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- 29/5/2024
La tecnica dell'Envisioning nell'Orientamento Scolastico
Il percorso orientativo basato sull’Envisioning può rappresentare un valido aiuto per i giovani in uscita dalle Scuole Superiori. A cura di Daniela Fortuni, Orientatrice Asnor.
Quando ai giovani si chiede qual è il rischio che ritengono che saranno costretti a dovere affrontare in futuro, parlano sempre di lavoro.
“Un'impresa chiamata lavoro”
Secondo l’indagine “Un'impresa chiamata lavoro” (2009), realizzata dalla Gioc (Gioventù operaia cristiana) insieme alla Fondazione Nord-Est - che hanno sentito tremila giovani con un’età compresa tra 15 e 35 anni - il 24,9 % dei giovani mette al primo posto il rischio del lavoro precario.
Altrettanto sentito è il timore di rimanere disoccupati, di non avere il necessario per vivere e di non riuscire a fare un lavoro adeguato al titolo di studio. Solo il 7% ritiene di non correre alcun rischio.
Di fronte a questa situazione, alcuni giovani non si arrendono e reagiscono, mentre altri da soli non riescono a reagire.
Molti si trovano a dover affrontare in solitudine le transizioni dalla scuola al lavoro e dal lavoro al lavoro.
Gli atteggiamenti verso il mondo del lavoro oscillano fra demotivazione/disillusione e, al contrario, eccessiva superficialità/ fiducia.
Soprattutto se si pensa ad un lavoro imprenditoriale, si vede nei giovani una scarsa adesione al mondo reale: idee creative che non tengono conto dei fattori esterni concreti, dei vincoli dati dalla realtà e da una buona autoconsapevolezza.
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Per questi motivi, il percorso orientativo basato sull’Envisioning può rappresentare un valido aiuto per gli studenti in uscita dalle scuole superiori.
Il termine Envisioning viene dal verbo inglese to envision e ci porta a concepire una situazione che sia possibile realizzare in futuro. Envisioning significa, con accezione più ampia, crearsi una visione chiara e lungimirante di qualcosa che ci riguarda, esprimendola attraverso un’immagine vivida.
L’Envisioning a scuola
Ho avuto modo di realizzare percorsi di Envisioning anche con classi di studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori.
L’obiettivo è stato quello di modificare l’atteggiamento dei giovani studenti verso il lavoro autonomo ed imprenditoriale, e in particolare incoraggiare i giovani a ipotizzare un progetto di impegno professionale futuro, in modo da favorire lo sviluppo di progetti individuali formativi e professionali che tengano conto delle possibili opportunità che tale ambito professionale offre.
Anche con gli studenti sono state utilizzate le modalità di “allenamento “ sopra descritte.
In particolare, il focus del processo orientativo si è incentrato sui temi quali:
- la motivazione che spinge a muoversi verso un obiettivo;
- il “coraggio”di seguire la propria scelta, attitudine, vocazione;
- la passione a supporto della scelta;
- la visione del futuro, immaginato come il mondo delle possibilità e di Empowerment.
Ho lavorato, inoltre, sul metodo di costruzione dell’idea, proponendo agli utenti un metodo che evidenzia le differenze tra la creatività artistica e la creatività concreta.
In particolare, l’aula è stata suddivisa in due gruppi di lavoro.
Al primo gruppo è stata proposta una attività di elaborazione di un’idea imprenditoriale in modo libero, e solo successivamente sono stati forniti elementi reali (budget a disposizione, caratteristiche territoriali, locali, clienti potenziali, ecc..), al fine di simulare la condotta di realizzazione dell’idea.
Al secondo gruppo, invece, sono stati forniti in fase preliminare una serie di elementi reali sui quali basare l’esercizio creativo di strutturazione di un’idea imprenditoriale.
Al termine dell’esercitazione, è seguita la razionalizzazione in aula sui seguenti temi:
- differenza tra creatività artistica (mi piacerebbe fare) e creatività concreta (“si potrebbe fare”);
- motivazione ed atteggiamento individuale di confronto tra il “mi piacerebbe ma non si può” ed il “si potrebbe fare mi piace”;
- tecniche di costruzione dell’idea, dalla vocazione (interesse personale) alla verifica dell’idea;
- differenze tra la creazione dell’idea dall’alto (“I vincoli per la realizzazione”) e la creazione dell’idea dal basso (“le opportunità per la realizzazione”).
Il processo di Envisioning si è rivelato un potente strumento di empowerment per i partecipanti: un’opportunità per trovare una chiave di lettura e azione funzionale ai processi futuri di scelta.