Martedì 16 Luglio 2024

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  • 20/4/2024

Le cause della dispersione scolastica. Il supporto dell'orientamento

In questo articolo, non mi occuperò di numeri e statistiche riguardanti il fenomeno della dispersione scolastica, ma cercherò di individuarne le cause, e, soprattutto, offrire metodologie di lavoro per cercare di aiutare lo studente che possa trovarsi in momenti difficili o di crisi. A cura di Maurizio Forzoni, Orientatore Asnor.

Il fenomeno della dispersione scolastica

Personalmente mi sono occupato di dispersione scolastica, sia per motivi di ricerca sul campo, sia per il lavoro che svolgo in studio con studenti di ogni età che, in un certo momento della propria vita, hanno manifestato delle problematiche o dei sintomi che possono riguardare semplici disaffezioni verso lo studio, sino ad arrivare a veri e propri rifiuti scolastici e abbandoni.

Il passaggio dalle scuole secondarie di primo grado a quelle di secondo grado è sempre un passo molto importante e delicato, dal momento che allo studente – il quale viene fuori da una realtà ove la programmazione didattica è in genere standardizzata –  è per la prima volta richiesto di scegliere il proprio indirizzo di studio, sulla base di interessi personali e tenendo conto altresì delle proprie inclinazioni e priorità.

Ancora oggi, nonostante le scuole abbiano al loro interno dei percorsi orientativi per aiutare gli studenti in questa non facile decisione, può capitare che questi siano indirizzati nel proprio percorso di studi da compagni, famiglie e anche insegnanti che il più delle volte possono avere costruito o proiettato su di loro aspettative proprie, senza tenere conto dei reali interessi, desideri e vocazioni di ciascuno. 

Dal lavoro che svolgiamo, ci siamo resi conto che, una delle prime cause di difficoltà o abbandono scolastico va individuata nell'aver errato la scelta del proprio percorso scolastico e formativo relativo alle scuole superiori. In questo articolo, quindi, non mi occuperò di numeri e statistiche riguardanti il fenomeno della dispersione scolastica, ma cercherò di individuarne le cause, e, soprattutto, offrire metodologie di lavoro per cercare di aiutare lo studente che possa trovarsi in momenti difficili o di crisi.

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Come l’Orientatore individua le cause della dispersione scolastica

La prima domanda che ci poniamo è come procedere a rettificare una eventuale scelta errata, con il fine di aiutare  lo studente a riorientarsi verso un percorso di studi più consono e che possa riaccendere il suo desiderio mancante o assopito. In questa fase è molto importante il lavoro e gli incontri preliminari attraverso cui l'Orientatore possa comprendere come il soggetto è arrivato ad effettuare quella prima scelta e su cui ripone molti dubbi ed incertezze. 

Non è infatti da escludere che il momento di sconforto o difficoltà potrebbe essere anche derivante da situazioni diverse e ostacoli che lo studente ha incontrato nel suo cammino. Occorre, quindi, preliminarmente capire se questa situazione sia veramente determinata da un errore di scelta, oppure da altre problematiche insorte (come, ad esempio, conflitto con uno o più insegnati, difficoltà nelle relazioni con i compagni, problematiche familiari o di altro tipo).

Un Orientatore ha sempre il compito di ascoltare, prima di tutto, lo studente, senza arrivare frettolosamente a conclusioni  che, se non prospettate dal soggetto medesimo, potrebbero risultare fuorvianti e portare ancora più fuori strada. Nel momento in cui sarà chiaro che il soggetto in orientamento manifesta il desiderio di cambiare scuola, allora potrà essere aiutato nell'utilizzare gli strumenti che sono previsti per effettuare un trasferimento da un Istituto all'altro.

L'Orientatore è un partner che può aiutarlo in questo delicato passaggio, che va preso con consapevolezza, proprio per evitare nuovi fallimenti o difficoltà che possono creare un senso ulteriore di frustrazione, da cui poi diventa sempre più difficile uscirne.

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Desiderio e motivazione come motori di cambiamento

Molto diversa è la situazione in cui lo studente manifesti una crisi in ambito scolastico dovuta a conflittualità con gli insegnati, o problematiche relazionali con i propri compagni, oppure quel fenomeno che si chiama calo del desiderio, ovvero la perdita di passione verso l'apprendimento.

Ciò che purtroppo dobbiamo constatare è che, il nostro sistema scolastico, sovente appesantito da questioni burocratico-istituzionali che nulla hanno a che fare con l'insegnamento, tiene in pochissima considerazione le vocazioni, i talenti e i desideri degli studenti. Eppure, è noto che il desiderio è il motore di ogni cambiamento, e di ogni azione che possa raggiungere la propria meta, il proprio obiettivo. Non s'impara – o non si dovrebbe imparare – per obbligo, senso del dovere, ma per curiosità e desiderio di sapere, di conoscere.

La scuola, invece, fa fatica a stimolare il desiderio, sino in alcuni casi ad annullarlo e/o a non tenerne proprio conto. Così come fa fatica – e lo abbiamo potuto constatare anche in questo periodo di pandemia – ad adeguarsi ai nuovi strumenti di apprendimento/insegnamento, come la didattica a distanza online. Tali strumenti e linguaggi sono oggi perfettamente utilizzati dai ragazzi; sono “il loro pane quotidiano”, e, quindi, la problematica è soprattutto degli insegnanti e degli adulti che, anche per mancanza di adeguata formazione, non riescono a farne un uso proficuo e profittevole.

Ed è ancora più grave quando ci accorgiamo che viene fatta una sorta di declassamento della formazione a distanza, rispetto a quella tradizionale in presenza. Non esistono insegnamenti di serie “A”, e altri di serie “B”. Occorre infatti ricordare che i ragazzi si formano già prevalentemente attraverso una formazione di tipo non formale e informale, soprattutto utilizzando la rete telematica. Per cui, la formazione formale, scolastica, è solo uno delle possibili fonti da cui i ragazzi attingono, e quindi occorre che gli insegnanti ne tengano conto, se vogliono avvicinare e incuriosire i propri studenti, aiutandoli ad appassionarsi alla propria materia d'insegnamento.

Il ruolo della scuola

È importante che siano la scuola e il corpo docente a venire incontro alle esigenze degli studenti, e non l'inverso come spesso dobbiamo constatare. Personalmente sogno una scuola a misura di allievo e non di Istituzione Scolastica. 

Questa affermazione mi porta a parlare di un'altra questione cruciale ed essenziale ove trovo gravi carenze. Ovvero il fatto che, nonostante si parli continuamente d'inclusione, di didattica individualizzata e personalizzata, nella pratica non si tiene in realtà conto che ciascun studente è diverso da un altro, per ciò che concerne i desideri, gli interessi, i talenti, le vocazioni, ma anche i tempi di apprendimento. E spesso si pretende che tutti gli studenti apprendano allo stesso modo, con la grave conseguenza che, chi non riesce a stare al passo con i compagni, si sente inadeguato, sino ad arrivare a fenomeni di esclusione, emarginazione, ghettizzazione,  con tutte le conseguenze del caso, come il rischio di abbandono precoce degli studi, e, quindi, di dispersione.

Basterebbe pensare che quello studente lì non è più indietro di un altro, ma magari ha tempi diversi, o anche interessi diversi, per poter dare in alcuni casi una concreta mano, ed evitare fallimenti che poi possono avere conseguenze anche nel futuro, e segnarlo addirittura per tutta la vita.

Considerazioni finali

Un Orientatore, debitamente formato, può essere un facilitatore non sono negli apprendimenti, ma anche nella risoluzione di casi di conflittualità o anche di emarginazione sociale in ambito scolastico. Solo con adeguati strumenti e orecchie orientate all'ascolto è possibile aiutare lo studente in difficoltà ad uscire da situazioni di crisi, evitando di entrare in quella spirale di frustrazione che poi può portarlo ad abdicare al proprio desiderio di crescita formativa, di vita e professionale.

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Dott. Maurizio Forzoni

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