Venerdì 4 Ottobre 2024

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  • 28/7/2022

Le emozioni come strumento di orientamento

Le emozioni, se riconosciute e gestite nel modo corretto, possono essere considerate veri e propri strumenti per orientarsi nella ricerca del lavoro. L’orientamento può rafforzare le competenze di consapevolezza e autoregolazione emotiva utili nella ricerca del lavoro e in numerose altre situazioni. A cura di Maria Grazia Sasso, Orientatrice Asnor.

I fattori che influiscono sulla ricerca del lavoro

Che sia il caso dei giovani in cerca della prima occupazione o di adulti che, dopo anni di lavoro, si ritrovano nella situazione di dover (o voler) cercare un nuovo impiego, possiamo immaginare queste persone alle prese con una fase di passaggio, una transizione che talvolta può avvenire in maniera agevole e in altre può risultare ben più complicata.
fattori che possono incidere sulla ricerca di lavoro sono numerosi e possono riguardare aspetti personali come l’aver identificato dei chiari obiettivi professionali, l’aver acquisito o sviluppato determinate competenze tecniche e trasversali, l’efficacia del proprio metodo di ricerca di lavoro o il contesto più ampio, come ad esempio le esigenze del mercato del lavoro.

Questi elementi si intrecciano tra loro facendo sì che la ricerca di lavoro non sempre si concluda in tempi brevi. Per molti, infatti, tale ricerca può risultare lunga e talvolta può essere costellata da eventi frustranti che possono generare emozioni difficili da riconoscere o gestire, soprattutto se alle proprie azioni di ricerca non corrispondono feedback e risultati sperati.

Chi lavora nel campo dell’orientamento avrà accolto senz’altro persone con storie molto diverse, ma accomunate il più delle volte dal fatto di vivere sensazioni di confusione, spaesamento, preoccupazione o addirittura ansia per il proprio futuro e fretta rispetto alla necessità di reinserirsi nel mercato del lavoro.

Sappiamo bene, però, che la fretta può essere una cattiva consigliera e che le emozioni di cui non abbiamo consapevolezza possono portare a compiere dei passi falsi.

Emozioni: come riconoscerle

Lo spaesamento, ad esempio, può indurre a orientarsi verso i lavori più richiesti dal mercato o verso percorsi tracciati da altre persone, ma che potrebbero non corrispondere affatto alle proprie attitudini e/o ai propri valori. Il rischio è quello di disperdere le proprie energie e utilizzare il proprio tempo per raggiungere obiettivi non autentici.

L’ansia e la conseguente fretta di trovare un nuovo impiego, invece, possono portare ad effettuare candidature in modo inefficace. Ad esempio la fretta può spingere a pensare che un lavoro sia uguale all’altro, commettendo una valutazione errata.

Lo scoraggiamento, allo stesso modo, può spingere a presentarsi per opportunità che altrimenti non si sarebbero mai prese in considerazione perché lontane dalle proprie caratteristiche.

La paura, infine, può indurre immobilità e portare a rimandare scelte di cambiamento che potrebbero fare la differenza.

Al contrario, la consapevolezza di ciò che si prova può essere un fattore importante, un “segnale luminoso” che potrebbe indicare la direzione da prendere oppure quella da non prendere.

Una persona che ho seguito in un percorso di orientamento, durante uno dei nostri primi incontri mi raccontava di provare noia nell’effettuare alcune candidature, un’emozione che ha permesso di mettere in luce l’assenza di un suo reale interesse per quelle tipologie di lavoro e il bisogno di ricercare opportunità più in linea con le sue reali caratteristiche.
Il fatto che questa persona, prima di quel momento, non avesse mai riflettuto sulla noia che “sentiva”, faceva sì che continuasse a proporsi per lavori che in realtà non desiderava svolgere e a farlo curando poco l’efficacia dei propri strumenti, presentandosi quindi in modo poco valorizzante.
Viceversa la noia scompariva nel momento di proporsi per ruoli coerenti con i propri interessi e obiettivi. In questo caso aumentava anche la motivazione a predisporre in modo efficace gli strumenti con cui si presentava al possibile datore di lavoro.

Ecco che anche le emozioni possono risultare strumenti per orientare e orientarsi e che il contesto dell’orientamento può permettere di rafforzare le competenze di consapevolezza e autoregolazione emotiva utili nella ricerca del lavoro e in numerose altre situazioni.
Si tratta ad ogni modo di uno dei tanti “strumenti” che, insieme ad altri più operativi, possono essere utilizzati per fare chiarezza, acquisire consapevolezza e rendere più efficace la ricerca del lavoro.

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A cosa serve seguire un percorso di orientamento

Nel corso della vita ci si può ritrovare più volte non solo a dover ma anche a voler mettersi in gioco, per indirizzare diversamente la propria vita professionale, in modo che questa possa corrispondere meglio alle proprie aspirazioni e valori. Pertanto, seguire un percorso di orientamento può essere di grande supporto in fasi della vita delicate come l’ingresso o il reinserimento nel mercato del lavoro, ma anche nei vari momenti di cambiamento della propria carriera.

Nel percorso di orientamento è possibile ritagliarsi uno spazio in cui mettere se stessi al centro, per compiere scelte formative o lavorative più consapevoli, soddisfacenti e sostenibili nel tempo.

Con la facilitazione dell’Orientatore, è possibile acquisire informazioni utili su se stessi, sul mercato del lavoro, sulle opportunità formative/lavorative esistenti, predisporre nel modo più efficace possibile i propri strumenti di ricerca di lavoro, portare alla luce il proprio valore, accrescere la propria autonomia e il proprio senso di auto efficacia.

L’Orientatore può lavorare in Centri Per l’Impiego, Agenzie Per il Lavoro, Istituti scolastici e universitari, Centri di formazione, o privatamente come i liberi professionisti che si occupano di consulenza di carriera.

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La formazione ad hoc altamente qualificante di questa figura professionale consente a chi decide di ricorrere a un consulente di poter contare su un’elevata professionalità, utile ad accompagnare la persona verso scelte più consapevoli ed efficaci per il proprio futuro lavorativo.

In questo articolo si parla di

Maria Grazia Sasso

Maria Grazia Sasso

Orientatrice Asnor

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