Venerdì 4 Ottobre 2024

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  • 29/2/2024

I DSA e la scuola, lavorare per una didattica inclusiva

I Disturbi Specifici dell'Apprendimento comportano difficoltà legate ad alcune abilità specifiche fondamentali per l'apprendimento autonomo. Per questo, a scuola, agli alunni con DSA è dedicata una specifica strategia formativa (legge 170/2010) che si basa sulla personalizzazione e l'individualizzazione dell'offerta didattica, fondamentale per l'approccio inclusivo dell'istruzione di oggi.

I disturbi specifici dell'apprendimento

La sigla DSA è ormai entrata nel linguaggio comune, soprattutto a scuola. In psicologia, con l'espressione Disturbi Specifici di Apprendimento si indica

la difficoltà in quelle abilità specifiche che sono considerate fondamentali per la trasmissione della cultura.

I DSA, quindi, si caratterizzano per essere disturbi specifici e per la loro matrice evolutiva:

  • specifici perché interessano esclusivamente determinati processi di apprendimento;
  • evolutivi perché si manifestano quando il bambino non sviluppa una capacità che per gli altri diventa invece un automatismo.

DSA, manifestazione e diagnosi

Il soggetto che soffre questo tipo di disturbi può avere, per esempio, problemi nella lettura, scrittura o nel calcolo, di conseguenza non è pienamente autosufficiente nel processo di apprendimento. È importante sapere che i disturbi qualificati come DSA hanno origine neurobiologica: non sono quindi legati a traumi psicologici o blocchi educativi. Quindi necessitano di una diagnosi medica. A certificarne l'esistenza può essere soltanto un neuropsichiatra infantile, o un'equipe che coinvolge anche uno psicologo e un logopedista. Proprio la diagnosi e la sua tempestività sono l'elemento più importante in tutto l'iter di trattamento dei disturbi specifici dell'apprendimento. Ciò che danneggia di più il ragazzo con DSA, infatti, non è il disturbo in sé ma il senso di frustrazione che ne deriva, a causa delle difficoltà che incontra tutti i giorni, soprattutto a scuola, e a cui non sa dare una spiegazione. Il rischio più grande è che questa frustrazione si traduca o in un atteggiamento di chiusura verso l'esterno, quasi depressivo, o in una forma di aggressività più o meno marcata.

Le diverse tipologie di DSA

I disturbi specifici dell'apprendimento riconosciuti dalla legge sono 4:

  • La dislessia indica la difficoltà di lettura. Le singole operazioni mentali che sono necessarie per leggere (come la decodifica di lettere, sillabe e di parole, per esempio) non vengono in maniera automatica. Di conseguenza, l'alunno fa una grande fatica nell'attività di comprensione e memorizzazione.
  • La discalculia è invece il disturbo che rende difficile attribuire ai numeri il valore corretto e che genera confusione nella lettura della posizione delle cifre. Per esempio, una persona che soffre questo tipo di disturbo fa molta fatica a distinguere tra 269 e 692. In sintesi, quindi, è il disturbo relativo all'apprendimento del sistema dei numeri e dei calcoli.
  • La disgrafia riguarda la capacità di scrittura, intesa da un punto di vista motorio-esecutivo. La dimensione disordinata delle lettere, la distanza irregolare tra queste e l'ortografia, rendono spesso le parole illeggibili anche per la persona che le ha scritte.
  • Infine la disortografia consiste nella difficoltà di passare dal linguaggio orale al linguaggio scritto, disagio che è dovuto all'incapacità di tradurre i suoni in simboli grafici.

Le diverse forme di DSA possono anche coesistere, oppure aggiungersi ad altri tipi di disturbi. Si parla in questi casi di comorbilità, una situazione che oltre a disturbare le specifiche attività di apprendimento, influisce negativamente sull'abilità complessiva di una persona.  

Alunni DSA e scuola: la legge 170/2010 e la didattica inclusiva

Il quadro normativo in Italia è fornito dalla legge 8 ottobre 2010, n. 170, che assegna al sistema nazionale di istruzione e agli atenei la responsabilità di individuare le modalità didattiche più adeguate per l'inclusione di alunni con DSA. In questo senso, la legge 170/2010 si inserisce in un contesto di ridefinizione del ruolo culturale del docente e dell'istituzione scolastica in generale. Con le "Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico", infatti, si consolida l'approccio innovativo di una scuola che mette al centro la complessità e singolarità di ogni persona, adottando gli strumenti più adatti per consentire a tutti un pieno sviluppo nel processo formativo.

I principi per la gestione dei disturbi specifici dell'apprendimento: didattica personalizzata e individualizzata

Sulla base dei bisogni educativi speciali, quindi, le strategie formative devono essere riarticolate nelle scuole di ogni ordine e livello. L'inclusione a scuola, infatti, si fonda sull'autonomia e flessibilità dell'istituzione scolastica e si sviluppa con la didatticaindividualizzata e la didattica personalizzata, che non devono essere considerati come sinonimi. Anzi, proprio la loro diversa definizione può aiutare a dare un quadro completo della strategia formativa elaborata dal Miur.

La didattica individualizzata pone obiettivi comuni a tutto il gruppo classe, articolando però attività di recupero individuale che l'alunno può svolgere nelle diverse fasi del processo formativo (per esempio con il lavoro individuale in classe o in altri momenti specifici di formazione). Si concentra quindi sulle metodologie individuali da adattare alle caratteristiche dei singoli studenti, con l'obiettivo di assicurare a tutti il raggiungimento delle competenze basiche fondamentali.

La didattica personalizzata, invece, calibra l'offerta formativa sulla base delle esigenze dei singoli studenti del gruppo classe. Interviene quindi anche da un punto di vista qualitativo nel processo di apprendimento e può quindi porsi obiettivi diversi per ciascun alunno. L'approccio personalizzato si sostanzia quindi nella diversificazione delle strategie formative, con l'obiettivo di promuovere le diverse potenzialità presenti negli alunni.

La sinergia tra questi due approcci (quello individualizzato e quello personalizzato) crea le condizioni più favorevoli per consentire allo studente con DSA di raggiungere gli obiettivi formativi. Al di là degli strumenti tecnici e formali, però, costruire una didattica inclusiva per i DSA è, in primo luogo, una sfida formativa per ogni docente. Per poter parlare ad una classe "mista", senza lasciare nessuno indietro, bisogna acquisire competenze specifiche, legate alle modalità di strutturazione delle lezioni, alle tecniche per stimolare la motivazione, alle strategie didattiche di coinvolgimento. La differenza, ancora una volta, può farla solo il docente, che entra in classe tutti i giorni e conosce profondamente problemi e difficoltà.  

Come realizzare l'inclusione degli alunni con DSA: PDP, strumenti compensativi e misure dispensative

Per realizzare concretamente la didattica inclusiva che serve a rendere concreto il diritto all'istruzione degli alunni con DSA, la legge 170 del 2010 prevede tre strumenti fondamentali con cui i docenti possono facilitare l'inserimento scolastico e l'apprendimento degli alunni con DSA:

  • il Piano Didattico Personalizzato (PDP);
  • gli strumenti tecnologico compensativi;
  • le misure dispensative.

Il PDP è il documento fondamentale su cui si costruisce il progetto educativo dedicato allo studente in difficoltà. Viene preparato e aggiornato periodicamente dagli insegnanti, coinvolgendo tutte le figure che intervengono nell'educazione del ragazzo. L'obiettivo è garantire all'alunno lo stesso livello di apprendimento di tutti i suoi compagni.

Leggi l'approfondimento sul Piano Didattico Personalizzato

Inoltre, ai ragazzi con DSA deve essere permesso l'utilizzo di strumenti didattici e tecnologici che gli facilitino lo studio: sintetizzatore vocale, registratore, programmi di video-scrittura e calcolatrice. In questo senso, la LIM è un potente alleato dei docenti (qui la Guida Asnor dedicata alla LIM e un approfondimento su lavagna multimediale e didattica inclusiva). Allo stesso tempo, gli deve essere concesso l'esonero da alcune tipologie di prove di verifica, da sostituire con altre dal valore equipollente.

La normative sull'inclusione scolastica in Italia

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