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- 20/11/2023
Ritrovare la dimensione umana del rendimento scolastico
L’ansia da rendimento si manifesta quando non si riesce a distinguere ciò che si è da ciò che si fa. È importante riconoscerla, in un processo educativo di accettazione e fiducia. Approfondimento a cura della dott.ssa Elvira Fraccalvieri, Gestalt Counsellor professionista e Arteterapeuta.
L'ansia da rendimento: cause ed effetti
L’ansia è una emozione che deriva dalla paura, ma a differenza della paura che si attiva quando c’è un fattore oggettivo che minaccia l’incolumità della persona, l’ansia è un pensiero, la fantasia catastrofica di ciò che potrebbe accadere.
L’ansia può manifestarsi nella vita di una persona in circostanze differenti e per cause molto diverse tra loro, inoltre può essere episodica oppure caratterizzarne ripetutamente la condizione vitale.
Nello specifico, molti studenti sin dalla scuola primaria sperimentano uno stato più o meno intenso di ansia da rendimento. Questo accade perché la tendenza della maggior parte dei modelli educativi è non distinguere ciò che si è da ciò che si fa, tanto che il voto scolastico viene vissuto e percepito come giudizio alla persona e non come misura del compito svolto.
Il giovane studente si sente “a posto” solo quando soddisfa le aspettative che gli adulti hanno proiettato su di lui, mentre si sente preoccupato e insicuro quando non le soddisfa appieno. Vivendo nell’idea costante che sarà visto e amato solo in relazione ai suoi risultati, si abituerà a non percepire in sé quel senso di valore umano che ogni persona possiede intrinsecamente.
Questa reificazione dell’amore genera nei bambini e nei ragazzi un alto livello di stress, anche se all’inizio può sembrare che non sia così. Indubbiamente un buon rendimento scolastico dà gioia e soddisfazione a genitori e docenti; il punto è non vivere come assoluto questo obiettivo, badando bene a considerare primari i suoi bisogni affettivi e umani.
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Apprendere con piacere e motivazione
Quando il giovane studente sperimenta questa pressione interna, può chiudersi in sé stesso e rifiutarsi di affrontare la situazione, oppure canalizzare ossessivamente tutte le sue energie nel superamento della prova. Entrambi i casi sono risposte estreme alla fantasia catastrofica di non farcela, quindi il compito viene vissuto come dovere e non come possibilità di crescita e apprendimento.
Cosa possono fare i genitori e i docenti per fare in modo che lo studente abbassi l’ansia da rendimento e ritrovi piacere e motivazione allo studio?
Leggi anche "La visione olistica dell'apprendimento per realizzare il potenziale degli studenti"
Ecco alcuni suggerimenti:
- Accettarlo per come è, umanamente ed empaticamente;
- Trasmettergli fiducia nelle sue capacità e incoraggiarlo per rafforzare la sua autostima;
- Aumentare la tolleranza all’errore, spiegandogli che sbagliare è utile per imparare e che gli insuccessi
- fanno parte del processo di crescita di ogni persona;
- Minimizzare la competizione evitando confronti con i suoi amici, fratelli, compagni di classe;
- Dare più valore all’impegno richiesto e meno al risultato ottenuto;
- Concordare obiettivi realizzabili, evitando di creare aspettative elevate;
- Sostenerlo nell’incontrare lo psicologo, orientatore o counsellor della scuola; un professionista che possa facilitare il suo processo di conoscenza di sé e rafforzare le sue capacità.