- 7686
- 4 minuti
- 29/5/2024
Educazione linguistica, strategie di intervento per alunni BiLS
L’educazione linguistica di alunni con Bisogni Linguistici Specifici deve prendere in considerazione le barriere che gli alunni possono trovare nella comprensione del testo. Quali sono le strategie da adottare per rendere la didattica sempre più inclusiva? Approfondimento a cura della Dott.ssa Marina Ferrari, Docente e Formatrice.
Lettura e comprensione del testo, come riconoscere alunni BiLS
La lettura di un testo prevede da parte del lettore una decodifica del grafema in fonema e una fase di interpretazione, ossia un recupero di significati.
Alcuni alunni possono decodificare il testo, ma non riescono a comprenderne il contenuto oppure possono comprenderne il contenuto, ma avere difficoltà nella lettura, come gli alunni con DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento) e con BiLS (Bisogni Linguistici Specifici).
Tale disturbo può essere indicato come DCT, Disturbo della Comprensione del Testo, ossia un disturbo variegato e multi-componenziale della lettura, che viene associato a fattori diversi, quali la memoria di lavoro, le conoscenze pregresse e i processi inferenziali della lingua e della rappresentazione.
Quando si parla di processo attivo dell’interpretazione del testo è necessario tener presente ciò che il lettore conosce sull’argomento e quanto il testo offra come ulteriori informazioni.
Si fa riferimento, quindi, alla fase di conoscenza metacognitiva e si evidenziano come punti fondanti la decodifica e l’educazione linguistica, che conducono alla comprensione globale del testo.
È necessario sottolineare ciò che viene affermato da Goungh e Tunmer (1986) ossia che se uno dei due fattori è compromesso, la capacità di intellegibilità risulterà deficitaria. È questo il caso di alunni con Bisogni Linguistici Specifici (BiLS).
Strategie di intervento, cos’è la narrativa modulata
La progettazione didattica che il docente mette in atto, quindi, deve prevedere una narrativa modulata che prende avvio da interventi metodologici, sottesi da scelte teoriche di fondo, da strategie e strumenti inclusivi.
La comprensione del testo risulta un’operazione complessa che attraverso il ragionamento inferenziale, i dati di contesto e le conoscenze pregresse giunge a cogliere la struttura narrativa della storia e non soltanto, in quanto l’analisi del testo coinvolge tutte le discipline dalla matematica alle lingue.
Per attuare tale processo è fondante, dapprima, un’analisi denotativa e successivamente un’analisi connotativa degli elementi del testo, per meglio cogliere il significato nonché tutte le sfaccettature linguistiche e di contenuto.
Questa operazione complessa, talora, risulta deficitaria per gli alunni con Bisogni Linguistici Specifici, con Disturbi Specificidell’Apprendimento o anche per gli alunni provenienti da Paesi terzi, in cui subentra povertà lessicale e inferenze di grammatica contrastiva.
Dall’educazione linguistica al Profilo Glottomatetico Funzionale
Un’educazione linguistica per essere tale deve prendere in considerazione il livello di partenza e le esigenze degli alunni. Per attuare tale percorso è necessario riflettere sul concetto di accessibilità ed identificare quali siano le barriere che gli alunni possono trovare nella comprensione del testo.
Il docente, quindi, per facilitare il processo apprenditivo deve analizzare i bisogni e attuare una raccolta sistemica delle informazioni necessarie per stilare il Profilo Glottomatetico Funzionale (PGF) dell’alunno. Tale strumento identifica i punti di forza e di debolezza dell’apprendente e permette al docente di operare al fine di compensare le abilità deficitarie e potenziare le abilità residue dell’alunno (Daloiso e Melero, 2016), attraverso interventi metodologici funzionali alla situazione del debito di funzionamento.
La facilitazione e la semplificazione del testo per una didattica inclusiva
Per attuare una didattica inclusiva è necessario, pertanto, porre al centro del processo educativo la figura dell’alunno con le sue necessità e tenere in considerazione il contesto personale e sociale su cui quest’ultimo insiste.
A tal fine la co-costruzione del progetto educativo dell’allievo deve essere condiviso con il consiglio di classe, che nell’attuare una programmazione didattica inclusiva deve porre particolare attenzione all’osservazione e all’analisi dei bisogni, dei fattori sociali e personali degli alunni e in particolare degli alunni con BES e con BiLS.
È necessario, quindi, definire obiettivi, approcci e metodologie ed infine predisporre materiali e attività che presentino una maggiore accessibilità glottodidattica.
Un testo per essere considerato accessibile deve avere determinate caratteristiche quali il font, la spaziatura fra caratteri, l’interlinea ed inoltre dovrebbe avere una struttura composta da frasi semplici, i cui legami siano chiari e logici, da parole concrete e di uso frequente.
In tal modo, un alunno che ha un patrimonio lessicale povero riuscirà ad accedere al significato complessivo del testo con minor fatica e in una seconda fase potrà analizzare gli altri ambiti della comprensione.
Il docente dovrebbe stimolare l’alunno a leggere dapprima il testo, poi supportato dalle domande guida e dalle parole chiave attuare una seconda lettura che gli permetta di cogliere le informazioni ed infine interpretare il testo in modo globale. In questo modo l’alunno avrà un ruolo attivo in tale processo.
Il docente può attuare, dunque, una facilitazione del testo, ma può anche attuare un percorso di semplificazione sia dal punto di vista dei contenuti sia dal punto di vista lessicale.
Si tratta, infatti, di un’operazione di riscrittura che rende maggiormente leggibile il testo.
È possibile suddividere il testo in paragrafi, costruire un apparato iconico, schemi e road map che consentano all’allievo di interagire meglio con il testo stesso.
L’apprendimento così proposto prende nuove direzioni e diversi significati ed è maggiormente fronteggiabile dallo studente, che diviene così consapevole di essere un individuo che apprende.