Lunedì 7 Ottobre 2024

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  • 30/7/2024

Alla ricerca del proprio impatto nel mondo

Nel contesto di transizione in cui viviamo, ciascun individuo è chiamato a “fare la propria parte” per contribuire alla costruzione di un modello di sviluppo più equo e sostenibile. In questo scenario, quale parte può avere il Professionista dell'Orientamento? A cura di Manuela Rapacchia, Orientatrice Asnor.

Il compito principale di ciascun Orientatore è quello di far emergere le necessità e le aspettative individuali, di interpretarle e, sulla loro base, di costruire insieme all'Orientato un progetto personale e professionale. In questo senso, possiamo affermare che tra i fondamenti etici dell'Orientamento c'è il riconoscimento dell'unicità di ogni singolo individuo.

Della valorizzazione di questa unicità l'Orientamento svolge la propria mission.

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Un nuovo paradigma economico e sociale

Il contesto attuale è fortemente dominato dal senso dell'individualità e dal bisogno di ciascun individuo di trovare la propria personale realizzazione e il proprio posto nel mondo.

Al tempo stesso, si fa sempre più urgente il bisogno di costruire un nuovo paradigma economico e sociale, umanista ma non individualista: vale a dire, un paradigma che sia in grado di valorizzare il potenziale di ciascuno senza trascurare o calpestare il contesto e la collettività. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile individuati dall'ONU sono stati introdotti affinché il nostro modello di sviluppo attuale non precluda la sopravvivenza delle generazioni a venire.

La rivoluzione nel mondo professionale

Dalla necessità di “agire” il cambiamento e rispondere a questi obiettivi, ha preso avvio una vera e propria rivoluzione nel mondo professionale. Pensiamo ai green jobs, ossia a quelle professioni che, secondo la definizione dell'United Nations Environment Programme UNEP, “contribuiscono a preservare o restaurare la qualità ambientale”: dai mobility manager ai giuristi ambientali, dai bioinformatici agli ingegneri energetici. Rivoluzioni professionali come questa permetteranno ai giovani di rispondere a uno dei loro bisogni più impellenti, specialmente tra coloro che appartengono alla cosiddetta “Generazione Z”: quello di trovare il proprio purpose, ossia il proprio scopo, assieme al contesto più adatto per attuarlo.

Immaginare possibili impatti: il sostegno dell’Orientatore

Di fronte alle generazioni che in questo momento hanno la responsabilità di individuare il proprio percorso formativo e lavorativo, il compito dell'Orientatore si va ampliando e va ridisegnando i propri confini: a partire dall’analisi delle caratteristiche individuali, il Professionista dell'Orientamento ha la responsabilità di stimolare l'Orientato ad immaginare i “possibili impatti” e i possibili contributi che egli vuole e può apportare nel proprio contesto.

Alla fondamentale domanda a cui ciascun percorso di Orientamento tende, “Di cosa vorresti occuparti?”, si aggiungono nuovi, ineludibili, interrogativi: “Quale impatto vorresti avere nel mondo? A quale cambiamento vorresti contribuire?”

In sintesi, conciliare la valorizzazione dell'individualità di ciascuno con l'identificazione di una mission da portare avanti nella società e per la società è la duplice sfida a cui ciascun Orientatore è inevitabilmente chiamato a rispondere.

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Manuela Rapacchia

Manuela Rapacchia

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