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- 15/3/2023
Orientare a vivere: un laboratorio di cittadinanza attiva
L’esperienza laboratoriale presentata in questo contributo è inserita da tempo nell’ambito delle attività di arricchimento dell’offerta formativa proposte dall’IIS “Rolando da Piazzola” di Piazzola sul Brenta e, a partire da questo anno scolastico 2022/23, anche dell’IIS “Newton-Pertini” di Camposampiero, entrambi in provincia di Padova. A cura di Laura Fraccalanza, Orientatrice Asnor.
Un Laboratorio di cittadinanza attiva
Sotto la guida costante e attenta, ma non invadente e direttiva, dei docenti di filosofia, il laboratorio è impostato come una palestra di cittadinanza attiva e come nuova prospettiva di istruzione e formazione lungo tutto il corso della vita, mediante l’acquisizione di habitus al confronto e alla costruzione cooperativa di valori e idee condivisibili.
Il percorso mira a realizzare una sorta di sperimentazione in cui lo studente, in un contesto significativo e condiviso, di intensa interazione con gli altri, possa acquisire sempre maggiore consapevolezza di sé e si ponga come soggetto attivo, autonomo e responsabile, fondamentalmente libero di creare i propri sensi, significati, scopi e valori.
Egli dispone - almeno a livello potenziale - della forza necessaria a superare le difficoltà psico-socio-esistenziali che la sua presenza nel mondo gli riserva e vive solo come “essere in relazione”; il suo valore come soggetto in formazione è la bilancia di qualsiasi intervento di educazione e quindi di orientamento, al di sopra di qualsiasi altra valutazione esterna o di comodo.
L’orientamento formativo avvia, in tal modo, un itinerario di ricerca le cui disposizioni – legate al vissuto personale e agli interessi reali- hanno maggiori chances di essere rispettate e adeguate al soggetto, perché meditate e scelte, non decise da terzi.
Non è colui che svolge una funzione orientativa che, “da fuori”, risolve i quesiti, proponendo ricette preconfezionate, ma è la creazione di uno spazio attivo-riflessivo a generare un clima di vera crescita, in cui il soggetto accetta di mettersi liberamente in gioco, in un complesso itinerario di analisi dell’immagine di sé e del proprio progetto di vita.
La novità del nuovo modello di orientamento, e anche la sua forza, stanno nel fatto di proporsi come contesto più flessibile, guidato da obiettivi precisi, ma non limitato temporalmente, poiché la formazione continua tutta la vita.
La proposta formativa
Definiti luogo e tempi degli incontri, svolti al di fuori dell’orario scolastico, il gruppo laboratoriale discute e definisce le regole per il suo corretto funzionamento.
Per distribuire le informazioni in maniera comprensibile a tutti e quindi in modo efficace, il gruppo si accorda su poche, ma essenziali, regole comunicative:
- mettersi nei panni del destinatario dell’informazione, evitando inutili gerghi tecnici e sfoggio di erudizione;
- veicolare messaggi facilmente leggibili e comprensibili;
- nella fase di stesura di lavori scritti, utilizzare un linguaggio semplice, adatto agli uditori più vari.
Per quanto sia un lavoro tra pari, nel gruppo emerge naturalmente una leadership basata sul riconoscimento implicito di coloro che sono in grado, meglio di altri, di favorire la coesione e la comunicazione,in funzione del raggiungimento degli obiettivi comuni. Ciò facilita anche il superamento del maggiore ostacolo che può rallentare o bloccare le attività in team: trovare l’obiettivo comune su cui lavorare.
In ambito scolastico, spesso capita di assegnare attività senza spiegare il fine per cui ci si debba impegnare insieme; invece, in un gruppo che concordi il proprio obiettivo in autonomia, questo rischio è evitato: definire gli obiettivi da conseguire, garantisce che le soluzioni per raggiungerli coinvolgano davvero tutti.
Pertanto, i partecipanti al laboratorio delimitano il proprio ambito di riflessione e di intervento, scegliendo una serie di nodi concettuali ritenuti centrali per la loro riflessione collettiva. In seguito, pianificano le tappe e la metodologia di lavoro, soppesano varie possibilità e posizioni, valutandone le probabili conseguenze teoriche e/o pratiche. In seguito, a decisione presa, giudicano il grado di utilità e di gradimento da parte di tutti i componenti del gruppo, ovvero se siano stati rispettati i valori e le priorità messe in campo da ciascuno, valutando “dal di fuori” l’accettabilità delle scelte operate.
Queste procedure sono importanti esercitazioni di quella palestra di cittadinanza attiva e consapevole che fa del dialogo, del rispetto reciproco e della contrattazione i capisaldi del proprio essere in relazione e pone il soggetto in un ruolo di partecipazione attiva e propositiva nella società.
Leggi anche l'approfondimento sull'educazione alla cittadinanza attiva
La valenza orientativa del progetto
Prendere delle decisioni ponderate,mediate dal confronto con gli altri, rappresenta un momento fondamentale anche in ambito orientativo, in quanto orientare significa fornire al soggetto in formazione gli strumenti che lo mettano nella migliore disposizione a compiere scelte consapevoli, informate, congruenti con le proprie competenze e aspettative.
I ragazzi si impegnano in un lavoro dialettico, caratterizzato dal confronto dialogico, dall’incalzare di quesiti, esempi e paradossi, argomentazioni e contro-argomentazioni, giungendo a comprendere la bellezza di un percorso fatto insieme e di una ricerca ininterrotta che non può essere solamente speculativa, ma che, per avere valore, deve essere anche trasformativa e testimoniata nella coerenza del proprio vivere.
Durante questo percorso, gli studenti lavorano in profondità a livello della consapevolezza dell’importanza del cambiamento personale, a sua volta funzionale al cambiamento del contesto, entrambi obiettivi dell’attività.
Il gruppo, quindi, non è pensato solo come mera esercitazione accademica o ipotesi di soluzione di questioni teoriche: l’investimento di tempo ed energie è finalizzato a formare persone in grado di creare una società diversa, capaci di non affogare nella diffidenza, nell’intolleranza e nell’incapacità di gestire i conflitti.
Conclusioni
In questo modo, si supera la sterile dialettica esperto-studente che caratterizza ancora alcuni iter orientativi tesi a massimizzare l’aspetto socio-occupazionale e una sola delle parti di cui si compone l’orientamento, quella informativa. L’esito della nuova impostazione non è quella di condurre lo studente a cercare vie brevi per risolvere le incertezze sul proprio futuro, bensì quello di fargli raggiungere in autonomia la delineazione di un chiaro progetto di vita pienamente soddisfacente.