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- 6/11/2023
Orientare nella e per la democrazia secondo John Dewey
“Quando il saggio Democrazia e educazione venne pubblicato, nel 1916 negli Stati Uniti fu una vera e propria fucilata alla pedagogia e alla scuola tradizionale”, tale da influenzare il dibattito politico-pedagogico del tempo. Nel saggio, Dewey sosteneva che il rapporto tra sistema democratico e modello pedagogico fosse strettissimo: una democrazia può ritenersi tale nel momento in cui ha un sistema educativo che crea individui liberi e critici; d’altro canto, quest’ultimo è funzionale nel momento in cui rende gli individui capaci di confrontarsi, co-costruire e migliorare costantemente le regole per un buon funzionamento della comunità. A cura di Laura Fraccalanza, Orientatrice Asnor.
John Dewey nasce nel 1859 in una cittadina dello Stato del Vermont, nella cui Università studia filosofia; successivamente si trasferisce a Baltimora presso la John Hopkins University dove consegue il dottorato di filosofia, Nel 1884, inizia la sua carriera di insegnamento presso l’Università di Chicago e inizia a interessarsi di questioni educative. Tra il 1904 al 1929 insegna a New York presso la Columbia University e proprio in quegli anni scrive il principale scritto pedagogico di Dewey, Democrazia e educazione (1916).
“La vita è sviluppo, e che svilupparsi, è crescere, è vita […] il processo educativo è processo di continua trasformazione, ricostruzione, trasformazione. L’inclinazione a imparare dalla vita stessa e a rendere le condizioni del vivere tali che ognuno sia in grado di imparare nel corso stesso del vivere è il più bel prodotto della scuola”
La Scuola-Laboratorio
La Scuola-Laboratorio, la sua più nota teoria, rappresenta una delle prime scuole attive di cui in Italia conosciamo le scuole montessoriane.
Questa visione si basa sull’esigenza di aiutare l’alunno a formare la sua personalità attraverso la sua occupazione in lavori manuali, con l’aiuto dell’insegnante e interagendo coi compagni.
Secondo Dewey, la scuola ha prioritariamente il compito di guidare l’allievo a diventare l’educatore di se stesso, mentre l’opera dell’insegnante deve tener in conto delle caratteristiche che ciascuno mostra sin da piccolo; esse sono delle abilità innate, che, se stimolate e sviluppate, possono essere la chiave per arricchire la comunità. Dewey considera fondamentale prendere coscienza di sé per sviluppare le doti che permetteranno al soggetto di adattarsi ai cambiamenti della società del suo tempo. Scrive su Dewey il pedagogista Alain Goussot.
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I concetti di Educazione e Democrazia in Dewey
“L’educazione è dunque un processo dinamico e aperto alla vita e ai cambiamenti della società […] Imparare ad imparare; permettere ad ognuno di continuare la propria formazione nell’arco di tutta l’esistenza”.
Due ordini di considerazioni ci permettono di comprendere i due sensi che legano in Dewey il concetto di educazione con la tematica dell’orientamento. In primo luogo, l’Educazione è strutturalmente intreccio di relazioni che porta incessantemente e necessariamente alla continua ricostruzione del mondo e di se stessi. In secondo luogo, l’Educazione è intesa come processo di continue relazioni, legato allo sforzo di comprendere, interpretare ed immaginare forme sempre più responsabili e consapevoli di partecipazione di co-costruzione del futuro collettivo.
“L’Educazione non può darsi a prescindere dalle relazioni che la costituiscono, ma, al tempo stesso, quanto più l’Educazione si affermatanto più queste relazioni vengono garantite e tutelate”.
Il soggetto educato è in grado di controllare e progettare il futuro, indirizzandolo verso strade più ricche di senso e più proficue per il bene di sé e di quanto lo circonda: egli manifesta, realizza e trasforma continuamente la sua umanità potenziale nelle forme del vivere civile e del proprio lavoro.
“La democrazia, infatti, è una concezione etica della società, in base alla quale l’individuo rappresenta la realtà prima e ultima. Pertanto, l’etica della democrazia consiste nel dare modo a tutti e a ognuno di sviluppare pienamente la propria personalità. In altre parole, nella democrazia ogni uomo rappresenta un fine in se stesso, e come tale il suo pieno sviluppo deve essere tutelato e promosso dalla società.
In tal senso, possiamo esplicitare attraverso la lezione del filosofo americano, morto a New York nel 1952, il connaturato legame tra orientamento e democrazia.
Democrazia e Orientamento
Il processo di orientamento può realizzare le abilità e le competenze di ciascuno – facendo leva sulle conoscenze acquisite nei percorsi scolastici formali - solo in un contesto consapevole che supportare il potenziale di ciascuno è un esercizio di democrazia, funzionale al miglioramento della società nel suo complesso di articolazioni.
Le opportunità di crescita intellettuale devono essere assicurate a tutti in modo equo: consentire a tutti di realizzare se stessi ha delle reali ricadute sulla collettività perché libera le migliori energie e mette a disposizione il meglio in termini di sviluppo dei talenti, i quali fungeranno da volano per la gestione ottimale dei processi di trasformazione esponenziale della contemporaneità.
Un circolo virtuoso tra democrazia e orientamento: senza l’una non può darsi pienamente l’altro e viceversa.
Infine, nella scelta tra una società in cui ogni individuo è un fine in sé, e l’economia è solo un mezzo per lo sviluppo umano, e una società nella quale l’uomo è solo uno strumento dell’economia asservito ai privilegi di una minoranza, Dewey ci indirizza alla prima; nella “scelta tra una scuola ridotta a fabbrica di capitale umano e a palestra di competizione sociale, e una scuola come comunità democratica tesa ad assicurare la piena crescita intellettuale e morale di tutti i futuri cittadini”, l’impegno deve spendersi a favore della seconda.
Ecco, allora, che anche in termini di orientamento, la scelta è chiara: anche nella prospettiva dei nostri tempi, l’orientamento deve essere un processo libero, di liberazione e di espansione della propria personalità, per partecipare così alla promozione di una democrazia radicale, nella quale ogni uomo sia un fine in sé e mai venga sacrificato, prono, alle esigenze del mercato del lavoro, pur contribuendo alla sua espansione.