Venerdì 13 Settembre 2024

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  • 12/9/2024

Orientatori e IA: una ricerca dell'Università di Bologna sul ruolo dell'IA generativa

Il Dipartimento di Psicologia “Renzo Canestrari” dell'Università di Bologna ha scelto Asnor per raccogliere le percezioni degli Orientatori Asnor sull’uso degli strumenti di intelligenza artificiale generativa nel contesto dello sviluppo di carriera, per esplorare i fattori che determinano percezioni e atteggiamenti verso l’uso dell’Intelligenza artificiale nel loro lavoro e il potenziale impatto sullo sviluppo della loro carriera. A cura di Gerardo Petruzziello, Psicologo del Lavoro e Ricercatore dell’Università di Bologna.

Che l’intelligenza artificiale (IA) stia entrando nelle nostre vite - e nemmeno con molto tatto nel chiedere il permesso di entrare - è un dato di fatto. Esperienze aneddotiche e statistiche certificano l’utilizzo sempre più massivo di questo strumento.

L’IA generativa, il simbolo o quanto meno il prodotto più conosciuto di questa rivoluzione digitale, è già presente nella vita e nel lavoro di molti, così come il suo vocabolario (quanti conoscevano prima del 2023 il concetto di prompt o di chatbot?).

Come ogni innovazione anche l’IA genera controversie, attirando su di sé entusiasmi e scetticismi, a volte anche estremi e poco lucidi (svolta epocale per il progresso umano o strumento che farà strage di milioni di posti di lavoro?). Tuttavia, sarebbe miope non osservare che l’integrazione dell’IA nei processi lavorativi esiste (Kaplan & Haenlein, 2019), e altrettanto miope sarebbe ignorare che l’orientamento è uno degli ambiti applicativi di questi strumenti, come dimostrano già alcune interessanti testimonianze.

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Cosa spinge a utilizzare l’IA nel lavoro di consulenza

Come ricercatore, la mia curiosità mi ha portato a occuparmi di questo tema, facendomi chiedere cosa c’è dietro l’uso dell’IA generativa nel lavoro di consulenza. Mi chiedo quale sia il processo che si innesca nella motivazione dei professionisti, e come le loro opinioni su questi strumenti animino le percezioni legate alla loro carriera.

La ricerca del Dipartimento di Psicologia “Renzo Canestrari” dell'Università di Bologna esplora alcuni di questi fattori e processi psico-sociali.

Gli atteggiamenti e le percezioni di controllo

Le percezioni degli utenti riguardo all’utilità e usabilità delle nuove tecnologie influenzano fortemente l'accettazione di esse (Davis, 1989). Se i lavoratori percepiscono l'IA come uno strumento utile e facile da usare, o se si sentono in grado di usarlo, saranno più consapevoli e propensi a integrarla nelle loro routine lavorative. In termini pratici, studiare questi aspetti fornisce evidenze solide su cui strutturare attività di formazione mirate per orientatori e orientatrici, in cui poter sviluppare una conoscenza informata di questi strumenti e acquisire nuove competenze digitali.

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Norme Sociali e Immagine Professionale

Le norme sociali e l'immagine professionale influenzano fortemente la percezione e l’uso di tecnologie innovative, la cui diffusione è spesso l’esito di pressione sociale e desiderio di conformarsi alle aspettative professionali (Rogers, 2003).

Comprendere qual è il ruolo di questi aspetti sull’utilizzo dell’AI nell’orientamento è essenziale per comprenderne i risvolti di immagine per la categoria e di identità professionale dei singoli professionisti, e impostare attività di (in)formazione e sensibilizzazione.

Impatto sull'Occupazione e Sviluppo di Carriera

Davvero l’IA ci “ruberà il lavoro”? Se è vero che svolge molti compiti che richiedono capacità peculiari agli esseri umani (es. cercare informazioni sulle opportunità), si deve riconoscere che consulenti possiedono le capacità umane uniche (Lent, 2018). Inoltre, l’occupabilità è anche legata a risorse molteplici e sfaccettate che ci permettono di incidere nel mercato del lavoro e ridurre le preoccupazioni sul futuro. Questa ricerca intende valutare se e come queste risorse leniscono le preoccupazioni innescate dall’IA.

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Conclusione

L’evidenza scientifica è sempre la base migliore di ogni intervento. Questa ricerca vuole fornire tale base, e capire quali attività istituzionali, organizzative e individuali possano essere intraprese per supportare un approccio consapevole e competente all’IA generativa.

Quindi, vi invito a partecipare a questa importante ricerca compilando il questionario.
Compila il questionario a questo link.

Bibliografia

  • Davis, F. D. (1989). Perceived usefulness, perceived ease of use, and user acceptance of information technology. MIS Quarterly, 13(3), 319-340. https://doi.org/10.2307/249008
  • Kaplan, A., & Haenlein, M. (2019). Siri, Siri, in my hand: Who’s the fairest in the land? On the interpretations, illustrations, and implications of artificial intelligence. Business Horizons, 62(1), 15-25. https://doi.org/10.1016/j.bushor.2018.08.004
  • Lent, R. W. (2018). Future of Work in the digital world: Preparing for instability and opportunity. The Career Development Quarterly, 66(3), 205–219. https://doi.org/10.1002/cdq.12143
  • Rogers, E. M. (2003). Diffusion of Innovations (5th ed.). Free Press.
Gerardo Petruzziello

Gerardo Petruzziello

Psicologo del Lavoro, Ricercatore dell'Università di Bologna

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