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- 8/1/2024
Cronache orientanti parte 2: Monica, l'insuccesso scolastico e il desiderio di formarsi
Monica ha 16 anni. È di origine bangladese. Il suo ingresso all’informagiovani è senza preavviso ma educato. Il citofono suona mentre sono impegnato in un altro colloquio e cortesemente le rispondo di presentarsi dopo 20 minuti. A cura di Fausto Sana, Orientatore Asnor, Orientatore Asnor, Career Coach Under 35.
La ragazza che si presenta ha uno sguardo deciso. Chiede un supporto nella ricerca del lavoro estivo e la zia le ha suggerito di rivolgersi a noi. Per esperienza quando una ragazza minorenne chiede informazioni per cercare un lavoro manifesta spesso l’esigenza di bisogni orientativi paralleli.
Contestualizzazione del bisogno e delle risorse della persona
Il dialogo parte subito in salita per lei: “Posso chiederti come mai cerchi un lavoro per l’estate? Stai studiando? Cosa ne pensano i tuoi genitori di questa tua idea?”. Monica è un fiume in piena, e io fatico a prendere appunti e ad ascoltare questo impeto di vita.
Racconta di essere iscritta al secondo anno di un istituto superiore nel corso amministrazione, finanza e marketing. Il suo interesse è legato al mondo della vendita. Chiede un lavoro estivo perché vuole avere una sua autonomia in rapporto alla famiglia e racconta di questi due anni di scuole superiori con le relative difficoltà di relazione con le compagne e con alcuni insegnanti. Per l’estate desidera non stare con le mani in mano e trovare un lavoro estivo per essere autonoma.
La consulenza tra autonomia e tutela del minore
Spiego a lei che, essendo minorenne, ho bisogno di un genitore o familiare con il quale approfondire questi temi. Percepisco da parte sua un’urgenza e ricordando le formazioni precedenti, relative al tema NEET e abbandono scolastico, decido di “rompere la regola” e assecondare, in parte, la sua richiesta.
Dopo aver riformulato i tre temi che mi sta presentando, ri-orientamento scolastico, ricerca lavoro estivo, lavorare sugli obiettivi di autonomia, chiedo a Monica da quale obiettivo desidera parlare.
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Spesso i bisogni primari nascondono i veri bisogni
Mi chiede così di approfondire il tema della ricerca del lavoro e del curriculum. Allora chiedo a lei cosa conosce del CV e del suo utilizzo. Dopo averla ascoltata mostro un CV redatto da una ragazza di 20 anni e chiedo a lei come potrebbe essere il suo.
Convinta risponde che il suo sarebbe “praticamente vuoto” e allora l’incalzo chiedendole se ha amiche di 16 anni che lavorano. Lei risponde di no ed allora le domando come mai? Esita alcuni secondi prima di rispondere dopodiché mi dice: “perché sono minorenni”.
Sorridendo la guardo e le spiego come funziona il mondo del lavoro per chi ha 16 anni ed il punto di vista delle aziende con l’opportunità del contratto di apprendistato. Vedo che in parte si rasserena.
Offrire informazioni per approfondire obiettivi
Ora posso giocare d’attacco, solo per far vincere lei naturalmente, e le chiedo se vuole anche parlare della scuola e mi dice di sì.
Il tono di voce è diverso, è più discreto, mi racconta di questi due anni, dell’anno non superato, della difficoltà del rapporto con le compagne e della didattica non sempre facile da affrontare. Mi descrive il suo rapporto con lo studio nell’istituto tecnico e del suo desiderio di essere formata come addetta vendite.
In questo racconto anche la presenza dei familiari è costante, dal racconto si evincono le attese per il successo scolastico, le forzature e le tensioni in rapporto a questo tema. Chiedo a lei come sta rispetto a questi temi e mi manifesta che è preoccupata, a seguito dei due anni di studio faticosi e del secondo anno concluso con insuccesso, di non raggiungere una qualifica.
Fiducia e obiettivi per approfondire il career project personale
È passata un’ora e mezza dall’ingresso inatteso di Monica, gli chiedo se per oggi è sufficiente e le dico che, se ha bisogno di altre informazioni, possiamo fissare un secondo incontro con la presenza di un familiare. Subito conferma l’interesse e fissiamo per la settimana dopo l’appuntamento. Le domando di cosa vuole parlare, senza esitare mi dice della scuola.
Il vincolo della famiglia nella scelta del futuro
Al secondo appuntamento si presenta Monica con la mamma. Subito mi viene comunicato che la mamma parla poco l’italiano e che quindi sarà la figlia a tradurre. I primi minuti li dedico a presentare il servizio dell’informagiovani e le motivazioni che mi hanno portato a richiedere la presenza di un genitore. Vedo che la madre di Monica è serena e inizia a distendere il viso, spesso sorride.
Il colloquio vuole approfondire il tema della scuola con Monica e quindi inizio da lei. Le chiedo che fantasie ha sulla scuola futura, se è intenzionata a proseguire lo stesso istituto o se vuole cambiare. Le stesse domande le formulo anche per la madre e già posso osservare una differenza di priorità.
Noto dalla comunicazione non verbale che tra le due c’è disaccordo. Provo ad esplorare questo tema con delicatezza e Monica mi racconta che a casa i genitori e il fratello maggiore sono stanchi di questi continui cambi e delle difficoltà di terminare l’anno. Provo ad indagare meglio questo pensiero e chiedo ad entrambe quali possano essere le motivazioni di queste difficoltà e situazioni.
Le risposte che emergono sono ricche di frustrazione, impotenza, energie che non hanno ottenuto esiti desiderati. Decido allora di accompagnare entrambe a trovare una soluzione e propongo di lavorare sugli interessi e gli obiettivi tenendo presente le fatiche, le risorse e gli interessi di Monica.
Presento ad entrambe l’Atlante delle scelte - in formato digitale - redatto dalla provincia di Bergamo, che riporta le scuole secondarie superiori ed insieme iniziamo ad esplorare le diverse opportunità. Lavoriamo sulle scuole con indirizzo coerente all’addetta vendita e sulla seconda opzione, ovvero un percorso di studio che può essere valutato qualora non ci sia più la disponibilità ad accogliere nuovi iscritti. Introduco anche alla madre il tema del contratto di apprendistato che permette di lavorare e studiare anche se minorenni.
La consulenza tra delega ed empowerment
Dopo circa due settimane, trovo nella casella di posta elettronica una mail di Monica che scrive: “Gentile Fausto, ho bisogno di parlarle in merito alla scuola. Posso chiedere un ulteriore appuntamento appena può? Grazie. Monica”. Nel pomeriggio la contatto a voce e subito inizia ad aggiornarmi sui passi fatti. Ha sentito le due scuole ma ora è indecisa su quale scegliere ed i tempi sono stretti.
Fissiamo un colloquio on-line per il giorno successivo.
Anche se on-line le preoccupazioni di Monica si percepiscono. Subito chiedo come sta e cos’ha di interessante da raccontare. Mi aggiorna dettagliatamente rispetto ai due colloqui fatti. Manifesta le sue perplessità e preoccupazioni. Le propongo allora di prendere un foglio e di scrivere i vincoli e le possibilità dei due percorsi. Le suggerisco di riportare per iscritto le caratteristiche che il percorso deve avere perché sia di suo gradimento e coerenza con i propri desideri. Infine le dico di dare una priorità a quello che ha scritto.
Questo lavoro vuole facilitarla a fare ordine e chiarezza in rapporto agli obiettivi e loro sviluppo. Il dialogo prosegue sui timori ed emerge tutto il vissuto degli ultimi mesi di studio.
Le emozioni
Domando a Monica di dirmi qual è la preoccupazione che la blocca maggiormente. Emozionata mi dice che è il timore di non trovare posto nella scuola per frequentare l’anno e di superarlo. Monica è trasparente: il suo voler essere grande, consapevole, preparata, passa in secondo piano ed emerge la parte di una ragazza di 16 anni che sta faticando nel suo cammino e desidera raggiungere la meta per la quale si è incamminata.
Guardo Monica attraverso la piccola webcam del mio pc. Le parole che sto per dirle spesso mi sono trovato a scoprirle vere su di me attraverso lo sguardo di altri.
Conclusioni: l’Orientatore come lente d’ingrandimento nella fase di scelta
“Monica, le preoccupazioni che mi stai dicendo sono vere. Sono vere perché questa tua fase la stai vivendo intensamente. Alcuni dei vincoli che riporti dipendono da come li guardi, altri non sono modificabili. Io vedo che ti stai mettendo molto in gioco e stai facendo i passi giusti”; la sua attenzione è a mille.
Nonostante ci sia uno schermo a separarci sembra di essere in presenza, nella stessa stanza. “Posso esprimere anche una mia opinione su ciò che stai vivendo?”. Monica annuisce con la testa.
“Ora devi immaginare di trovarti di fronte ad un bivio che in lontananza ti porta allo stesso punto di arrivo. Tu vedi il punto di arrivo ma il bivio ti spaventa perché non ne vedi la fine ed immagini che possa essere un percorso tortuoso, in ombra, con delle buche nella strada. Devi sapere che entrambe le strade ti portano dove vuoi arrivare, devi solo scegliere il mezzo di trasporto! Io posso anche dirti che entrambi i mezzi di trasporto sono puntuali e che se in questa fase preferisci un mezzo di trasporto meno incidentato e confortevole va bene”.
Monica ha capito. Guarda intensamente la telecamera, si ferma alcuni secondi per prendere fiato: “Fausto facciamo così, ne parlo con i miei familiari, sento la scuola e ti aggiorno.”.
“Monica. Buona scelta. Io attendo un tuo aggiornamento.”.
A distanza di due settimane Monica mi chiama per comunicarmi la scelta della scuola e l’avvenuta iscrizione.
Ringrazio Monica per il ricco percorso che abbiamo attraversato insieme.