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- 27/3/2024
Il Recruiter e l'Orientatore: un'intesa tra il mondo HR e l'Orientamento
Questo articolo vuole essere spunto di riflessione, portando in esame la possibilità di un Recruiter di svolgere anche attività di orientamento, specie durante il processo di selezione del personale. Nella fattispecie, non si fa riferimento a veri e propri percorsi di orientamento, per i quali ci vorrebbe troppo tempo e ci sono specifiche figure professionali preposte a erogarli, bensì a "suggerimenti orientativi" che possono emergere anche durate il processo di selezione del personale. A cura di Anna Toffoletti, Orientatrice Asnor, Esperta HR e Coach professionista.
Il Recruiter e l‘Orientatore devono conoscere il più possibile la persona che hanno di fronte e ciò consente a entrambi di fornire al candidato un feedback orientativo.
Di seguito, analizziamo più nel dettaglio "l'intesa" tra le due aree professionali.
Il panorama generale. Conosciamo le due professioni
Nel mercato del lavoro, Recruiter e Orientatori possono essere considerati dei “catalizzatori di successo”, sia per le aziende che per i candidati. Entrambi svolgono un ruolo fondamentale nel facilitare l’incontro tra talenti ed opportunità: sono due figure professionali che hanno di base delle caratteristiche comuni, anche se operano con modalità e scopi differenti.
Le attività di orientamento professionale trovano spazio ancora prima del processo di ricerca e selezione, rivolgendosi prevalentemente a coloro che cercano un lavoro, un percorso formativo o sono interessati a un cambio professionale. Comprendono attività informative, di consulenza o di accompagnamento, che hanno lo scopo di portare le persone ad ampliare la conoscenza di sé e delle proprie caratteristiche, alla definizione di un obiettivo professionale e alla messa appunto degli strumenti di comunicazione utili per il raggiungimento dell'obiettivo desiderato.
L'attività di ricerca e selezione parte invece dall'azienda; è un anello che fa parte delle risorse umane e si conclude con l'assunzione del candidato scelto e il relativo processo di onboarding. Il selezionatore è quindi chiamato a comprendere le esigenze aziendali e a trovare la persona che le possa soddisfare al meglio tali esigenze.
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Il Recruiter e l’Orientatore nella pratica
Esploriamo ora, più nel dettaglio, le azioni che un Recruiter può compiere per indossare i panni da Orientatore e dare così al processo di selezione un valore aggiunto, soprattutto nei casi di conclusione negativa dello stesso - fermo restando che l'orientamento trova utilità anche in caso di conclusione positiva del processo.
Nello specifico, i consigli del Recruiter possono spaziare dagli aspetti tecnici del curriculum e della lettera di presentazione a suggerimenti riguardanti le modalità di candidatura, i trend e le caratteristiche del mercato del lavoro.
Questa figura professionale può inoltre focalizzarsi sulle soft o hard skills e sostenere la motivazione del candidato, soprattutto se il processo di selezione ha dato esito negativo: sarà infatti abilità del selezionatore riuscire a portare alla luce gli aspetti positivi dell'esperienza, nonostante la selezione non sia stata superata. Può ad esempio sottolineare sia i tratti favorevoli del profilo del candidato sia le aree di miglioramento, affinché l’esperienza non sia solo fine a sé stessa ma diventi utile e costruttiva.
In altre parole, il Recruiter può supportare il candidato a comprendere il proprio potenziale e a utilizzarlo al meglio per sviluppare la carriera desiderata. Il momento del feedback è sicuramente quello più opportuno per regalare al candidato qualche prezioso consiglio.
Conclusioni
L’orientamento professionale abbinato al processo di selezione porta con sé sicuramente dei vantaggi ma, d’altro canto, le criticità sono anch’esse presenti. Possiamo menzionare ad esempio la necessità di impiegare più tempo e risorse e l’accettazione del feedback da parte del candidato, che non sempre può essere disposto a riceverlo e questo può minare la relazione tra le parti coinvolte.
In questo scenario, nel quale ai vantaggi si possono accavallare anche svantaggi, sarà abilità di azienda e Recruiter riuscire a trovare il giusto metodo e la giusta sensibilità per una corretta integrazione delle due professioni.
In conclusione, mi piace pensare che, anche grazie all'utilizzo di software sempre più performanti e/o dell'intelligenza artificiale, il processo di ricerca e selezione possa venir snellito delle sue parti più tecniche per lasciare più spazio alla relazione umana e a una maggiore comprensione delle esigenze dei candidati.
In un mercato del lavoro nel quale non sono più solo le aziende a scegliere i lavoratori, ma sono le stesse persone che scelgono le aziende, sicuramente anche un'esperienza positiva in sede di colloquio nutre l'immagine aziendale aumentando le capacità dell’azienda di attrarre talenti futuri.
Orientamento e selezione giocano un ruolo cruciale nel plasmare il futuro mercato del lavoro, perché contribuiscono alla facilitazione dell’incontro tra il talento e l’opportunità, alimentando di conseguenza la crescita di entrambi gli attori coinvolti, ossia l’azienda e il candidato.