Sabato 7 Dicembre 2024

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  • 27/1/2023

Dati Excelsior sul fabbisogno occupazionale in Italia: il commento di Stefano Capuano, Orientatore Asnor

In questo contributo, L’Orientatore Asnor Stefano Capuano commenta il rapporto “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia (2022-2026)” realizzato dal Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e ANPAL che analizza i risultati più recenti degli scenari di previsione sui fabbisogni occupazionali e professionali in Italia per tutto il periodo 2022-2026.

Il Sistema Informativo Excelsiorrealizzato ogni cinque anni da Unioncamere e da ANPAL – si colloca tra le maggiori fonti disponibili in Italia sui temi del mercato del lavoro.

A partire dal 2010, il Sistema Informativo Excelsior conduce uno studio sul fabbisogno occupazionale a medio termine (orizzonte quinquennale), tramite un modello econometrico multisettoriale e con un approccio analogo a quello seguito a livello europeo dal CEDEFOP. Attualmente, le previsioni sono riferite al periodo 2022-2026 e sono dettagliate per settore economico, tipologia di occupazione, professioni, livelli di istruzione e principali indirizzi di studio.

Alcuni numeri: il fabbisogno occupazionale 2022-2026 in Italia

Considerando la situazione di incertezza e le conseguenze economiche del conflitto tra Russia e Ucraina, in un estratto Excelsior vengono presentate le previsioni secondo tre scenari macroeconomici: uno positivo e altri due meno favorevoli, dove si rivede la crescita del PIL per considerare gli effetti del rialzo dei prezzi energetici e del peggioramento delle condizioni finanziarie.

Per il quinquennio 2022-2026, la crescita stimata dello stock occupazionale, per effetto dell’espansione economica dei settori privati e della Pubblica Amministrazione potrà variare tra circa 1,3 e 1,5 milioni di unità. La forbice tra la previsione dello scenario più favorevole e le stime degli altri due scenari rappresenta, dunque, il costo in termini occupazionali della guerra in Ucraina, ed è compreso tra 235mila e 256mila occupati nel quinquennio.

Considerando gli oltre 2,8 milioni di occupati che dovranno essere sostituiti nel quinquennio - per naturale turnover -  si prevede un fabbisogno totale compreso tra 4,1 e 4,4 milioni di lavoratori tra il 2022 e il 2026. Il fabbisogno è quindi determinato per il 31%-35% dall’espansione economica, grazie allo stimolo delle risorse del PNRR, alla previsione di ripresa della produzione del settore privato e all’aumento di occupazione nella Pubblica Amministrazione.

Osservando le stime dello scenario intermedio, che delinea un quadro economico più vicino all’attuale contesto, si riportano le principali indicazioni che emergono sulle dinamiche occupazionali e sui fabbisogni di lavoratori del sistema economico del Paese.

I settori con maggiori fabbisogni occupazionali

Dall’analisi per filiera emerge che i settori con i maggiori fabbisogni occupazionali sono il commercio e il turismo con 742mila unità, seguiti dalla filiera che comprende gli altri servizi pubblici e privati (583mila unità) e dalla filiera finanza e consulenza (504mila unità); tra i settori più esigenti in termini di fabbisogno, con riferimento all’indicatore del tasso di fabbisogno, si rilevano anche la filiera della salute (4,5%) e dell’informatica e telecomunicazioni (3,8%).

I fabbisogni in termini di competenze

Quanto alle competenze, i processi di transizione verde e digitale continueranno ad esercitare un ruolo importante nel mercato del lavoro. Le competenze green saranno richieste sempre più diffusamente: nei prossimi 5 anni le imprese e il comparto pubblico richiederanno il possesso di attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale a 2,4 milioni di occupati e per il 60% di questi tale competenza sarà richiesta di livello elevato.

Inoltre, sempre nel periodo 2022-2026, il fabbisogno di personale con competenze digitali di base sarà di quasi 2,2 milioni di occupati (mentre la domanda di figure in possesso di almeno due e-skill a livello elevato è stimata intorno alle 900mila unità).

Tra il 2022 e il 2026, il mercato del lavoro avrà bisogno di 1,3 milioni di laureati e 1,5 milioni diplomati, corrispondenti nel complesso al 68% del fabbisogno occupazionale del quinquennio, mentre a oltre 580mila lavoratori sarà richiesta almeno una qualifica professionale.

Leggi il rapporto completo qui

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Conclusioni, il mismatch tra domanda e offerta e il bisogno di orientamento

Il confronto domanda-offerta di lavoro evidenzia un mismatch quantitativo di oltre 50mila laureati in media all’anno, con gravi carenze nel personale medico e sanitario (potrebbero mancare 19mila laureati all’anno), nelle lauree STEM (-22mila) e nell’area economico-statistica (-17mila).

Per i diplomi, si stima un’offerta più alta della domanda per circa 17mila unità in media annua, ma analizzando nello specifico gli indirizzi emergono alcuni forti mismatch, con potenziali situazioni di carenza di offerta, per gli indirizzi amministrazione-marketing, socio-sanitario, costruzioni e trasporti-logistica.

Risulta in forte disequilibrio anche il rapporto tra il fabbisogno annuo di qualificati e di diplomati dell’IeFP e l’offerta. Mancano all’appello circa 38mila giovani per ogni anno di previsione, con mismatch rilevanti per gli operatori meccanici, gli operatori edili/elettrici, quelli della logistica e dei servizi di vendita.

Per rispondere a questi dati, occorre sottolineare che in Italia c’è ancora un forte bisogno di orientamento sin dalla fascia scolastica pre universitaria, perché consente di individuare nei giovani la volontà di chiarire determinate aspirazioni.

L’orientamento deve nascere da una pianificazione che ritengo possa essere suddivisa in due categorie:

  • Motivazionale
  • Di competenze

La prima deve chiarire la volontà del giovane, o della persona adulta orientata, di comprendere al meglio il settore in cui vuole orientarsi o meglio inserirsi. La seconda, invece, rappresenta “la condicio sinequa non" per poter supportare il suo progetto di carriera, mestiere, lavoro.

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Stefano Capuano

Stefano Capuano

Orientatore Asnor

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