Sabato 27 Luglio 2024

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  • 18/1/2023

Cos'è la Web reputation: 7 consigli per migliorarla sul lavoro

Definita dal Vocabolario Treccani come “la stima e la considerazione in cui si è tenuti da altri”, la reputazione - di un prodotto, un servizio, un’impresa o una persona - è da sempre un elemento importante, che orienta fortemente le scelte e gli acquisti delle persone. Ma come migliorarla? A cura di Loredana Toso, Orientatrice Asnor.

Cos’è la reputazione sul web

Se in passato la reputazione era una vera e propria forma di definizione sociale, un giudizio ponderato che prendeva forma col tempo, a partire da solide valutazioni, con la globalizzazione digitale le cose sono cambiate.

Oggi, alla realtà fisica si affianca quella virtuale, quella in cui la condivisione di informazioni non avviene più solo tra un ristretto circuito di persone ma su scala planetaria e, conseguentemente, notizie e immagini possono sfuggire al controllo.

La vecchia reputazione delle comunità del passato lascia oggi spazio al nuovo concetto di web reputation, che va via via assumendo una connotazione sempre più ampia, delicata e anche pericolosa, considerando che i tempi di permanenza nella rete da parte di persone e professionisti sono in costante aumento.

La velocità del web

Secondo uno studio di ReputationUp del 2021, ben il 93% dei consumatori basa le proprie decisioni di acquisto sulle recensioni online, perché considerate più affidabili della pubblicità e della mera promozione.

I ritmi veloci e i numerosi stimoli ai quali siamo quotidianamente esposti lasciano però poco tempo all’approfondimento e alla valutazione dei contenuti: siamo sempre più abituati a valutare ed essere valutati per ogni interazione e tendiamo a semplificare, etichettare in modo rapido, basandoci spesso sulla prima impressione e sull’immagine di ciò che ci viene sottoposto.

La conseguenza di ciò è che oggi crearsi una buona, ma anche una cattiva reputazione, può essere decisamente più rapido che nel passato, perché la rete agisce da potente cassa di risonanza.

Ognuno di noi diventerà famoso per 15 minuti in futuro”: questa frase attribuita ad Andy Warhol qualche anno fa appare oggi quasi profetica, alla luce della velocità con la quale i nuovi strumenti digitali rendono possibile la diffusione di informazioni e immagini nella rete.

Il problema si pone quando strumenti strategici e performanti come ad esempio i social media vengono affidati a persone inconsapevoli delle implicazioni e conseguenze di un cattivo o “leggero” uso delle stesse. Jeron Lanier - un pentito della Silicon Valley - nel suo libro “10 ragioni per cancellare i tuoi account social”, invita gli utenti di tutto il mondo ad abbandonare le piattaforme di condivisione di informazioni, ma al giorno di oggi questa scelta non pare essere sempre percorribile.

Proprio per porre rimedio alle dinamiche descritte, negli ultimi anni si sono diffuse agenzie e imprese specializzate che supportano imprese, ma anche personaggi pubblici e famosi nel monitoraggio e nel miglioramento della propria immagine nella rete, considerata un asset strategico.

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L’importanza della web reputation sul lavoro

Anche nel mercato del lavoro la reputazione è una delle variabili più potenti nella scelta del datore di lavoro. Pertanto, istituti prestigiosi come Great Place to Work ogni anno stilano classifiche sui migliori posti di lavoro, basati sulle valutazioni dei dipendenti e collaboratori, così come le numerose indagini di employer branding - Universum Global e Randstad Employer Branding Research, per citarne due - in cui le imprese con la migliore reputazione si contendono la vetta della classifica di top employers per vari target di studenti.

Ma anche sul fronte dei candidati, la reputazione si conferma una leva determinante per l’acquisizione delle risorse umane e dei talenti da parte delle aziende. Dall’indagine Work Study Trends di Adecco del 2020 (dati del 2019) emerge che il 44,1% dei recruiters ha escluso dei candidati ai fini di una selezione a causa di una cattiva web reputation.

Scorrendo i dati, ci accorgiamo come questa percentuale sia quadruplicata nel giro di 6 anni, tanto da farci ipotizzare che oggi abbia ampiamente superato la soglia del 60%. Sempre stando ai dati, le ragioni dell’esclusione risiederebbero nel 62,3% dei casi in immagini sconvenienti, nel 46,9% in informazioni non coerenti con il cv, nel 32,6% in contenuti discriminatori e nel 26,5% in commenti negativi e critiche su precedenti datori di lavoro.

Appare evidente come una cattiva web reputation possa vanificare tutti gli sforzi e l’impegno profuso nella preparazione dei vari strumenti di candidatura - curriculum vitae, lettera di motivazione, profilo di linkedin -, e nelle attività di ricerca di lavoro.

Leggi anche Orientamento online e offline: il personal branding coerente

7 consigli per migliorare la propria web reputation

Alla luce delle considerazioni fatte, la web reputation è un elemento di cui tenere sempre più conto, soprattutto nella ricerca di opportunità lavorative per dipendenti e collaboratori e di clienti, nel caso di liberi professionisti.

E chi può supportare i candidati nel monitoraggio e nel miglioramento della propria immagine ai fini di una assunzione? Personalmente, sono fermamente convinta che noi Orientatori abbiamo un ruolo strategico nel sensibilizzare e rendere i nostri utenti consapevoli dell’importanza che una immagine online positiva e professionale riveste oggi nel mondo del lavoro; soprattutto con gli utenti più giovani, che spesso utilizzano gli strumenti digitali e i social network con estrema velocità e leggerezza.

Di seguito, elenco 7 consigli utili per migliorare la propria web reputation:

  1. Verifica la tua presenza nella rete. È sufficiente digitare il tuo nome e cognome su un motore di ricerca per visionare i documenti collegati. Se i risultati non sono edificanti, puoi tentare di rimuoverli e modificare le impostazioni degli account, optando magari per una suddivisione dei contenuti: quelli professionali e pubblici, quelli personali e privati.
  2. Fatti trovare: crea un account su Linkedin – il principale social network professionale – fatto bene, pubblica un video cv o una video presentazione, apri un blog, o semplicemente scrivi articoli o testimonianze che mettano in evidenza le tue competenze e professionalità.
  3. Amplia la tua rete dei contatti, applicando al meglio le strategie di professional networking.
  4. Raccogli referenze: un tempo cartacee o telefoniche, oggi anche digitali, ad esempio attraverso le Recommendations e gli Endorsement di Linkedin.
  5. Crea e mantieni in rete un’immagine autentica e coerente, in linea con la tua professionalità e le tue competenze, utile per l’identificazione da parte degli altri interlocutori.
  6. Utilizza i social network per presentare le tue competenze, i tuoi valori, i tuoi interessi e le tue aspirazioni. In rete ci sono già esempi virtuosi in tal senso: ispirarsi ad essi può essere un buon punto di partenza.
  7. Ma soprattutto: rifletti e conta fino a 10 prima di postare.

La digitalizzazione è entrata prepotentemente anche nei meccanismi di recruting e sottovalutare la web reputation potrebbe dimostrarsi controproducente, vanificando i gli sforzi fatti per raggiungere il tuo lavoro dei sogni.

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Dott.ssa Loredana Toso

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