Martedì 16 Luglio 2024

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  • 15/12/2023

Il metodo Retravailler: un esempio di orientamento al femminile

La sociologa Evelyne Sullerot ha creato un metodo di orientamento per tutte le categorie di donne. Contributo di Alessia Paglia, Orientatrice Asnor.

La metodologia di orientamento Retravailler è stata infatti pensata per i periodi di cambiamento economico che costringono un gran numero di persone adulte, tra cui le donne, a cambiare la propria vita sia sul piano personale che professionale”.

Evelyne Sullerot

Che cos’è l’orientamento al femminile

Decenni di analisi e di riflessioni sulla condizione femminile, la segregazione formativa delle donne con le conseguenze sul versante della collocazione nel mondo del lavoro (difficoltà di accesso ad alcuni settori, vincoli allo sviluppo delle carriere, rischi di espulsione dal mercato del lavoro) hanno portato a pensare percorsi di orientamento con forte valenza formativa dedicati a sole donne. Si tratta di percorsi che si prefiggono di offrire loro gli strumenti necessari a decidere il più liberamente possibile di sé e della propria vita.

Questo significa, per le giovani di essere in grado di progettare autonomamente i propri percorsi, evitando sia di rinunciare, per senso di inadeguatezza o per paura, a scelte che le attraggono e a saperi che interessano, sia di avere con senso di rassegnazione e di sconfitta la scelta di percorsi più tradizionali; per le meno giovani di essere supportate a riconoscere e valorizzare le competenze acquisite nei propri percorsi professionali e di vita e di sentirsi legittimate a fare delle scelte diverse.

Azioni di orientamento per il superamento delle discriminazioni dirette e indirette provocate dagli stereotipi di genere, nei percorsi professionali e di valorizzazione delle specificità femminili, sono quindi rivolte non solo alle ragazze ma anche ad altri gruppi di donne:

  • a donne adulte con difficoltà di primo o di reinserimento nel mondo del lavoro;
  • a lavoratrici coinvolte o coinvolgibili in percorsi di sviluppo di carriera;
  • a donne interessate al lavoro autonomo e/o imprenditoriale.

Pur nella diversità delle specifiche tipologie, i programmi di azioni orientative rivolte alle donne presentano numerose caratteristiche comuni o comunque riferibili agli stessi principi e criteri.

Leggi anche il Manifesto della Leadership al Femminile

In cosa consiste il metodo Retravailler

Retravailler significa “lavorare di nuovo”. Prende questo nome la metodologia messa a punto in Francia nel 1974 da Evelyne Sullerot, una sociologa esperta delle problematiche del lavoro e della formazione femminile.

Incaricata nel 1969, dall’Ufficio Internazionale del Lavoro, di condurre uno studio sul lavoro femminile ed in particolare sul ritorno alla vita professionale delle donne rimaste a casa ad allevare i figli, la ricercatrice constata che le politiche attuate nei vari Paesi hanno segnato un fallimento.

Le donne che avevano seguito i programmi di formazione erano mal preparate ad affrontare i vincoli del mondo del lavoro e non avevano sufficiente fiducia in se stesse per riuscire a superare gli ostacoli che incontravano nel reinserimento.

La metodologia Retravailler, la prima metodologia francese di orientamento professionale per adulti, è nata quindi in un contesto economico e sociale che si basava ancora sul modello dominante dell’uomo che lavora e della donna “casalinga”, socialmente protetta, ma economicamente più vulnerabile, per fornire a donne adulte dai 25 ai 55 anni la capacità e la forza per inserirsi o reinserirsi nel mercato del lavoro, per meglio governare la transizione dal lavoro di produzione al lavoro di mercato.

I princìpi fondamentali 

Il metodo Retravailler si basa su alcuni princìpi ritenuti fondamentali per lo svolgimento dei suoi moduli e fasi di lavoro da realizzare in sede di counselling:

  • ogni persona è accolta nella sua globalità, tenendo presente la sua dimensione cognitiva, la sfera affettiva, il suo ambiente familiare e socio-economico, la sua specificità di genere;
  • ogni persona è capace di evoluzione e di cambiamento a partire dalle conoscenze e dal potenziale emotivo;
  • ogni persona deve poter trovare il senso e la direzione della sua evoluzione personale e professionale e può diventare esperta grazie a un percorso di auto-valutazione e di auto-orientamento;
  • ogni persona è soggetto/attore delle proprie scelte di vita;
  • ogni persona è portatrice di potenzialità che si possono valorizzare.

L’attualità di tale metodo ha dell’incredibile. Può essere assolutamente ripreso e applicato durante la consulenza orientativa, dove le donne, con il giusto sostegno ma in totale autonomia decisionale, possono cercare di capire: cosa so fare; cosa voglio fare; cosa posso fare.

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Dott.ssa Alessia Paglia

Dott.ssa Alessia Paglia

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