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- 2/9/2025
Siamo sommersi da risposte. Ma chi insegna a fare domande?
In un’epoca segnata dalla sfiducia verso istituzioni, scienza, scuola e relazioni, continuare a credere nel valore del sapere è una scelta controcorrente. A cura di Annie Pontrandolfo, Presidente Asnor.
Il sapere come leva per orientarsi nel rumore del mondo
Siamo sommersi da informazioni, eppure sempre più spesso ci affidiamo a opinioni rassicuranti invece che a dati verificati, a chi urla più forte invece che a chi argomenta con rigore. La verità, costruita attraverso la ricerca e il dubbio, viene confusa con percezioni e slogan. Ci sono momenti in cui studiare non basta per sentirsi pronti. Quando il futuro è incerto, anche l’apprendimento perde forma.
Eppure è proprio lì, dove tutto vacilla, che il sapere può ancora farsi spazio: non come certezza, ma come resistenza gentile.
In un mondo che pretende risposte rapide, educare a farsi domande è forse l’atto più rivoluzionario. E l’orientamento ne è la voce più autentica.
Cosa significa, allora, orientare in un contesto in cui il sapere è svalutato?
Significa, prima di tutto, restituirgli dignità.
Allenare spirito critico, insegnare a porsi domande, anche scomode, promuovere l’abitudine al confronto tra fonti, coltivare la curiosità come competenza.
Orientare oggi vuol dire educare alla fiducia nel sapere, alla sua capacità di fornire strumenti per scegliere e agire con consapevolezza. Ma non basta più affermarlo. Serve che scuole, università, istituzioni e organizzazioni assumano la responsabilità culturale di rimettere la conoscenza al centro, come leva democratica, non come privilegio.
In ASNOR, sentiamo questo compito come urgente. Ogni orientatore non è solo un facilitatore di scelte, ma un mediatore tra il sapere e la persona, tra le possibilità e le reali condizioni in cui ciascuno si trova ad agire. Per questo crediamo che il sapere non sia mai neutro: può includere o escludere, a seconda di come viene trasmesso, interpretato, condiviso.
In un tempo in cui anche l’intelligenza artificiale solleva interrogativi su chi produce e controlla la conoscenza, l’orientamento deve essere uno spazio di resistenza culturale: un luogo in cui si coltiva pensiero autonomo, si accoglie la complessità e si rifiutano le scorciatoie.
È in questa prospettiva che ASNOR accoglie la sfida puntando sulla ricerca quale processo sistematico di indagine e scoperta volto a rispondere a domande, risolvere problemi o acquisire nuove conoscenze attraverso l'analisi, la sperimentazione e la valutazione critica di dati e informazioni.
Il Comitato Tecnico Scientifico di ASNOR diventa un perno strategico per questa evoluzione, che ci permetterà di integrare e connettere scienza e prassi alle esigenze di una professione chiamata a esplorare e supportare il costante divenire del mondo dell’educazione e del lavoro: l’orientatore.
Desidero esprimere un sentito ringraziamento a Peppino Franco che ha guidato sino ad oggi il Comitato Tecnico Scientifico di ASNOR offrendo spunti di visione e contribuendo ad avviare un confronto aperto sul ruolo culturale dell’orientamento a livello internazionale. Seguirà questo nuovo campo e le opportunità che ne conseguono nel ruolo di Responsabile del Dipartimento Progetti Europei.
Raccoglie il testimone della direzione Annunziata Di Lecce, attuale Direttrice del Comitato Tecnico Scientifico Asnor, Psicologa del Lavoro, Design Thinker e Coach Neurocognitivo, da anni attiva nei contesti sociali, educativi e professionali. Il suo profilo multidisciplinare, che integra la ricerca applicata, la psicologia e le neuroscienze agli approcci organizzativi del management e innovativi, creativi del Design Thinking, rappresenta un contributo prezioso per questa nuova fase.
La sua capacità di coniugare rigore scientifico, sensibilità relazionale e visione sistemica sarà fondamentale per rafforzare l’impatto culturale e sociale delle nostre azioni, e contribuire alla diffusione di una cultura dell’orientamento aperta ad accogliere le istanze del futuro e capace di trarre e mettere a frutto saperi e conoscenze, eredità della storia umana.
In un tempo dominato dall’ansia del “fare”, capire è un atto rivoluzionario. E orientare, oggi, significa anche questo: restituire al sapere il suo valore generativo, e alla persona la possibilità di costruirsi con libertà, senso e profondità.