Martedì 16 Luglio 2024

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  • 25/7/2022

Perché rivolgersi a un Orientatore Asnor

La pratica e l’esperienza insegnano quanto sia complesso e riduttivo farcela da soli, contando solo sulle proprie potenzialità individuali già conosciute e apprese. A cosa serve un percorso di orientamento? A cura di Rovena Bronzi, Orientatrice Asnor.

 

Le difficoltà del “farcela da soli”

Da Orientatrice Asnor e Job coach umanista (ma anche da coachee stessa quale sono stata) credo ciecamente che ognuno abbia già dentro di sé tutte le risposte che gli servono e che attraverso le giuste domande e un allenamento mirato di quelle 2/3 potenzialità individuali che più’ pulsano per essere allenate, espresse e valorizzate, può arrivare certamente a sviluppare poteri, competenze e talenti in grado di portarlo a raggiungere grandi risultati. E che possa arrivare a farlo anche da solo.

Ma la pratica e l’esperienza insegnano anche quanto sia complesso e riduttivo farlo da soli. Spesso è addirittura controproducente. 
Ecco una serie di ragioni:

1. Lavorare su se stessi è difficilissimo, talmente difficile che persino noi Orientatori/Coach ci affidiamo a colleghi quando il problema da risolvere o l’Omega da raggiungere sono i nostri. O quando per esempio abbiamo il bisogno di confrontarci con qualcuno esperto al di fuori della nostra cerchia di affetti che non ci giudica, che non ci dica “devi, vai, fai..e se non lo fai, allora…”, che ci porti a comprendere “se vedi tutto grigio, sposta l’elefante”.

2. Ciascuno di noi ha le risposte dentro di sé, è vero, ma spesso non sa leggerle o non ha gli strumenti per potenziarle, esprimerle e concretizzarle in azioni, strategie e soluzioni. Oppure possiede già quegli strumenti (basti pensare che le potenzialità sono degli strumenti potentissimi che abbiamo dentro di noi per auto-realizzarci in tutte le sfere della nostra vita) ma non sa come utilizzarli per orientare le sue scelte, per costruire un percorso di felicità auto-realizzativa, per scoprire in se stesso nuovi talenti.

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A cosa serve un percorso di orientamento

Un percorso di orientamento in cui siamo accompagnati da professionisti permette quindi indiscutibilmente di:

  • orientarsi, partendo da un punto A (la nostra Alfa, la situazione di partenza spesso ricca di emozioni negative, malessere e sofferenza) per arrivare a un punto B (la nostra Omega, la situazione desiderata), a volte già vissuta dentro di noi, altre, ancora da scoprire, comprendere ed esplorare in tutte le sue sfaccettature;
  • comprendere cosa significhi fare una ricerca di lavoro che sia davvero attiva ma soprattutto "personalizzata", a partire dal “conosci te stesso”, dalla definizione di obiettivi professionali e professioni obiettivo, analizzandone la realizzabilità;
  • prendere auto-consapevolezza del chi siamo, cosa facciamo, perché lo vogliamo fare e muoverci in quella direzione (o altra che via via scopriamo essere più’ funzionale per noi) trovando e sperimentando le diverse strade da percorrere;
  • riuscire a prendere coscienza della nostra unicità e del “quanto valiamo”, del ruolo importante che svolgiamo nella nostra vita quotidiana nonostante la fine forzata di un’esperienza lavorativa o la chiusura di un contratto;
  • allenare capacità comunicative e di relazione a partire dallo sviluppare uno storytelling (“le parole sono importanti”) capace di valorizzarci e valorizzare la nostra storia, oltre che la nostra unicità, attraverso strumenti quali il professional summary del Cv, la lettera motivazionale, i social professionali come Linkedin, la preparazione a un colloquio di lavoro o la “mappatura degli alleati”;
  • prendere coscienza delle nostre potenzialità universali e individuali che se allenate, espresse e valorizzate possono diventare poteri, capaci di generare cambiamenti, portarci all’eccellenza, sviluppare nuove competenze e addirittura talenti; tra queste, indiscutibilmente l’allenamento di alcune (quali per esempio creatività, curiosità, apertura mentale, lungimiranza, amore per l’apprendimento, audacia, gentilezza) ci permettono di creare nuovi meravigliosi percorsi, aprirci nuove opportunità e scoprire nuovi percorsi professionali che ragionando sul semplice “chi sono e cosa faccio/ho sempre fatto” non avremmo mai potuto scoprire da soli;
  • non sentirci soli e abbandonati a noi stessi ma sapere di poter essere accompagnati, guidati e facilitati in un percorso in cui comunque siamo i protagonisti assoluti e in cui veniamo ascoltati e accolti. Un percorso in cui l’altro è un alleato che mai si sostituisce a noi, ci giudica, ci impone il suo punto di vista, bensì ci lascia sempre liberi di scegliere mettendoci a disposizione, cosi da poterli altresì interiorizzare, i migliori strumenti per farlo nel modo più’ funzionale.

Tutto questo sapendo di poterlo fare con un Orientatore ASNOR, ovvero avendo la garanzia di farlo con un esperto. E soprattutto di poter scegliere quale tra i differenti iscritti al Registro nazionale sia quello con cui sentiamo di poter creare un’alleanza.

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Dott.ssa Rovena Bronzi

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