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- 13/11/2024
Adolescenza e orientamento scolastico: sviluppo dell'identità personale e strumenti di intervento
L’adolescenza è uno dei normali periodi di transizione della vita: si tratta di un periodo di grandi cambiamenti, una fonte inesauribile di novità ed entusiasmi e insieme di grandi e profonde sofferenze. A cura di Alessia Paglia, Orientatrice Asnor.
Adolescenza: identità, sviluppo e criticità
I fattori intrinseci ed estrinseci che provocano profondi cambiamenti in questa fase della vita, spingono gli adolescenti a sperimentare in risposta a ciò un accomodamento, ovvero una sorta di fuga in avanti, ovvero un tentativo di compiere scelte, decisioni, compiti, obiettivi propri dell’età adulta senza però essere fisicamente e psicologicamente preparati.
L’adolescente è nella fase dello sviluppo umano compresa fra gli 11 e 18 anni che ha inizio con la pubertà e quindi con i cambiamenti fisici e biologici a cui associano emozioni molto diversi e la ricerca di nuovi rapporti con la realtà circostante. Tutto ciò spinge l’adolescente a non voler essere più dipendente dalla famiglia e dal suo sostegno affettivo, mentre rivolge tutto l’interesse alla relazione con i coetanei, vissuti come portatori di valori nuovi ed originali rispetto a quello del mondo degli adulti.
L’autonomia conquistata lo spinge a sperimentare nuove attività, ad adottare diverse modalità di comportamento, a mettere in discussione idee e valori che fino a quel momento avevano regolato il rapporto con se stesso, con gli altri, con le istituzioni sociali. Tuttavia, la messa in discussione di alcune certezze lo rende spesso insicuro e ansioso rispetto a come interpretare le proprie esperienze, affrontare i compiti di sviluppo, immaginare il proprio futuro e soprattutto prepararsi a viverlo. Tra i diversi compiti evolutivi che l’adolescente deve superare per procedere nella propria crescita e che le diverse pratiche orientative non possono non considerare, fondamentale è la formazione dell’identità.
Parlare di adolescenza significa parlare del processo di costruzione della propria identità personale: tale identità risulta legata ai sentimenti relativi a separazione e appartenenza rispetto agli altri. Sono sentimenti che ci accompagnano nel corso della nostra esistenza e che trovano la loro genesi nel legame madre-bambino e dalle conferme e disconferme che in quel legame si originano e che poi a nostra volta riceviamo e restituiamo lungo tutto l’arco della vita. Per questo motivo si può parlare di continuità e di cambiamento nella costruzione dell’identità personale.
L’identità può essere definita il sentimento di sé che unisce passato, presente e futuro, in quanto implica “una continuità dell’individuo con il proprio passato, un presente personalmente significativo, un orientamento preciso anche se non immodificabile con il proprio futuro”.
L’adolescenza potrebbe essere definita come il momento del cambiamento per antonomasia: si tratta di cambiamenti iniziati nel periodo puberale e prepuberale, ovvero modificazioni a livello corporeo che hanno una notevolissima ricaduta a livello psicologico perché il più delle volte l’adolescente si guarda allo specchio non è per niente soddisfatto di ciò che vede e stenta quasi a riconoscersi.
Si tratta di una realtà sulla quale non è possibile esercitare nessun tipo di controllo e questa mancanza di controllo si rivela in movimenti smodati e incontrollati come il nascondersi o l’esibirsi; gli adolescenti mancano di consapevolezza di sé e pur avendo insight di grande acutezza non sono in grado di trattenerli mentalmente e utilizzarli.
Il sostegno del gruppo è fondamentale, ma mancano ancora aspetti pregnanti della vita di gruppo come lo scambio, la condivisione, l’utilizzo dell’esperienza con la conseguenza che pur imitando mode e tendenze di gruppo e in gruppo, provano e sperimentano una profonda delusione.
Gli adolescenti si sentono disponibili a tutto, in grado di superare gli ostacoli, ma al contempo non sono in grado di gestire i loro sentimenti, affetti e pensieri, tendono a esibirsi, ma anche ad appartarsi, fuggono dal passato, ovvero vogliono allontanarsi dall’autorità genitoriale e dall’immagine infantile di sé, ma tutti questi desideri sono in contrasto alla paura della nuova condizione di crescente autonomia.
La possibilità di intrattenere relazioni interpersonali al di fuori dell’ambito familiare non è esente da ansia perché l’Io dell’adolescente non è preparato ad affrontare queste novità, questo stato di mobilitazione di energie fisiche e psichiche da origine a un malessere interiore generalizzato provocato dalle difficoltà di dare seguito a queste brillanti intuizioni e dalle emozioni di angoscia interiore percepita dai giovani.
Un tentativo di accomodamento messo in atto per cercare di rispondere a tali pressioni è quello di realizzare una sorta di fuga in avanti, immaginando di catapultarsi direttamente in età adulta e di immaginarsi come protagonisti di un percorso di crescita in evoluzione nel quale non vi è spazio per arresti e ritorni.
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La pratica di orientamento scolastico per gli adolescenti
Il processo di orientamento, chiedendo all’individuo di valutare se stesso per quello che è stato fino a quel momento e di progettare il suo futuro sulla base di quello che potenzialmente potrà diventare negli anni successivi, mette in discussione il concetto di identità.
Se si considera la fascia d’età che va dai 13 ai 17 anni, si ritrovano tutte le caratteristiche proprie del periodo adolescenziale: insicurezze, dubbi, timori legati alle trasformazioni fisiche e psicologiche in atto, misti a sentimenti di attesa, speranze e desideri nuovi e intensi.
Ci sono anche problemi particolari che fanno parte dell’adolescenza e del vissuto di ciascun alunno; quindi, l’intervento orientativo sarà calibrato non solo alle caratteristiche generali di questa categoria di utenti, ma anche in relazione ai singoli individui e ai loro particolari compiti di sviluppo.
Gli adolescenti avranno quindi necessità di interventi differenziati che riguardano i seguenti aspetti.
Termine della scuola media
- L’educazione alla scelta e alla presa di decisione finalizzata a sviluppare la capacità di acquisire una conoscenza più approfondita di se stesso, dei suoi rapporti interpersonale, dell’ambiente in cui vive;
- Acquisire le rappresentazioni sociali relative alla scuola e al lavoro;
- Raccogliere le informazioni chiare e corrette relative alle strutture scolastiche, le varie professioni e le possibilità del mercato del lavoro;
- Sviluppare l’abilità di elaborare progetti coerenti e realistici che tengano conto di competenze e risorse personali e delle possibilità offerte dall’ambiente sociale;
- Rinforzare la motivazione all’apprendimento e alla riuscita scolastica;
- Contenere l’ansia legata alla scelta;
- Prendere decisioni autonome e responsabili riguardanti il percorso scolastico o la formazione professionale.
Inserimento in un nuovo contesto (dalla scuola media alla scuola superiore)
- Conoscenza del nuovo ambiente e delle figure professionali che vi lavorano;
- Consapevolezza delle caratteristiche e delle richieste del nuovo tipo di scuola;
- Socializzazione con i compagni e costruzione di rapporti significativi con i compagni e docenti;
- Valutazione della scelta effettuata, delle proprie risorse personali e monitoraggio del proprio rendimento;
- Sviluppo delle proprie competenze scolastiche e sociali.
Ri-orientamento
- Fine del primo quadrimestre del primo anno di scuola superiore;
- Fine biennio di scuola superiore e inizio triennio;
- Continuazione del percorso scolastico scelto;
- Cambiamento dell’indirizzo scolastico superiore scelto;
- Inserimento in un corso di formazione professionale, tirocinio formativo post-diploma, apprendistato.
Strumenti dell’orientamento in età adolescenziale: l’approccio personalistico e la relazione di aiuto
L’azione orientativa è stata prevalentemente pensata per l’adolescente-studente come colui che va orientato, ovvero guidato in un percorso nel quale riceve informazioni di vario genere relative alle sue caratteristiche mentali, culturali, emotive, motivazionali, e viene invitato a seguire le conclusioni che gli vengono offerte come le migliori per lui e per la sua situazione.
L’orientamento personalistico invece si configura come un percorso processuale di sviluppo, di crescita e di evoluzione del soggetto che si mostra come parte attiva nelle sue scelte scolastiche e professionali, un’opportunità per maturare in modo da realizzare le proprie aspirazioni attraverso un atteggiamento-comportamento costruttivo e collaborativo, anche come soggetto utile per la società.
La relazione d’aiuto che si stabilisce all’interno della strategia orientativa personalistica diviene un vero e proprio strumento di libertà per ricreare intorno al giovane le condizioni favorevoli per la sua crescita e sviluppo, per coinvolgerlo attivamente nelle sue scelte e decisioni e per far accrescere senso di autonomia, stima, fiducia e responsabilità, soprattutto durante le sfide, svolgimento di compiti, risoluzioni di problemi, superamento di difficoltà.
L’operatore di orientamento, attraverso tali approcci si porrà come figura di aiuto e sostegno spogliandosi completamente del proprio ruolo ufficiale attraverso un’identificazione a “effetto specchio”, in modo che l’adolescente possa attraverso di lui osservare e riconoscere una serie di rappresentazioni che non sono altro che aspetti e parti di Sé.
Conclusioni
L’utilizzo di questi strumenti preziosi consente alla pratica orientativa di intervenire su una serie di problematiche strettamente legate alla fase evolutiva, come:
- Conflitti relativi all’immagine di sé;
- Problemi di autostima e di fiducia in se stessi;
- Senso di inadeguatezza e svalutazione della capacità di autoefficacia;
- Rapporti problematici con compagni e docenti;
- Situazioni di conflitto con la famiglia, contrasto tra le proprie aspirazioni con quelle genitoriali;
- Difficoltà scolastiche di inserimento nella nuova classe, impatto negativo con le nuove regole, difficoltà di apprendimento di materie scolastiche.