- 1976
- 4 minuti
- 31/3/2023
L'orientamento per il reinserimento professionale dei relaunchers
In Italia, la gran parte dei relaunchers è rappresentata dalle madri che si sono allontanate più o meno volontariamente dal lavoro per dedicarsi a tempo pieno alla crescita dei propri figli. Ma rientra in questa categoria anche chi si è fermato per accudire un genitore o un proprio caro. Un programma di rilancio per i relaunchers, a cura di Loredana Toso, Orientatrice Asnor.
Chi sono i relaunchers
I relaunchers sono tecnicamente “coloro che si rilanciano”, definiti anche returners “coloro che ritornano”: sono quei professionisti che desiderano reinserirsi nel mercato del lavoro dopo un periodo di assenza più o meno prolungato.
In Italia, la gran parte dei relaunchers è rappresentata dalle madri che si sono allontanate più o meno volontariamente dal lavoro per dedicarsi a tempo pieno alla crescita dei propri figli. Ma rientra in questa categoria anche chi si è fermato per accudire un genitore o un proprio caro; chi si è trasferito in un nuovo contesto, perdendo la precedente occupazione; chi è stato bloccato a causa di malattie importanti; o semplicemente chi ha scelto di prendersi del tempo per sé - il cosiddetto anno sabbatico.
I dati rispetto a questo target non sono di facile reperimento: i professionisti che vogliono riproporsi nel mercato del lavoro rientrano all’interno dei grossi calderoni degli inoccupati e dei disoccupati. Sfuggono alle statistiche, ma la percezione è che il loro numero sia in crescita. Come afferma I-relaunch: i relaunchers sono ovunque. Ognuno di noi ne conosce almeno uno.
Se qualche anno fa chi usciva dal mercato lavorativo lo faceva definitivamente, rinunciando spesso per sempre ai circuiti ufficiali del lavoro, oggi l’esigenza di rientrare dopo una pausa lavorativa è più impellente: le necessità economiche crescenti, l’allontanarsi dell’età pensionistica, la prolungata giovinezza dell’età di mezzo, unita a motivazioni personali di soddisfazione, autostima, riportano diversi professionisti alla ricerca di un reinserimento lavorativo, terminata la pausa.
Tant’è che negli Stati Uniti, e nel mondo anglosassone in generale, la sensibilità verso questo target è in ascesa e si stanno sviluppando alcune realtà focalizzate su temi quali il rientro lavorativo dei returners, il contrasto all’ageism-pregiudizio verso i professionisti senior -, la sana coesistenza delle diverse generazioni in impresa.
Il reinserimento professionale dei relaunchers
Società come l’americana I-relaunch e l’inglese Women Retourners offrono programmi e servizi per favorire il reinserimento lavorativo di professionisti, incoraggiando al contempo nelle imprese l’adozione di programmi di returnship dedicati.
In Italia, la strada da percorrere è ancora lunga e, ad eccezione di qualche sgravio per gli inserimenti di fasce di disoccupati di lunga durata, o degli over, i relaunchers nostrani non possono contare su particolari interventi e/o programmi a supporto del loro rientro lavorativo.
I dati sul fronte delle donne-madri non sono incoraggianti: il rapporto di Save the Children Italia: “Le equilibriste. La maternità in Italia 2022” ci dice che nel nostro Paese il 42,6% delle madri tra 25 e 54 non è occupata (con un picco del 62,6% nel Mezzogiorno).
I dati del report di DBRS Morningstar, ci mostrano come nel 2021 il tasso di partecipazione delle donne alla forza lavoro in Italia sia il più basso d’Europa. Il nostro 56,4% è ben inferiore a quello di paesi come Svezia e Olanda dove la percentuale si aggira sull’80%. Chissà quante relaunchers si nascondono dietro questi dati.
Quali barriere
Senza entrare nel merito delle ragioni di questo quadro, resta il fatto che i relaunchers rappresentano una categoria di persone che incontra notevoli barriere nel reinserimento lavorativo, tanto che molti di loro desistono dall’impresa, sopraffatti dallo scoramento. Alle difficoltà oggettive dovute all’obsolescenza delle competenze, soprattutto digitali e tecnologiche, si sommano le componenti emotive che generano paure e senso di inadeguatezza, ansie da prestazione, timori del fallimento, oltre ai pregiudizi di quei recruiters che ancora stigmatizzano un “buco” nel cv.
Riproporsi sul mercato del lavoro dopo una pausa più o meno prolungata non è facile. Lontano dal lavoro le persone hanno sviluppato ritmi, attività, abitudini e frequentazioni diverse. Ripartire e riproporsi efficacemente come professionista richiede impegno, tempo ed energie.
Ma come possiamo noi orientatori aiutare in modo efficace i relaunchers nel loro obiettivo?
Un programma di rilancio per i relaunchers
Personalmente mi ritrovo a lavorare sempre più spesso con questo target di persone e ho sviluppato la convinzione che sia necessario per loro un intervento importante, strutturato, che veda idealmente la collaborazione di un team di professionisti diversi.
Queste persone necessitano spesso un di un supporto su più fronti, che li prepari e sostenga adeguatamente nel cambiamento. Infatti non si tratta solo di un cambio di condizione lavorativa, ma di una vera e propria ripartenza, che investe la sfera professionale ma anche quella personale ed emotiva.
Serve un vero e proprio programma di rilancio che accenda la miccia, che generi fiducia, sviluppi un circuito virtuoso di motivazione, impegno e costanza.
Il relauncher deve essere guidato verso la costruzione di una nuova identità - quella professionale- attraverso un programma che si snoda in più fasi:
- un rinforzo della persona nel suo complesso, anche attraverso tecniche e operatori diversi;
- un percorso di orientamento personalizzato finalizzato a fare emergere talenti, vocazioni, valori, etc;
- la conoscenza del mercato del lavoro attuale e futuro, delle dinamiche e parole chiave dei settori di interesse, per definire obiettivi professionali realistici e sensati;
- l’identificazione di aree di miglioramento e sviluppo, da colmare con attività di re-skilling o up-skilling mirate;
- una strategia completa di professional branding che preveda la costruzione di una immagine professionale rinnovata, da declinare nei diversi strumenti e canali di promozione, compatibili con obiettivo professionale;
- un programma di attività con un attento monitoraggio dei risultati ed eventuali revisioni dello stesso.
Sono convinta che noi Orientatori possiamo renderci fautori di efficaci programmi di rilancio a beneficio di questo target di persone, ancora poco conosciuto, ma in ascesa.