- 1395
- 3 minuti
- 29/5/2024
La Programmazione Neurolinguistica al servizio dell'Orientatore
Cos’è la Programmazione Neurolinguistica (PNL) e come può essere utilizzata nell’ambito dell’orientamento professionale. A cura di Paola Castaldelli, Orientatrice Asnor.
Cos’è la Programmazione Neurolinguistica (PNL)
La Programmazione Neurolinguistica (PNL) è spesso associata alle tecniche di vendita, per aiutare i commerciali a convincere i propri interlocutori ad acquistare.
Anche io per un po' di tempo ho creduto che fosse così, fino a quando non ho incontrato qualcuno che mi ha raccontato davvero perché è nata questa disciplina transpersonale e quali sono i suoi obiettivi.
La Programmazione Neurolinguistica si è sviluppata grazie all'osservazione da parte di Bandler e Grinder – un matematico e un linguista - dei comportamenti funzionali ed efficaci di tre grandi professionisti quali Milton H. Erickson, Fritz Perls e Virginia Satir.
La domanda di Bandler e Grinder è stata: come hanno fatto questi tre psicoterapeuti a diventare eccellenti nel loro lavoro?
Alcuni atteggiamenti e una specifica visione del mondo e della vita hanno portato queste persone a raggiungere importanti traguardi lavorativi, persino attraverso le avversità e le circostanze vissute.
Si potrebbe approfondire a questo proposito proprio il vissuto di Milton H. Erickson che, dall'essere costretto immobile su un letto, ha ricominciato a riprendere possesso delle sue gambe e ad avere una vita pressoché normale.
Dall’osservazione ed analisi da parte dei fondatori della Programmazione Neurolinguistica sono nati il Metamodello e le sue obiezioni, le posizioni percettive e i metaprogrammi funzionali, insieme a molte altre tecniche che ci aiutano a comprendere la direzione che desideriamo davvero.
Quando si parla di “programmazione” si intendono i processi cognitivi che portano il nostro cervello a sedimentare, elaborare e connettere episodi del nostro vissuto fino ad arrivare a una mappa del mondo che è la nostra visione della vita, del percepito che abbiamo di noi stessi nei confronti delle altre persone e del mondo.
Ma come recita una famosa frase di Alfred Korzybski: “La mappa non è il territorio”, e spesso questa stessa mappa, che riteniamo la reale e unica lettura possibile di quanto ci accade, non è che una rappresentazione del bosco, ovvero della realtà davanti a noi, una mappa che ci serve ad orientarci ma dalla quale non spuntano gli alberi o i ruscelli.
La Programmazione Neurolinguistica nell’orientamento
La Programmazione Neurolinguistica ci aiuta innanzitutto a scoprire se la mappa che abbiamo costruito è un buon strumento di orientamento: se ci porta correttamente verso la vetta della montagna che vogliamo raggiungere o se, ahimè a volte senza che ce ne accorgiamo, rischia invece di buttarci in un burrone.
Gli strumenti e le tecniche elaborate da questa disciplina ci aiutano, inoltre, a riprogrammare ciò che non è funzionale, non a negare quanto ci è accaduto in passato. Ci permettono di riprendere in mano gli eventi ed elaborarli con obiettivi evolutivi e in un’ottica di crescita.
Nell'orientamento, tutto questo si converte nella possibilità di utilizzare tecniche e approcci che aiutino la persona in cerca di lavoro ad assumere atteggiamenti propositivi e costruttivi nella ricerca attiva di lavoro.
Il riconoscimento dei propri punti di forza, la redazione di un buon curriculum vitae, diventano dunque solo l'inizio di una visione del proprio futuro integrato dalla volontà di uscire dalla propria situazione sfavorevole, per giungere a un traguardo frutto della propria scelta.
La PNL ci insegna che la mappa del mondo frutto del nostro vissuto e delle nostre esperienze potrebbe portarci ad avere un percepito scorretto di noi stessi nei confronti degli eventi, un percepito che è l'anticamera della svalutazione o della passività di fronte al cambiamento.
Riprogrammare la nostra mappa del mondo vuole dire essere accompagnati in una visione nuova di quanto affrontato, con nuovi punti di vista, per toccare con mano come quello che potremmo considerare un fallimento, non sia altro che un'occasione di apprendimento.
La Programmazione Neurolinguistica e, in primis, i Metaprogrammi ci insegnano che addirittura il talento non basta. Il talento potrebbe addirittura essere sprecato, ma se supportato e agevolato dall'"andare verso", dalla "propensione al cambiamento", dall'"essere attivi" (solo per citarne alcuni), può veramente esplodere fino ad arrivare a vette di eccellenza, proprio come è successo a Milton H. Erickson, Fritz Perls e Virginia Satir.