Venerdì 22 Novembre 2024

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  • 28/4/2023

L'inclusione scolastica con il modello UDL (Universal Design for Learning)

L’UDL (Universal Design for Learning) è un modello psico-pedagogico che propone una personalizzazione educativa attraverso un approccio flessibile ed inclusivo, quindi permette di offrire a tutti gli alunni pari opportunità ed equità di apprendimento. Approfondimento a cura della Dott.ssa Marina Ferrari, Docente e Formatrice.

Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia. E se hai ereditato il piccolo triangolo che fa soltanto tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto boing boing, la cosa importante è che lo faccia al momento giusto, il meglio possibile […]. Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini” (Pennac, 2010).

Regola numero uno dell’inclusione: sviluppare il potenziale di ogni studente

L’attuale lettura sistemico-processuale dell’inclusione presuppone la realizzazione e la promozione di un ambiente in cui apprendimento e didattica siano funzionali a tutti gli studenti e allo stesso tempo conducano a una piena partecipazione emotivo-relazionale. Il docente, quindi, deve porre una particolare attenzione alla qualità delle esperienze valoriali, tenendo conto delle specificità e delle differenze di ciascun studente, al fine di sviluppare così il loro potenziale apprenditivo.

Se consideriamo l’eterogeneità degli alunni, la necessità è di poter rispondere con una individualizzazione e una personalizzazione dei saperi verso tutti i bisogni educativi speciali e non, per permettere a ciascuno di poter raggiungere il proprio massimo potenziale di apprendimento e di partecipazione, qualunque sia il debito di funzionamento dell’alunno.

Il modello UDL, Universal Design for Learning

Il docente può riflettere sul modello UDL, Universal Design for Learning, che propone una personalizzazione educativa attraverso un approccio flessibile ed inclusivo. UDL è un modello psico-pedagogico che permette di offrire a tutti pari opportunità ed equità di apprendimento, attraverso una differenziazione qualitativa ed informazioni uditive e/o visive differenziate.

Tali informazioni possono essere presentate agli apprendenti con supporticodici e modalità diverse quali font adattati, spaziature e dimensioni dei caratteri, oppure, ad esempio, software che transcodificano testi scritti in tracce audio per alunni non vedenti, oppure in video sottotitolati o con segnali visivi e didascalie per alunni ipoacusici.

Le modalità della personalizzazione qualitativa si avvalgono di immagini, grafici, tavole e contenuti visivi o tattili fondati su contrasti tra sfondo, testo e immagini, sul volume o sulla velocità dell’eloquio e del suono, sul carattere usato per i materiali che vengono stampati.

Il docente deve pianificare, perciò, strategie e strumenti che permettano di raggiungere allo studente una autoregolamentazione e una autodeterminazione nel proprio apprendimento e, con la didattica quotidiana, il crearsi di reti neurali di riconoscimento, di strategie ed emozioni che preludono all’abbattimento di quelle barriere ed ostacoli che impediscono all’apprendente l’accesso al sapere epistemologico. Il paradigma educativo non presenta più stigmatizzazione eziologiche e sociali, ma rivolge la propria attenzione ad una progettazione educativa calibrata sul soggetto.

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Come opera il docente secondo il modello UDL

Il docente, nella propria progettazione quotidiana, deve predisporre analisi di contesto e analisi sociali. Tale costruzione è necessaria per operare e favorire negli studenti gli apprendimenti e le relazioni attraverso un percorso euristico del fare, l’attivazione di strategie metacognitive e di competenze metastrategiche.

È uno dei compiti del docente rendere il sapere fronteggiabile dallo studente che realizza la sua conoscenza attraverso un processo di riflessione e di ricostruzione dell’esperienza, in cui il soggetto apprendente diviene soggetto epistemico del proprio sapere.

È, pertanto, fondamentale pensare alla professionalità docente secondo due obiettivi, da un lato come de-costruttore di significati disciplinari e dall’altro come co-costruttore della capacità di apprendere dello studente.

Il docente, ad esempio in una lezione di storia, dovrà innanzitutto attivare i prerequisiti e le preconoscenze, successivamente evidenziare le parole chiave, e i principi di causa ed effetto, ed infine guidare la visualizzazione delle informazioni attraverso l’uso delle nuove tecnologie. I docenti sono chiamati ad agire sulla specificità degli allievi, intesi come risorse, al fine di favorire lo sviluppo di competenze globali e di garantire un’armonica crescita della personalità.

L’approccio che si intende veicolare è quello che pone al centro lo studente, come soggetto che apprende in modo diacronico e in modo costante.
La scuola, quindi, può essere considerata come una bottega del lavoro cognitivo in cui si smontano e si rimontano “artefatti culturali” e che ha “la funzione di fare opera di design culturale” (Cope e Kalantzis, 2006).

Marina Ferrari

Marina Ferrari

Docente, Formatrice

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