Sabato 27 Luglio 2024

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  • 31/3/2023

Good Looking: cos'è e come svilupparlo per la crescita professionale

La competenza del Good Looking ci viene in aiuto come una nuova abilità (soft skill) da utilizzare per la nostra crescita professionale. Si tratta della capacità di prendersi cura della propria persona e di esaltare le proprie qualità per presentarsi al meglio. A cura di Daniela Prandi, Psicologa, founder di PersonAtelier.

Identità e immagine, parliamo di ciò che è dentro e ciò che è fuori, di quello che è in superficie e quello che è in profondità, di quello che appare e quello che è. Mi sono sempre chiesta che rapporto ci sia tra queste dimensioni e se una conti più dell’altra nel presentarci agli altri e nella formazione della nostra autostima.
L'identità è il cuore della nostra personalità, esprime chi siamo, le nostre caratteristiche, attitudini, potenzialità, il perché facciamo quello che facciamo, è un dono sociale dice Umberto Galimberti: non è una dote naturale, l’identità ce la danno gli altri, è il frutto del riconoscimento. 

L'immagine rappresenta cosa mostriamo agli altri, è la parte di noi più accessibile al mondo, dipende da come ci vediamo, che in definitiva è la rielaborazione di ciò che abbiamo interiorizzato dagli sguardi altrui.
Queste due dimensioni possono essere più o meno vicine e allineate. Sono vicine quando l'immagine che percepiamo ed esprimiamo attraverso l'abbigliamento ci piace ed è espressione del nostro essere, lo rappresenta in modo efficace.

Sono distanti quando il nostro modo di apparire non ci racconta, non ci piace, e così iniziamo a nasconderci portandoci lontano da noi stessi. In questo caso disinvestiamo sulla nostra immagine, l'apparire diventa qualcosa di frivolo e superficiale, dentro e fuori assumono pesi differenti, diventando antagonisti anziché alleati.

Come riportare allora la situazione in equilibrio, soprattutto in situazioni nelle quali siamo chiamati a dare il meglio di noi, o in momenti di vita di transizione e cambiamento quali possono essere il rilancio e la riqualificazione professionale?

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Il Good Looking, una nuova competenza

La competenza del Good Looking ci viene in aiuto come una nuova abilità, vale a dire la capacità di prendersi cura della propria persona, di esaltare le proprie qualità, presentandosi al meglio. Perché “se è vero che nella bellezza non c’è merito, sapersi presentare nel modo giusto è una competenza reale” (F. Daveri in Gioia! n. 11 del 2016 – Il Potere della Bellezza di Manuela Mimosa Ravasio).

Nel suo libro “La bellezza paga. Tutti i vantaggi dell’essere attraenti”, Daniel Hamermesh ci spiega inoltre come per i belli sia più facile trovare lavoro e come vengano pagati meglio, mettendo da un lato in luce una serie di criticità legate a problemi di equità e giustizia, dall’altro spiegando in modo preciso e puntuale perché questo accade - a causa dei bias nei quali inciampiamo-, e i vantaggi che se ne possono raccogliere.

In diversi percorsi di orientamento, mi è capitato che questa competenza sbocciasse quando qualcosa dentro si assestava, ad esempio dopo un percorso di riappropriazione di risorse o progettualità. In questi casi, anche l’immagine diventava più attenta e curata.

Quello che voglio proporre qui di seguito è pero il cammino all’inverso, ponendo l’accento sulle potenzialità di un cambiamento esteriore come boost per la propria autostima e per un rilancio professionale.

Gli psicologi Hajo e Galinsky nel 2012 hanno coniato il termine enclothed cognition, formulando una teoria secondo la quale, in virtù delle associazioni simboliche che conferiamo agli abiti e alle sensazioni che ci fanno provare, non soltanto comunichiamo qualcosa ma “diventiamo” quel qualcosa.

Ed ecco allora che un cambio d’abito può farci sentire e comportare in modo più professionale, grintoso, assertivo, deciso, orientato all’obiettivo.

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Come coltivare la competenza del Good Looking

Coltivare il Good Looking significa sfoderare la propria stoffa.
Ecco gli strumenti che occorrono:

  • conoscenza e consapevolezza estetica, perché occorrono informazioni su armonie, forme, proporzioni, offerta del mercato e consapevolezza di cosa ci sta bene, cosa ci valorizza, cosa ci piace; 
  • consapevolezza di sé, perché occorre avere una chiara visione di sé allenando uno sguardo gentile e non giudicante;
  • obiettivi di sviluppo, si tratta di fare focus su aspetti specifici del cambiamento che si desidera attuare (ad esempio il guardaroba, un taglio di capelli, il make-up, etc.)
  • alleati, sono i professionisti che possono accompagnarci lungo il percorso;
  • piano d’azione, ovvero strategie mirate verso l’obiettivo desiderato.

E infine le domande che tornano utili per fare il check di questa competenza sono:

  • La tua immagine cosa sta raccontando di te? È coerente con chi sei? Ti soddisfa?
  • Cosa ti manca per esprimerti al meglio (es. Conoscenze estetiche? Consapevolezza estetica? Consapevolezza interiore? Obiettivi di sviluppo? Alleati? Piano d’azione?)
  • Qual è il primo passo che puoi compiere per dare il via al cambiamento che desideri?

Conclusioni, a cosa serve curare la propria immagine

Oggi, curare la propria immagine diventa un fattore strategico di rinforzo del sé: essere più curati, valorizzarsi, presentarsi al meglio accresce il senso di fiducia e sicurezza consentendo di far arrivare prima e meglio le proprie caratteristiche personali e con la possibilità di sfruttare a proprio vantaggio i bias che ruotano intorno alla dimensione esteriore.

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Dott.ssa Daniela Prandi

Dott.ssa Daniela Prandi

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