- 2519
- 4 minuti
- 17/3/2023
L'Orientatore, una figura ponte delle Comunità Educanti
Nonostante le criticità che da anni la attraversano, la Scuola resta l’istituzione centrale per la crescita educativa e, a partire da qui, il motore per il potenziale sviluppo sociale. Cos’è una Comunità Educante e qual è il ruolo dell’Orientatore. A cura di Silvana Macri, Orientatrice Asnor in formazione.
In un momento di grandi trasformazioni – anche e forse soprattutto culturali – la Scuola, bene comune e luogo di crescita inclusiva, può essere lasciata da sola a occuparsi di sfide sempre più complesse? O, al contrario, sarebbe bene progettare alleanze con il territorio che, pur mantenendo la scuola al centro, possano sinergicamente collaborare alla realizzazione di nuovi luoghi per la fioritura di talenti e capacità?
È in questa seconda prospettiva che possiamo parlare di comunità educante; ed è in questo nuovo spazio, aperto e collaborativo, che la figura dell’Orientatore diventa un pontetra figure diverse nell’ambito di un laboratorio di cittadinanza.
Cos'è una Comunità Educante
Definire che cosa sia una comunità educante non è cosa semplice, poiché si tratta di accordarsi sui significati di comunità e di educante, nonché sulle finalità dell’educazione. Esercizio complesso, ma stimolante e utile poiché è questo stesso lavoro di definizione che mette in gioco lo sviluppo di competenze trasversali, cognitive e relazionali, e attiva la costruzione di uno spazio di sviluppo e di crescita per tutti gli attori coinvolti nella co-progettazione.
Partendo dal presupposto che la parola “comunità” non necessariamente abbia un’accezione positiva, quando possiamo dire che una comunità diviene educante?
La comunità è educante quando riconosce che la realizzazione delle piene potenzialità di un bambino, di una bambina, di un ragazzo e di una ragazza è un bene comune e formalizza l’intenzione di una pluralità di soggetti per collaborare a un obiettivo comune: prendersi cura dei più giovani affinché possano sviluppare attitudini, capacità e autostima.
Da sistema conflittuale a sistema aperto e collaborativo
I contesti formali, non formali e informali sono canali educativi che quasi mai comunicano tra di loro e talvolta creano un sistema conflittuale.
L’attivazione di comunità educanti è una strategia possibile laddove la scuola si apra alla collaborazione e allo scambio con il pubblico e il privato, il mondo profit e non profit, dando vita a un ambiente potenziante per l’intero territorio.
L’educazione in questo senso va al di là dell’istruzione formale, per includere la vasta gamma di esperienze di vita e i processi di apprendimento che permettono ai discenti di sviluppare la propria personalità, acquisire capacità e vivere una vita piena e soddisfacente all’interno di una società in cui tutti gli attori sanno riconoscere le proprie competenze educative e se ne fanno carico.
Costruire processi di interazione tra scuola e territorio è una sfida che riguarda non solo docenti ed educatori, ma anche genitori, enti pubblici, mondo del terzo settore, realtà produttive e di servizio, in un atto di responsabilità che diviene presa in carico collettiva del percorso educativo di tutti gli studenti.
L’importanza dell’apprendimento permanente
La costruzione di una comunità educante è, quindi, non un punto di partenza o di arrivo ma un percorso fatto di dialogo e di confronto. Si tratta di costruire contesti dove scuola, famiglie, agenzie educative, enti locali e tutti gli altri stakeholders possano interagire. Alla base di questa modalità di co-progettazione c’è una chiara idea di lifelong learning.
La comunità educante è una comunità che educa tutti, a prescindere dall’età, e che attraverso l’interazione e il reciproco aiuto contribuisce a rafforzare l’idea di educazione come diritto.
Una comunità educante, quindi, è un processo intenzionale in cui si lavora collettivamente, per lo sviluppo di consapevolezza e per mettere a sistema le competenze, con l’obiettivo di aumentare le opportunità delle ragazze e dei ragazzi di realizzare pienamente le proprie potenzialità. Ecco, quindi, che emerge l’idea di comunità educante come di un ecosistema relazionale per l’orientamento.
Approfondimento: orientamento, cos'è e perché è importante
Il ruolo dell'Orientatore nella Comunità educante
L’Orientatore, capace di sostenere la persona nelle fasi di transizione, è una figura fondamentale nell’ambito di una comunità educante: un ponte tra realtà diverse e tra figure in apprendimento, che nel tempo sviluppano competenze chiave di cittadinanza:
- imparare a imparare;
- saper progettare;
- saper comunicare;
- collaborare e partecipare;
- risolvere problemi;
- agire con responsabilità.
Gli strumenti
L’Orientatore accompagna nel cambiamento e facilita la costruzione di scenari innovativi, con rigore metodologico e con creatività. In questo ambito, la conduzione di tavoli di lavoro mediante la metodologia del design thinking può essere un’ottima strategia.
Il design thinking ci aiuta nella risoluzione di problemi complessi, attraverso un approccio sistemico e incentrato sulle persone.
Usiamo il design thinking per orientare, perché abbiamo bisogno di un nuovo modo di progettare che ci permetta di ottenere dei risultati veri e duraturi. Ecco perché sempre di più̀ si sta diffondendo questa metodologia per affrontare le sfide dell’educazione e dell’istruzione del futuro.
In un rapporto orizzontale tra scuola e territorio, quale è quello della comunità educante, l’empatia, elemento fondamentale del design thinking, ci porta ad avere una comprensione profonda della vita degli altri e dei loro bisogni, fisici ed emotivi.
Conclusioni
La comunità educante è una strategia che pone la scuola al centro di un processo di interazione e di sviluppo per tutto il territorio. Si tratta di un processo di social change all’interno del quale l’Orientatore è figura importante per la gestione efficiente del patto e dei risultati attesi.