e la saluto.
Il percorso di consulenza di Marianna è stato ricco di approfondimenti, consapevolezza e emozioni. Progettare le proprie scelte comporta sempre un rischio ed un guardare nel profondo se stessi ed immaginarsi. Tornare bambini per sognare ed anche toccare con i piedi la strada che si è percorsa è sempre un gioco di equilibrio dove paure, stati d’animo, attese influenzano la percezione e offrono la possibilità di far emergere anche il proprio valore. In bocca al lupo Marianna!