Mercoledì 4 Ottobre 2023

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Il PEI, lo strumento per una didattica inclusiva

Il PEI, acronimo di Piano Educativo Individualizzato, è lo strumento con cui il consiglio di classe disegna un percorso didattico inclusivo per gli alunni con disabilità. Il documento fissa gli obiettivi e le attività che si faranno durante l'anno scolastico, e costruisce un tessuto di collaborazione tra scuola e famiglia.

La scuola italiana mostra una crescente consapevolezza delle necessità peculiari che hanno gli alunni con disabilità. Il percorso verso un effettivo pieno riconoscimento del loro diritto allo studio è ancora lungo ma il viaggio è inesorabilmente avviato. In questo tragitto, cristallizzato dalla legge 104 del 1992, svolge un ruolo chiave il Piano Educativo Individualizzato, meglio conosciuto come PEI. Con questo documento, ogni consiglio di classe è chiamato a costruire davvero una didattica inclusiva. A partire dall'anno scolastico 2020/2021, il Ministero dell'Istruzione ha annunciato la predisposizione e l'adozione di un modello unico nazionale di PEI, a cui le singole scuole dovranno ispirarsi.

Cos'è il PEI e a chi è rivolto

Da un punto di vista strutturale, il PEI altro non è che un progetto educativo calibrato sulle esigenze del singolo alunno con disabilità certificata. Quindi, ogni scuola deve adottare un PEI diverso per ciascuno studente diversamente abile. La personalizzazione della didattica, infatti, è alla base di ogni forma di inclusione. All'interno del PEI devono essere indicati gli obiettivi educativi che si vogliono raggiungere, gli strumenti e le attività che si utilizzeranno per conseguirli e i criteri di valutazione. Vi confluiscono, ad esempio, la programmazione per obiettivi minimi o la programmazione differenziata. Si tratta, quindi, di un documento complesso e corposo, che fa da raccordo tra tutti gli interventi che vengono realizzati durante l'anno, coordinandoli e integrandoli. Per questo motivo, il PEI è destinato a periodiche verifiche e cambiamenti, per adattarlo all'evoluzione dell'alunno. Un ulteriore innovazione del Piano Educativo Individualizzato è stata introdotta dal DM 66/2017, che permette l'uso, all'interno del documento, della classificazione ICF-CY. Questo implica l'adozione di un approccio molto più rigoroso e scientifico nella verifica delle potenzialità dell'alunno e nella strutturazione del percorso formativo.

La redazione del PEI, ecco come fare

La tempistica

Alla luce di quanto detto, è chiaro che la redazione del PEI assume un valore centrale nella didattica rivolta agli alunni disabili. La sua stesura, di solito, avviene dopo un periodo di osservazione dello studente (circa due mesi), utile per valutarne in modo approfondito le potenzialità. Vediamo con ordine chi è chiamato a redigere il PEI e cosa è necessario scriverci.

I soggetti coinvolti

Il PEI può essere definito un documento collettivo. La sua composizione, infatti, coinvolge tutti i soggetti che, a diverso titolo, sono coinvolti nella crescita e nell'educazione del ragazzo destinatario del piano. Nello specifico, prendono parte alla stesura:

  • i docenti della classe in cui si trova lo studente;
  • l'insegnante di sostegno;
  • le figure socio-sanitarie che seguono il ragazzo;
  • la famiglia.

Il contenuto

La struttura del PEI è piuttosto rigida, perché si compone di tutte informazioni qualificate come essenziali per costruire un progetto di didattica inclusiva. Il piano è organizzato in due macroaree. La prima parte è dedicata all'analisi della situazione di partenza. Oltre all'indicazione dei soggetti coinvolti, qui trova spazio la descrizione di tutte gli elementi che assumono una rilevanza nella creazione del progetto educativo. Vengono indicate, ad esempio, le attività poste in essere dal sistema socio-sanitario, così come la composizione della classe in cui è inserito l'alunno. Si vagliano anche l'ambiente familiare e le relazioni tra questo e le istituzioni scolastiche. Nella seconda parte si passa alle informazioni più operativee di dettaglio. È qui che si fissano gli obiettivi educativi, che devono essere più ampi del solo ambito scolastico. Deve essere chiamato in causa lo sviluppo delle capacità di apprendimento ma anche di quelle di organizzazione, motorie, di cura di sé e di interazione sociale. Inoltre, devono essere indicate le attività di raccordo tra tutte queste aree e tra il piano individualizzato e il lavoro del resto della classe.

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