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- 28/3/2022
L'orientamento per i percorsi di studio all'estero
Cos’è un programma di studi all’estero? I periodi di studio all’estero hanno per molti giovani la validità di vere e proprie occasioni di orientamento. E il ruolo dell’orientatore è quello di aiutare i giovani e le rispettive famiglie a comprendere la motivazione reale che li porta a questa decisione. A cura di Ester Basso, Orientatrice Asnor.
Negli ultimi 20 anni la dimensione internazionale della formazione è entrata a far parte in mondo sempre più significativo dei curricula scolastici.
La mobilità studentesca ha costituito un fenomeno in progressivo aumento come risposta alla richiesta dei giovani di conoscere altre realtà, per arricchire il proprio bagaglio di studi e di esperienze.
Il fenomeno di alunni che studiano in altri Paesi rappresenta, per molti istituti scolastici italiani, una presenza costante e solida.
I programmi di scambio. Definizione e normativa
Cos’è un programma di studi all’estero?
È la possibilità data dal MIUR agli studenti italiani di trascorrere alcuni mesio un intero anno all’estero e veder riconosciuto questo periodo: ciò significa che gli studenti non risultano assenti ma frequentanti una scuola all’estero.
Al rientro dall’esperienza, la frequenza e la pagella ottenuta presso una scuola straniera vengono validate e ai ragazzi viene chiesto un colloquio, sia per relazionare l’esperienza svolta, sia per dimostrare di aver recuperato i contenuti minimi e imprescindibili nelle singole materie oggetto di studio in Italia.
Un documento chiave per lo svolgimento di questa esperienza è la Nota Prot 843 del 2013 con oggetto: “Linee di indirizzo sulla mobilità studentesca internazionale individuale”: a partire da questa nota dirigenti e istituti scolastici sono invitati a incentivare e facilitare la partecipazione a programmi di scambio, visti non più come un’interruzione dei percorsi scolastici, ma al contrario come un valore aggiunto.
L’esperienza è permessa ai ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni e l’anno consigliato per svolgerla è la quarta superiore.
Coloro che si candidano sono caratterizzati da una forte motivazione e da una certa stabilità accademica: un buon andamento scolastico aiuta infatti ad affrontare con più serenità l’immersione in un nuovo sistema scolastico e soprattutto il rientro nella scuola italiana.
Ma non è sempre così: talvolta sono proprio gli studenti più fragili a beneficiare di questo tipo di esperienze, perché il diverso metodo educativo che si sperimenta all’estero aiuta a trovare stimoli nuovi.
Spesso l’approccio della scuola straniera è basata sul learning-by doing e si caratterizza per essere focalizzato più sulle competenze che sulle conoscenze.
I nostri giovani tornano quindi arricchiti di nuovi strumenti e nuove prospettive perché, ad esempio, nelle ore di lezione hanno preso parte a lavori di gruppo e debate e grazie alle squadre sportive e ai club della scuola hanno sviluppato un forte orgoglio e senso di appartenenza alla comunità.
Quello che è certo quindi è che il beneficio conferito dai programmi di studio all’estero riguarda tutti i partecipanti, perché tutti tornano più maturi e in grado di osservare le cose partendo da nuovi punti di vista.
Inoltre, la quasi totalità dei giovani che rientrano da esperienze di studio in altri Paesi riscontra un miglioramento nella propria prestazione scolastica, forte di una nuova autonomia e di una maggiore consapevolezza di sé, nata dall’incontro con lingue e culture diverse.
I vantaggi ai fini dell’orientamento individuale
Ma non solo: i periodi di studio all’estero hanno per molti giovani la validità di vere e proprie occasioni di orientamento.
All’estero, infatti, i ragazzi hanno la possibilità di confrontarsi con sistemi scolastici dove è possibile crearsi un curriculum di studio e scegliere le proprie materie (modello anglosassone ripreso anche in molti stati europei).
Molti giovani che provengono da licei italiani raccontano di aver inserito all’interno del proprio percorso materie come anatomia, costruzioni, biologia marina, fotografia o textile design.
Altri ancora scelgono politica, public speaking, storia americana.
Oppure, per fare un altro esempio, studenti che in Italia frequentano istituti turistici e alberghieri possono - oltre ad acquisire perfettamente una seconda lingua - frequentare corsi di cucina e hospitality andando a comprendere meglio quelle che sono le esigenze di una clientela internazionale.
Insomma, un vero e proprio periodo di orientamento sul campo dove, confrontandosi con altre realtà, si impara a conoscere meglio se stessi, si mettono a fuoco i propri talenti, le proprie attitudini e spesso si comprendono i propri desideri per il futuro universitario o professionale. Tutto in un contesto neutro dove non ci sono i genitori a condizionare le scelte e il giudizio degli insegnanti a inibire la prestazione.
Il ruolo dell’orientatore
Qual è dunque il ruolo dell’orientatore se il programma prevede che i ragazzi svolgano in autonomia un percorso di crescita e maturazione?
Il ruolo dell’orientatore è, per esempio, quello di aiutare i giovani e le rispettive famiglie a comprendere la motivazione reale che li porta a questa decisione.
Scelte determinate da pressioni da parte dei genitori o dal desiderio di emulare amici sarebbero certamente controproducenti.
Il supporto dell’orientatore entra anche nel merito della durata del percorso e della destinazione prescelta: qualcuno può trarre maggiore beneficio da un trimestre, altri studenti possono essere pronti a vivere un anno scolastico intero all’estero; diverse lingue e diversi sistemi scolastici possono essere più adatti ad alcune tipologie di alunni piuttosto che ad altri.
Molte organizzazioni prevedono inoltre un colloquio di idoneità prima dell’iscrizione: come abbiamo già detto l’orientatore può supportare i partecipanti in questa fase, aiutandoli a individuare la motivazione, ma anche le aspettative e le paure che nutrono nei confronti dell’esperienza.
Il ruolo dell’orientatore si conclude di fatto una volta che il ragazzo rientra dall’esperienza e si trova a vivere nuove sfide come quella dello shock culturale inverso e della ripresa dei ritmi e della scuola italiani.