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- 18/7/2025
Quando l'orientamento incontra l'umanità
In un’epoca in cui la scuola è spesso chiamata a rispondere a esigenze sempre più complesse, il progetto di mentoring e orientamento svolto all’Istituto Comprensivo “Pietro Vannucci” di Città della Pieve (PG), nell’ambito del PNRR “La scuola che accoglie”, si è rivelato un modello virtuoso e replicabile. A cura degli Orientatori Asnor: Ilaria Bonanni, Emanuela Raggi, Franco Reale.
Esperienza di mentoring e orientamento all’I.C. “P. Vannucci” di Città della Pieve
Il cuore dell’intervento ha risieduto non solo nei contenuti, ma nella presenza educativa, nella relazione e nella capacità di ascolto
Gli obiettivi erano chiari: contrastare la dispersione scolastica, supportare nelle difficoltà e stimolare i talenti. Il mezzo scelto è stato quello dell’incontro autentico con studenti tra gli 11 e i 14 anni, spesso portatori di fragilità latenti o esplicite, difficili da intercettare con gli strumenti tradizionali.
Percorsi individualizzati
Ogni alunno ha avuto accesso a un percorso individualizzato di 12 ore, durante il quale l’orientamento è diventato una forma di cura educativa. Attraverso colloqui, esercizi di autoconoscenza, test, simulazioni e attività creative ispirate ai 12 strumenti della crescita (tra cui conoscenza di sé, comunicazione, coping, cambiamento, pensiero critico e lavoro di gruppo), i ragazzi hanno avuto modo - nel percorso co-costruito con gli orientatori - di riflettere sul proprio valore, esplorare sogni, difficoltà e possibilità.
Abbiamo ascoltato parole mai dette prima. Abbiamo visto occhi riaccendersi per una lettura, un esercizio, un sorriso. In molti casi, ciò che si è realizzato è andato ben oltre l’orientamento scolastico: si è trattato di una educazione alla vita, un invito a dire “io valgo”, una valorizzazione degli alunni nel rispetto della loro unicità e irripetibilità.
Risultati
I risultati? Parlano chiaro. La dirigente scolastica ha osservato un miglioramento nel rendimento, una maggiore motivazione e una nuova consapevolezza nei percorsi di apprendimento. Gli alunni hanno espresso il desiderio di proseguire, sentendosi accolti, ascoltati, motivati. I docenti hanno riconosciuto nella presenza degli orientatori una risorsa preziosa, capace di affiancare le famiglie in modo delicato ma incisivo.
Un passaggio importante è stato anche l’incontro finale con i genitori, occasione in cui si è generato un patto educativo nuovo: aperto, dialogico, generativo. Anche le famiglie, spesso disorientate o scoraggiate, hanno trovato nel progetto uno spazio di ascolto e condivisione.
La voce della scuola
A confermare l’impatto positivo dell’intervento è il commento della Dirigente scolastica Caterina Marcucci, che sottolinea il valore educativo e formativo dei percorsi attivati, in particolare per gli alunni con fragilità. Di seguito le sue parole:
"L'attività di mentoring e orientamento svolta nella scuola secondaria di primo grado ha rappresentato un'importante risorsa a sostegno degli alunni con fragilità. I percorsi proposti dagli orientatori si sono distinti per l'attenzione rivolta alla conoscenza di sé, alla valorizzazione delle risorse personali e alla promozione della motivazione intrinseca. Un aspetto particolarmente significativo è stato il lavoro sulla strutturazione di un metodo di studio efficace, personalizzato sulle esigenze di ciascun alunno, che ha contribuito a migliorare l’autonomia e il senso di autoefficacia. I risultati ottenuti sono stati positivi: in diversi casi si è registrato un incremento dell’impegno, una maggiore consapevolezza nei propri percorsi di apprendimento e un miglioramento del rendimento scolastico. L’esperienza ha evidenziato l’importanza di un accompagnamento educativo mirato, capace di favorire il benessere e la crescita degli studenti, soprattutto di quelli più vulnerabili".
Conclusioni
Franco Reale: “Questo progetto non è stato solo una buona pratica. È stato un atto di cura. La scuola in fondo, dovrebbe essere sempre questo, un luogo dove si cresce nella verità e nella fiducia, uno spazio in cui ciascuno possa dire “io valgo” e sentire che qualcuno lo riconosce”.
Ilaria Bonanni ed Emanuela Raggi: “È stata un’esperienza significativa sia per gli alunni ma anche per noi orientatori. Il recupero dell’autostima, la voglia di approcciare positivamente al cambiamento, la volontà di approfondire la conoscenza del proprio sé, la riflessione e il confronto hanno concorso a motivare gli alunni nel rispetto della loro unicità e irripetibilità che li fa scoprire speciali e inconfondib Per noi orientatori anche questo progetto un momento di ulteriore crescita”.
Abbiamo scelto di non giudicare, ma di accompagnare.
Di non etichettare, ma di ascoltare. Di non fornire ricette, ma strumenti per affrontare la vita.
Per questo riteniamo che il lavoro svolto non sia stato solo efficace, ma anche replicabile, perché poggia su una visione chiara e umana della scuola come comunità educante.
Auspichiamo che esperienze come questa possano diffondersi in altre scuole italiane, magari con il supporto delle reti territoriali, delle associazioni come ASNOR e dei professionisti dell’orientamento. Perché l’educazione ha senso solo se parte dalla persona. E la persona fiorisce, sempre, quando si sente accolta, ascoltata, creduta e sostenuta.