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- 12/12/2022
Orientamento online e offline: il personal branding coerente
L’espressione personal branding si riferisce all’attività di marketing e promozione personale che applichiamo nella vita online e offline al fine di costruire la nostra reputazione e comunicare con gli altri. Ma come fare personal branding per trovare lavoro in modo davvero efficace e coerente? Approfondimento a cura di Dario Madeddu, Orientatore iscritto al Registro Orientatori Asnor.
Definire il personal branding può sembrare facile. Oggi che il marketing è divenuto il pane quotidiano di tante attività, potrebbe bastare una chiosa: è la nostra personale strategia di marketing. Come ogni definizione, però, anche questa rischia di lasciare fuori un pezzo consistente di ciò che è il personal branding. Soprattutto, lascia fuori tutto ciò che il marketing che quotidianamente viviamo sui social crediamo non preveda: la nostra quotidianità.
Personal branding e ricerca del lavoro, l’uso dei social media
Quando parlo di personal branding a un mio allievo, la mia apertura è sempre un’affermazione che la scrittrice Ann Handley fa nel suo libro “Le nuove regole della scrittura - Strategie e strumenti per creare contenuti di successo”: “Se sei sui social media, sei nel marketing”. L’affermazione, condivisibile di certo, impone una riflessione seria sull’utilizzo di questi strumenti.
Pubblicare contenuti sui social è un’arma a doppio taglio. Può di certo esserci utile, ma al contempo, se non fatto correttamente, può nuocere alla nostra attività di ricerca.
Quando pubblichiamo qualcosa, siamo sempre certi che chi legge riesca a cogliere con esattezza il nostro messaggio?
Quel messaggio è coerente con la nostra immagine quotidiana?
Il senso del personal branding è racchiuso in queste domande.
Il suo significato deriva dal termine brand – marchio – e l’utilità di marchiare qualcosa per renderla riconoscibile a tutti nasce nel mondo dell’allevamento degli animali.
Il significato profondo di “marchio” ci fa comprendere che il personal branding ha a che fare con la distinguibilità che scegliamo di avere, con ciò che scegliamo di essere e raccontare nel mondo del lavoro e ai fini della ricerca del lavoro. Se chi ci legge o ci osserva non comprende ciò che stiamo comunicando, potremmo essere di fronte a un grosso problema.
La strategia per trovare lavoro con il personal branding
Come per tutte le azioni di marketing, anche quando ci accingiamo ad iniziare o a portare avanti azioni di marketing personale o personal branding, dobbiamo utilizzare un metodo e seguire una strategia.
Non pretendo di esaurire l’argomento in queste poche righe.
Ma per esemplificare dovremmo porci e rispondere a domande simili:
- Analisi della situazione e del contesto: Quali figure professionali con le mie competenze ricerca il mercato? Quali competenze possiedono o raccontano di possedere?
Come si presentano e come comunicano sul web e sui social le figure professionali alle quali potrei accostarmi e che lavorano nel settore nel quale lavoro o vorrei lavorare? - Ricerca del target di riferimento: Quali possono essere le aziende per le quali potrei lavorare? Quali potrebbero essere i clienti primari dei servizi o dei beni dell’azienda nella quale potrei lavorare? Nel caso in cui fossi un libero professionista, quali e come sarebbero i miei clienti? Quali servizi ricercherebbero?
Dopo aver fatto le mie ricerche e aver risposto a queste domande, devo capire cosa comunicare, quali mezzi (social media, blog, newsletter) utilizzare e organizzare il mio piano di comunicazione.
Online e Offline, come comunicare
Bene! Così funziona nel mondo online, ma offline, come può funzionare il personal branding?
Sarò diretto: deve funzionare allo stesso modo.
Stacchiamoci dall’idea che sui social dobbiamo apparire perfetti, “belli e buoni” come gli uomini dei libri di storia greca.
I social media, da nuova realtà nella quale comunichiamo, stanno divenendo molto più simili alla vera realtà nella quale ci muoviamo.
Oggi, sui social, hanno più valore i profili personali e il racconto reale e quotidiano che in quei profili si fa.
È più facile promuovere un profilo personale piuttosto che un profilo aziendale.
E allora, per far funzionare il nostro personal branding offline, dobbiamo essere coerenti con ciò che di noi vogliamo comunicare. Sempre! Che sia online o offline, non deve cambiare nulla. Nel reale e quotidiano, non possiamo essere l’immagine perfetta del disordine e della astenia e poi mostrarci, sui social, come la quintessenza dell’ordine e dell’attivismo.
Non possiamo mostrare un nostro lato dal vivo e un altro sui social. I social non sono più il luogo dove raccontare solo le cose straordinarie che ci capitano.
Se vogliamo fare un personal branding che sia efficace per la nostra ricerca di lavoro o la nostra crescita di carriera, dobbiamo tenere a mente questo assunto: noi sul lavoro non saremo quotidianamente straordinari. Saremo per lo più al meglio di ciò che possiamo essere e altre volte ci sarà perfino complesso avere prestazioni stabili.
Le aziende non ci scelgono per quelle poche volte in cui saremo straordinari, ma per le migliaia di volte in cui saremo ordinari, per ciò che sapremo dare ogni giorno.
Perciò, se vogliamo davvero fare del personal branding che funzioni, dobbiamo migliorare ciò che dal vivo comunichiamo, diversamente i due racconti – online e offline – saranno talmente differenti da risultare in ogni caso poco efficaci.
Non chiedo a nessuno di essere straordinario ogni giorno, tutt’altro.
Se nel nostro CV dichiariamo di essere bravissimi nel team working e di avere uno straordinario orientamento al cliente, non possiamo di certo mostrarci offline e dal vivo come individualisti e menefreghisti. Perché? Perché anche il nostro CV non è lo straordinario racconto delle nostre mirabili avventure nel mondo del lavoro, ma semplicemente un racconto coerente di ciò che quotidianamente sapremo offrire in un’azienda e ai nostri clienti.
La nostra coerenza e la nostra “speciale” normalità sono le uniche cose che non smetteranno mai di distinguerci dagli altri.