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- 20/11/2025
Nel futuro serve ancora l'umano? L'orientamento come atto di cura e responsabilità condivisa
Per imparare a restare presenti mentre tutto intorno cambia. A cura di Annie Pontrandolfo, Presidente Asnor.
Alla Rome Future Week 2025, tra parole, visioni e connessioni, Asnor ha scelto di non parlare del futuro, ma al futuro. Abbiamo portato in quella cornice l’idea che orientarsi non significhi prevedere, ma imparare ad abitare l’incertezza, trasformandola in spazio di possibilità.
Negli ultimi anni ho capito che l’innovazione più profonda non nasce da una tecnologia, ma dal dialogo. È da questa convinzione che è nata la Community Asnor, un luogo in cui orientatrici e orientatori si incontrano per costruire insieme nuove pratiche e nuovi significati.
Da qui sono nati i focus group Asnor, un laboratorio collettivo di ricerca e riflessione che tiene insieme esperienza, metodo e visione.
Il primo focus, dedicato all’Intelligenza Artificiale, ha dato vita al Manifesto dell’Orientamento Generativo: dieci princìpi che parlano di etica, cittadinanza digitale, consapevolezza.
Un lavoro che ci ha ricordato come l’intelligenza, per essere davvero utile, debba restare radicata nell’umano.
Durante la Rome Future Week, il confronto tra voci e prospettive diverse ha reso evidente quanto l’orientamento sia, prima di tutto, una pratica di senso.
Si è parlato di come progettare il futuro anziché attenderlo, di come abitare la complessità senza smarrirsi, di come l’incertezza possa diventare un campo fertile per la crescita personale e collettiva.
In quel dialogo, Elisa Minozzi, Orientatrice Asnor, ha offerto una riflessione che ho fatto mia: la responsabilità, oggi, deve evolvere in atto di cura.
Non è più solo un dovere, ma una forma di presenza vigile, che si traduce nel prendersi cura delle persone, delle idee e delle transizioni. È questa, credo, la postura che dovrebbe guidare ogni leadership: la capacità di tenere insieme visione e umanità, metodo e ascolto.
Lo stesso spirito anima una delle iniziative più importanti di quest’anno: le 1000 borse di studio Asnor, nate per promuovere il merito e sostenere la formazione di qualità nel campo dell’orientamento. Un impegno concreto verso una nuova generazione di professionisti che potranno contribuire a un ecosistema più equo, aperto e consapevole.
Oggi orientare significa educare alla libertà di scelta, insegnare a sostare nel dubbio, a leggere il cambiamento senza temerlo. È un atto educativo, ma anche politico: la scelta di credere nelle persone e nel loro potere di trasformazione.
A chi ha preso parte a questo cammino collettivo va la mia gratitudine più profonda.
Perché quando l’orientamento è generativo, diventa un atto poetico e civile insieme: la capacità di restare umani mentre il mondo cambia.
Asnor continuerà a essere questo: una casa aperta, un punto di incontro, un luogo dove il futuro si costruisce ogni giorno, con mente lucida e cuore vigile.








