Giovedì 27 Giugno 2024

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  • 26/4/2024

La teoria dello sviluppo vocazionale come fonte d'ispirazione per l'orientamento

Il modello di orientamento chiamato fenomenologico-esistenziale fa riferimento all’immagine e all’idea che il soggetto in orientamento ha di sé e da qui analizza la natura delle scelte, delle decisioni, del comportamento e del suo stile manifestato nel momento dell’azione. Questo modello tiene molto in considerazione il sé non solo in termini di autoefficacia o di autostima, ma anche in funzione ai diversi ruoli sociali giocati dalle persone, i processi decisionali sono legati alle caratteristiche del sé e dei diversi sé che si manifestano nelle diverse esperienze. A cura di Alessia Paglia, Orientatrice Asnor.

La teoria dello sviluppo vocazionale di Donald Super

Lo strumento principale di cui si serve il modello di orientamento chiamato fenomenologico-esistenziale per intervenire attraverso pratiche orientative mirate e specifiche è il cosiddetto modello CDAC (Carrer Development Assessment and Counseling) di Donald Super, meglio conosciuto in Italia come Teoria dello sviluppo vocazionale.

Approfondimento | Carriera: signficato, evoluzione e sviluppo grazie all'orientamento

I contributi della teoria di Super alla pratica di orientamento

Primo aspetto che si considera è il soggetto, l’assoluto protagonista di tutto il suo percorso, mettendo a disposizione tutte le attrezzature necessarie per accompagnarlo nelle fasi evolutive di maturazione alla scelta. Questo significa anche poter garantire lo sviluppo dell’autonomia del soggetto, che diviene capace e in grado di compiere scelte e decisioni, così come di risolvere i problemi quotidiani, dimostrando di sapersi orientare, ossia di aver sviluppato la capacità di autorientarsi, facendo tesoro del supporto offerto durante il processo di orientamento.

Altro aspetto è la chiara concezione che, mentre altre teorie considerano l’adolescenza come l’esclusiva fase evolutiva per gli interventi di orientamento relativi al sostegno alla maturazione alla scelta, qui al contrario si crede fermamente che le azioni orientative si possano applicare anche nelle fasi successive della vita, perché il soggetto estende il suo arco esperienziale lavorativo e non, in tutta la sua esistenza, modificandola di volta in volta perché interagente con una realtà dinamicamente sempre più complessa e articolata.

La vita non inizia e termina con l’adolescenza, ma le scelte, le prese di decisione, la costruzione dell’immagine di sé, si susseguono in modo significativo per tutta la vita. L’esistenza umana, inoltre, è un susseguirsi di una serie di stadi; Super ne individua cinque:

  • la crescita;
  • l’esplorazione;
  • la stabilizzazione;
  • il mantenimento;
  • il declino.

Ad ognuno di essi corrispondono compiti di sviluppo che, se assolti, consentono di terminare una fase di sviluppo, superare quella di transizione, per poi varcare la soglia della fase di sviluppo successiva, in attesa di compiere il prossimo compito evolutivo.

Il superamento della fase evolutiva, attraverso l’assolvimento del compito, diffonde nel soggetto un sentimento di benessere psicofisico e un senso di fiducia e di autostima che fanno da imput per superare compiti e difficoltà future; in caso di mancato assolvimento, si propaga nell’interiorità del soggetto un sentimento di insuccesso, sconforto e disagio, di minaccia rispetto alla definizione dell’identità di sé.

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La cassetta degli attrezzi da usare nella consulenza orientativa

Scopo principale di questo modello e della sua azione orientativa è promuovere il senso di consapevolezza, efficacia, fiducia, stima ed autonomia rispetto ai processi di scelta decisionali durante tutto il percorso di vita nel quale si concretizza tutta la carriera formativa e lavorativa del soggetto, cercando di cogliere tutti quegli elementi ego sintonici, ossia utili al conseguimento e al mantenimento del proprio benessere psicologico.

Per raggiungere questo obiettivo, l’orientamento opera in modo che le persone si rendano conto delle loro strutture cognitive e interpersonali, che hanno costruito durante le fasi precedenti di sviluppo, affinché siano maggiormente in grado di influenzare, attraverso le scelte che faranno, il loro successivo sviluppo.

La struttura di una decisione costituisce infatti una determinata critica di come viene trattata la scelta; sia la presa di coscienza che l’abilità decisionale derivano dalla capacità di osservazione degli eventi e di interpretazione delle informazioni utili.

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Letture consigliate

  • Bandura A., Adolescenti e autoefficacia. Il ruolo delle credenze personali nello sviluppo personale, Erickson, Trento, 2012.
  • Pombeni M. L., Orientamento scolastico e professionale, Il Mulino, Bologna, 1990.
  • Castelli C., Venini L., (a c. di), Psicologia dell’orientamento scolastico e professionale, Franco Angeli, Roma, 1996.

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Dott.ssa Alessia Paglia

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