Lunedì 30 Dicembre 2024

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  • 2/8/2022

Università: come orientare gli studenti nella scelta della carriera lavorativa

Dopo la fine delle scuole superiori, si entra nella delicata fase dell’Università e, di conseguenza, della definizione di una carriera lavorativa. Con quali progetti e iniziative l’Università orienta gli studenti nella scelta della propria carriera? A cura di Mattia Rappa, Orientatore Asnor e Career Advisor.

Percorsi personali, dalla Scuola all’Università

Partiamo dal presupposto che tutti hanno un percorso da compiere in un determinato momento della loro vita e in maniera unica e personalizzata. Certamente, ci sono delle tappe che condividiamo tutti: le elementari, le medie, le superiori

Tuttavia, già dopo la fine delle scuole superiori, si entra nella delicata, e a volte complicata, fase dell’Università e, di conseguenza, della definizione di una carriera lavorativa.

Altra premessa: la carriera universitaria non sarà la prima scelta per tutti, perché ci sono molti altri percorsi professionali tra cui scegliere.
Ma chi dovesse optare per un percorso universitario si troverà a fare delle considerazioni o ad avere delle preoccupazioni in merito alla propria carriera, e questo è assolutamente normale.

È fin dai tempi dell’Antica Grecia e dei precetti delfici che cerchiamo di “conoscere noi stessi”, quindi è naturale che le domande legate all’ambito professionale, prima o poi, ci travolgano, poiché fanno parte del nostro percorso individuale. 
L’importante, però, è non farsi sopraffare da quella sensazione, ma di cercare risposte e, soprattutto, di non aver paura a chiedere una mano.

All’interno del mondo universitario, per supportare gli studenti nella scelta del loro percorso professionale, si possono organizzare tante iniziative e progetti: esploriamone alcuni.

Imparare ad analizzare il mondo professionale

Ritengo che una delle cose più importanti che si possano insegnare ad un/a universitario/a sia proprio imparare ad analizzare, in autonomia, il mondo professionale
Tramite dei workshop di gruppo o sessioni one-to-one con un Orientatore Professionale o Career Advisor, si può lavorare sulla consapevolezza di ciò che circonda gli studenti a livello di mercato lavorativo e permettere loro di acquisire le competenze analitiche necessarie a affrontare al meglio le scelte di carriera.  

Per esempio, un punto di partenza potrebbe essere proprio quello di iniziare a leggere e analizzare attentamente le “Job Description” create dalle aziende. 
Si può partire da un annuncio, proprio perché l’annuncio - se fatto bene - è spesso una concreta dichiarazione da parte dell’azienda di ciò di cui ha bisogno e di che tipo di persona cerca per ricoprire un determinato ruolo.

Quindi, imparare ad analizzare attentamente una Job Description, aiuta a comprendere cosa ci si aspetta da un determinato ruolo e se effettivamente le mansioni legate a quel ruolo ci possono interessare o meno. 

Nella lettura di una Job Description possono aiutare domande come:

  • Che attività giornaliere svolgerei in questo ruolo?
  • Che conoscenze tecniche si aspetta questa azienda da me? 
  • Ho le competenze (tecniche) necessarie per ricoprire questo ruolo? 
  • Ho affrontato o affronterò nel percorso universitario i macro-temi o le macro-attività che vengono menzionate? 
  • Mi rispecchio nelle soft skills di cui parlano?

Inoltre, imparare a porsi domande diventa utile anche per affrontare il famigerato discorso “colloquio”, che è un altro momento fondamentale per capire quale carriera intraprendere a livello professionale; imparare a porre domande durante i colloqui è molto importante visto che si tratta di momenti utili a conoscere l’azienda più da vicino e a capire se quell’ambiente rispecchia realmente i nostri desiderata lavorativi. 

È bene ricordarsi che un colloquio è un dialogo tra intervistatori e intervistati e non per forza una conversazione unilaterale dettata dall’azienda. 
Piccolo consiglio: mai rifiutare un colloquio, soprattutto all’inizio, servono anche per conoscere e valutare ciò che ci presenta il mercato del lavoro del presente.

Questo ci porta ad un altro aspetto fondamentale che è quello di abituarsi a “studiare” le aziende o imparare a capire, che tipo di “reputazione” hanno al di là dei prodotti che producono o dei servizi che offrono. 
Ormai, oltre a capire se un’azienda è multinazionale, leader di settore e con percorsi di crescita rapidi, è diventato molto importante valutare l’impatto ambientale di un’azienda, come questa tratta i propri dipendenti, se ha un programma di welfareben strutturato e vantaggioso, se offre flessibilità per chi si deve prendersi cura di figli giovani, se concepisce lo smart-workingnel vero senso del concetto (o se lo confonde con il telelavoro), se non valorizza solo il proprio fatturato ma ha anche a cuore il benessere dei propri lavoratori.

Un punto di partenza utile, sono i siti delle aziende che ci tengono a fare del buon Employer Branding, ma anche le notizie - le testate online/offline e di settore - che parlano di queste aziende.

Si possono anche utilizzare osservatori esterni che valutano le aziende proprio su questi temi, come, ad esempio Great Place to Work Italia che certifica i migliori ambienti di lavoro nel paese.

Imparare dai migliori mentors professionali

Un’altra attività utile, da poter organizzare per gli universitari è quella degli incontri o delle testimonianze da parte di mentors professionali, che possono essere sia professionisti con carriere avviate che giovani talenti che hanno appena intrapreso un percorso lavorativo in un determinato settore e/o ruolo. 

L’obbiettivo, in entrambi i casi, è la condivisione della propria esperienza; certamente, entrambi possono raccontare com’è ricoprire un ruolo specifico o come ci si è arrivati, soprattutto il giovane che è da poco arrivato a ricoprire quel ruolo, però, il mentor più senior (ad esempio un Marketing o Sales Director), può dare un’idea di come impostare un percorso di crescita professionale a lungo-termine e cosa bisogna fare per arrivare ad occupare una determinata posizione nel tempo.

Il vantaggio di usare esperienze altrui, nonostante i percorsi individuali siano spesso unici e particolari, è di poter capire a grandi linee che tipo di mansioni e responsabilità svolge una determinata figura professionale e anche capire quali sono le capacità e le conoscenze tecniche fondamentali per ricoprire quel ruolo. 

Essere consapevole dei ruoli professionali che popolano il mondo lavorativo può certamente aiutare un/a universitario/a che si sta affacciando al mondo del lavoro per la prima volta.

Infatti, molti studenti universitari non conoscono la differenza tra un Junior Account per un’agenzia di comunicazione e un Content Creator per una società di Advertising, e questo perché non sempre ci sono percorsi informativi su questi temi.

L’importante, infatti, è proprio saper informare gli studenti sui ruoli e le posizioni che si possono ricoprire all’interno delle aziende; far capire che si può essere più portati per una posizione di Account, perché si è bravi nelle relazioni interpersonali, nella comunicazione, o si è molto orientati al business, oppure essere più allineati professionalmente con un Content Creator, che richiede creativitàcapacità di progettare e gestire contenuti con una certa predisposizione all’estetica/grafica.

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L’Orientamento professionale all’Università

L’Università può organizzare anche percorsi di crescita e sviluppo personale per fare in modo che gli studenti si conoscano meglio, con l’ausilio di professionisti che sappiano strutturare percorsi o fornire consigli utili per l’orientamento professionale come OrientatoriCoach e Counselors.

Ognuno di questi professionisti può aiutare in un ambito diverso dello sviluppo personale/professionale.
È importante farsi supportare dal professionista giusto in base ai propri bisogni. 

Insieme a questi professionisti è possibile capire le proprie capacità, abilità, o soft skills, sulle quali lavorare per scoprirsi da un punto di vista personale e professionale, e rendersi consapevoli delle proprie capacità.
Questo, di conseguenza, può aiutare gli studenti universitari a capire quali carriere intraprendere, in base alle proprie caratteristiche e predisposizioni professionali. 

Ci si può anche affidare a degli assessment delle competenze softattitudinali o test psicometrici per valutare le attitudini e il carattere degli studenti, con l’obiettivo, anche in questo caso, di ricevere un quadro dettagliato delle proprie competenze (soprattutto soft) e capire su quali bisognerebbe lavorare. 

Il consiglio, però, è sempre quello di associare un assessment di questo genere alla valutazione o all’orientamento di un professionista che sappia analizzarlo e spiegarlo con precisione e finalità.

Organizzare, strutturare e progettare percorsi di sviluppo per gli studenti è fondamentale all’interno dell’Università, perché i giovani universitari sono il nostro futuro e bisognerebbe sostenerli con ogni strumento e risorsa possibile.

Rivolgendomi agli studenti e alle studentesse, il consiglio che mi sento di dare è di non aspettare passivamente di arrivare alla fine degli studi, ma di cercare risposte già durante i primi anni di studio e di consultare dei professionisti dell’orientamento.

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Mattia J. Rappa

Mattia J. Rappa

Orientatore Asnor e Career Advisor

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