Martedì 16 Luglio 2024

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  • 17/2/2023

L'orientamento come strumento efficace per una reale inclusione sociale e lavorativa

Tutti gli individui devono poter vivere e lavorare in condizioni di equità e di pari opportunità, indipendentemente dalla presenza di disabilità o di povertà: è l’assunto da cui parte il concetto di inclusione sociale. Ma che ruolo svolge l’orientamento nell’inclusione socio-lavorativa? A cura di Flavia Tramontano, Orientatrice.

L’inclusione e coesione sociale nel Next Generation EU

Il più grande pacchetto per stimolare l’economia mai finanziato dall’Unione Europea, il NextGenerationEU - uno strumento da 750 miliardi di euro pensato per stimolare una “ripresa sostenibile, uniforme, inclusiva ed equa”-, si articola in 6 Missioni, che rappresentano le 6 aree “tematiche” strutturali di intervento.

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La quinta missione è denominata “inclusione e coesione sociale”,  con una serie di obiettivi da perseguire, che vanno dal sostegno all’empowerment femminile e al contrasto delle discriminazioni di genere, fino all’incremento delle prospettive occupazionali dei giovani, e al riequilibrio territoriale tramite lo sviluppo del Mezzogiorno e delle aree interne.

Tutti gli individui devono poter vivere e lavorare in condizioni di equità e di pari opportunità, indipendentemente dalla presenza di disabilità o di povertà: è l’assunto da cui parte il concetto di inclusione sociale, la quale ha come componente fondamentale l’inclusione lavorativa.

È sul fronte dell’accesso al mercato del lavoro, infatti, che si gioca la partita delle pari opportunità, un principio che vale in modo particolare per le categorie più vulnerabili o svantaggiate come i disabili, i giovani Neet, le donne, i disoccupati di lunga durata.

Che ruolo svolge l’orientamento nell’inclusione socio-lavorativa

Intanto occorre chiarire cosa si intende quando si parla di svantaggio o di vulnerabilità della persona.

Il primo comporta un grado di complessità maggiore, fa riferimento ad una condizione caratterizzata dalla presenza di fragilità multifattoriali che tendono a radicarsi nel tempo, con riferimento a persone affette da disabilità psichica o fisica, grave disagio socio economicodisagio abitativo etc. 
In queste persone è presente una scarsa autonomia nel fronteggiamento del proprio problema lavorativo, con difficoltà a sviluppare una progettualità di sé per la carenza di risorse personali di base e trasversali e non solo prettamente professionali.

Per vulnerabilità, invece, si intende l’assenza di competenze e risorse personali che sostengono l’autonomia in generale, soprattutto l’autonomia decisionale in ambito lavorativo, una buona integrazione sociale.
Il disagio economico dovuto alla precarietà ed instabilità lavorativa, che si protrae nel tempo, spinge la persona a rivolgersi ad un servizio di supporto nella ricerca di lavoro. 

Una persona con vulnerabilità va sostenuta in un percorso di istruzione e di formazione professionale, ha spesso infatti una visione obsoleta del lavoro e dello studio fondate spesso su false convinzioni, ha informazioni sul mercato del lavoro inadeguate, e tutto questo può portare inevitabilmente ad un suo coinvolgimento in occupazioni scarsamente soddisfacenti e sottopagate.

Sta al consulente di orientamento riconoscere le differenze tre le due tipologie di utenti, al fine di strutturare interventi che siano realmente efficaci.

La vulnerabilità richiede un percorso di orientamento decisamente più breve, volto al rafforzamento e alla valorizzazione di risorse già presenti nella persona, e quindi di supporto nel favorire l’autonoma capacità della persona di prendere in mano il proprio destino lavorativo.

La situazione di svantaggio richiede, invece, un percorso di valorizzazione della persona che riguarda in primis la sfera sociale, non solo lavorativa; richiede tempi più lunghi non comprimibili; comporta il coinvolgimento di altre professionalità presenti sul territorio (sociale, sanitario, terzo settore) per una presa in carico olistica della persona e per un graduale rinforzo delle risorse già presenti e l’acquisizione di nuove competenze sociali.

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