Domenica 22 Dicembre 2024

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  • 23/1/2023

Scuola, come valorizzare le differenze con metodologie inclusive

Oggi il docente è chiamato a rimuovere le barriere che possono portare a diverse forme di esclusione e, allo stesso tempo, a progettare e gestire la pratica educativa attraverso modalità di apprendimento diverse in base alle differenti condizioni di contesto. A cura di Marina Ferrari, Orientatrice Asnor, Docente e Formatrice.

Alle istituzioni scolastiche e ai docenti viene chiesto di rimodulare il sapere degli alunni sulla base di nuovi scenari e di trasformare  una conoscenza in comportamento.

Un assunto fondamentale da tenere presente è che “fare scuola” oggi significa mettere in relazione la complessità di modi radicalmente nuovi di apprendimento con un’opera quotidiana di guida, attenta al metodo, ai nuovi media e alla ricerca multi-dimensionale. Al contempo significa curare e consolidare le competenze e i saperi di base, che sono irrinunciabili perché sono le fondamenta per l’uso consapevole del sapere diffuso e perché rendono precocemente effettiva ogni possibilità di apprendimento nel corso della vita (Indicazioni Nazionali e Nuovi Scenari, MIUR).

Il punto di partenza è, dunque, cosa si intende per apprendimento ossia quell’attività che non può essere condivisa, è piuttosto una responsabilità che l’individuo deve assumersi (J. D. Novak). 

L’efficacia dell’apprendimento dipende, pertanto, dalla volontà dell’individuo di cercare relazioni tra ciò che già conosce e ciò che gli viene proposto di nuovo. 
Il compito dell’ambiente sociale, quindi, dovrebbe essere quello di favorire tale ricerca personale.

Il problem solving permette di rendere così la conoscenza significativa e apprendere in modo significativo implica saper risolvere i problemi nella realtà quotidiana (D. Jonassen).
È evidente che, per facilitare la costruzione dell’apprendimento, un ambiente educativo debba essere significativo, attivo, costruttivo, intenzionale, autentico e collaborativo. 
A tal fine, il docente può mettere in atto tutte quelle strategie, metodologie e modalità comunicative, che permettano di promuovere capacità quali l’attenzione selettiva e l’abilità di integrare le nuove informazioni con quanto già conosciuto, ristrutturando il campo della conoscenza, la dimensione affettiva e le dinamiche comunicative e di mediazione didattica, come validato in particolare dall’approccio pedagogico dell’Universal Design for Learning.
 

Come valorizzare le differenze a scuola

Il docente è chiamato a rimuovere le barriere che possono portare a diverse forme di esclusione e, allo stesso tempo, a progettare e gestire la pratica educativa attraverso modalità di apprendimento diverse in base alle differenti condizioni di contesto. 

L’apprendimento può essere così inteso come il processo connesso all’interpretazione di significato che conduce ad azioni future. L’apprendimento diviene, pertanto, un processo con il quale si interpretano in modo dialettico le situazioni a partire da un framework di significati che governa la percezione e la rielaborazione del sapere. Tale framework risulta essere un insieme di aspettative e prospettive di significato che coinvolgono la dimensione cognitiva, quella affettiva e quella volitiva.

Coniugare le risorse digitali con la didattica

Le tecnologie possono costituire un valido supporto per attuare attività centrate sul singolo studente e dare una risposta ad esigenze individuali. 
Fondante è pensare come le rimodulazioni permettano di realizzare gli opportuni adattamenti, al fine di mantenere un alto livello di aspettativa di successo per tutti gli studenti, in particolare per quelli con Bisogni Educativi Speciali.

Nell’attuare un processo di apprendimento, che si avvalga di risorse tecnologiche, è necessario considerare gli stili cognitivi, in modo che la strutturazione dei materiali tenga in considerazione le esigenze di ciascun alunno. La personalizzazione della didattica permette di sviluppare ed alimentare nell’allievo il senso di autoefficacia, che promuove e rinforza i concetti di relazione e di cooperazione.

Inoltre, la condivisione e la co-costruzione di materiali, nonché la possibilità di situazioni di peer Education producono autostima.

Le metodologie didattiche inclusive più innovative

Tra le metodologie didattiche più innovative si possono menzionare le tecniche simulative, quelle di analisi di situazioni basate su casi reali, quelle di produzione operativa e quelle di produzione cooperativa che permettono di sviluppare in modo integrato competenze di tipo cognitivo, operativo e relazionale. Il docente può avvalersi di micro-attività e occasioni laboratoriali.

A tal proposito, è interessante la metodologia degli Episodi di Apprendimento Situato (EAS) proposta da Pier Cesare Rivoltella, “un metodo che va considerato come un approccio integrale e integrato all’insegnamento che, certo, nel caso dell’utilizzo di dispositivi digitali mobili trova la propria applicazione preferenziale, ma che funziona a prescindere dalla loro presenza” (Rivoltella, 2013).Gli episodi di apprendimento situato rappresentano, dunque, un’azione educativo-didattica che, attraverso un contenuto circoscritto, uno sviluppo temporale ridotto ed un agire contestualizzato permette un apprendimento significativo  (Rivoltella).

Attraverso tale metodo, il docente richiama gli apprendimenti e i concetti chiave, crea idee, promuove pensiero critico, produce inferenze e competenze progettuali non tanto dell’apprendimento quanto per l’apprendimento.

In una classe prima di una scuola secondaria di secondo grado, per verificare il raggiungimento della competenza in materia di cittadinanza, di consapevolezza ed espressione culturale, si può pensare, ad esempio, di progettare un EAS dal titolo L’ospitalità tra passato e presente.
Tale EAS serve a valorizzare la storia come dimensione significativa, per comprendere le radici del presente, attraverso la discussione critica e il confronto fra diverse prospettive e interpretazioni del passato. 
È necessario osservare come gli oggetti di civiltà vengano in questo modo elaborati in classe, per mezzo della didattica laboratoriale e vengano condivisi e vagliati attraverso un percorso ragionato e critico, nonché una riflessione metacognitiva che permette di creare un sapere mediato e significativo.
Nell’ecosistema cognitivo e didattico-educativo, pertanto, le risorse e le tecnologie digitali sono sia oggetto di apprendimento sia mezzo per conseguire conoscenze e sviluppare competenze e attitudini. 
Ciò permette di promuovere una conoscenza che viene costruita secondo modalità collaborative, pluridirezionali e laboratoriali.

L’utilizzo dei media, o meglio dei new media a scuola, risulta essere gratificante e motivante per tutti gli alunni, specialmente per coloro che hanno una maggiore complessità di funzionamento educativo e/o apprenditivo. Tali risorse permettono all’alunno di essere parte integrante del proprio apprendere.  L’uso delle risorse tecnologiche, corretto e mirato, offre l’opportunità di  gestire il lavoro e di rendere più efficace e funzionale le attività di studio, potenziando così anche nell’alunno la dimensione metacognitiva e meta-riflessiva dell’apprendimento.

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Marina Ferrari

Marina Ferrari

Docente, Formatrice

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