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- 29/5/2024
Asnor a Sassari, il racconto di un'esperienza di formazione in presenza
L’Orientatore Asnor, Dario Madeddu, ci racconta l’esperienza di formazione in presenza vissuta a Sassari il 29 ottobre 2021, durante il convegno “Innovazione ed orientamento. Competenze per le nuove professionalità nel settore agrario e artigianale”, organizzato dall'Istituto d'Istruzione Superiore Nicolò Pellegrini di Sassari, in collaborazione con la Fondazione ITS TAGSS Istituto Tecnico Superiore Filiera Agroalimentare della Sardegna e la Camera di Commercio di Sassari.
L’orientamento lungo tutta la vita è un diritto
L’orientamento lungo tutto l’arco della nostra vita, come stabilito a partire dalla Convenzione di Lisbona, e ribadito più volte nei documenti della Comunità Europea e nella Linee Guida del MIUR, è prima di tutto un diritto.
L’orientamento è un diritto dei giovani che affrontano importanti scelte inerenti l’istruzione e la formazione, o che cercano lavoro, ma anche di chi vuole crescere professionalmente.
Essere orientatori, quindi, comporta una grandissima responsabilità: significa innanzitutto essere il tramite perché altri possano esercitare questo diritto.
Questo è forse l’insegnamento più importante che ho lasciato ai docenti durante i laboratori dello scorso 29 ottobre a Sassari, realizzati in occasione del convegno “Innovazione ed orientamento. Competenze per le nuove professionalità nel settore agrario e artigianale”, organizzato dall'Istituto d'Istruzione Superiore Nicolò Pellegrini di Sassari, in collaborazione con la Fondazione ITS TAGSS Istituto Tecnico Superiore Filiera Agroalimentare della Sardegna e la Camera di Commercio di Sassari.
Un’esperienza di formazione e orientamento in presenza a Sassari
La giornata è iniziata con una preziosa iniziativa che ha coinvolto giovani e docenti perché scoprissero le opportunità che un’isola come la Sardegna offre nei settori dell’istruzione e della formazione tecnico-agraria e agroalimentare nelle secondarie di secondo grado, negli ITS e nelle università. I diversi attori istituzionali si sono confrontati con le parti sociali e alcuni imprenditori.
La Regione Sardegna investe sul turismo e il turismo è territorio che cresce e si preserva con l’agricoltura, con l’allevamento e con le tecniche innovative di analisi e rilevazione del territorio.
Al termine della sessione di presentazione dell’offerta scolastica e formativa del territorio, sono iniziati i due laboratori curati da Asnor, che ho avuto l’onore di guidare.
Ad ascoltarmi c’erano diversi docenti, già referenti dell’orientamento o referenti in formazione, provenienti soprattutto dalle secondarie di primo grado.
Mi hanno raccontato di giovani spesso poco motivati a proseguire gli studi.
L’abbandono scolastico è, infatti, il dramma della Sardegna. La ragione principale è che in questa terra si intravvedono davvero poche opportunità lavorative dopo gli studi. Il territorio dell’Isola è vasto e poco popolato, e spesso affrontare due o tre ore di viaggio al giorno per frequentare la scuola diventa un peso insostenibile.
La missione del docente di oggi: essere il primo orientatore nella vita degli studenti
È tutta qui la missione del docente di oggi e ancora di più del docente che diventa referente dell’orientamento: far comprendere come le competenze apprese possano trasformarsi in lavoro.
Meglio ancora, in tanti lavori, visto che i giovani di oggi devono abituarsi all’idea che cambieranno da sette a quindici lavori nel corso della loro vita professionale. Le competenze che contano per il lavoro non sono solo quelle apprese in classe, ma in ogni ambito formale, non formale e informale.
Ecco, dunque, che l’orientamento inizia scoprendo innanzitutto come orientare se stessi in un mondo complesso, tecnologico e in continua evoluzione, dove i lavori cambiano non solo perché fisicamente cambiamo l’azienda in cui lavoriamo, ma soprattutto perché ogni lavoro si evolve rapidamente.
In un presente che richiede apprendimento continuo, l’unico alleato possibile che abbiamo per non farci trovare impreparati dai cambiamenti è l’orientamento.
In un contesto simile, la nostra vita può apparirci come la corsa di un’auto in una gara di rally: le svolte sono rapide, ma devono essere precise, diversamente si rischiano incidenti di percorso che possono farci perdere tempo e opportunità di lavoro.
Essere orientatori oggi, perciò, significa addentrarsi in tutte le sfumature del contesto per poi divenire per noi stessi e per gli altri interpreti della complessità.
La Scuola assume, così, un ruolo attivo che ha come primo compito far comprendere le competenze di vita (LifeComp), per poi addentrarsi nelle competenze chiave (Key competence) e nelle competenze digitali (DigComp).
Tutte le differenti materie di insegnamento sono una palestra di vita e di lavoro per il futuro.
La missione del docente di oggi è fa capire agli studenti che ogni attività è funzionale all’apprendimento di quel set di competenze indispensabili per la vita e il lavoro.
Nel suonare il flauto alle scuole medie si apprende il lavoro di squadra (team working); dietro la “Storia della Musica” c’è il racconto di modi differenti di comunicare che occorre conoscere per sviluppare la creatività, imparare meglio le lingue straniere, comunicare in contesti differenti e non discriminare.
E questo è solo uno dei molteplici esempi di ciò che significa fare didattica orientativa.
Bisogna spiegare bene ai giovani che pensano sia inutile imparare a suonare il flauto, che non sono a scuola solo per suonare un flauto. Sono lì per prepararsi al nuovo mondo del lavoro.
Il più profondo degli insegnamenti
Se dovessi scegliere il più profondo degli insegnamenti, tra quelli emersi con i docenti dei laboratori del 29 ottobre, sceglierei questo: divenire ed essere orientatori significa imparare a insegnare che tutto ciò che apprendiamo nel corso della nostra vita va interpretato e saputo leggere con un animo aperto ai cambiamenti.
Come scrisse Antoine de Saint-Exupéry nel suo capolavoro “Il Piccolo Principe”: “Gli uomini coltivano cinquemila rose nello stesso giardino…e non trovano quello che cercano…e tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po’ d’acqua. Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare col cuore!”.
Noi orientatori siamo quel “cuore che cerca”.