Lunedì 23 Dicembre 2024

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  • 16/9/2021

Le nuove sfide formative per gli Orientatori

I percorsi orientativi puntano a sviluppare una nuova consapevolezza del cambiamento in atto, delle opportunità e delle nuove competenze richieste dal mercato del lavoro (competenze digitali e soft). A cura di Daniela Fortuni, Orientatrice Asnor.

La quarta rivoluzione industriale e i cambiamenti del mondo del lavoro

La quarta rivoluzione industriale sostituirà i profili lavorativi di basso livello con l’automazione e l’informatizzazione, e offrirà nuove opportunità lavorative alle persone altamente qualificate e che sanno utilizzare le tecnologie digitali. In un contesto in cui si parla già di “digital mismatch”, ovvero il mancato allineamento tra domanda ed offerta di lavoro a causa di carenze di competenze di alto profilo richieste dall’introduzione delle nuove tecnologie, le professioni di alto livello richiederanno competenze non solo digitali ma anche le cosiddette soft skills.

Agenda 2030, per rendere sostenibile il cambiamento

L’Agenda 2030 ci esorta a rivalutare con determinazione il Fattore Umano in tutti i contesti sociali. L’impatto e la cura di un ambiente di lavoro verso la dimensione psico-fisica e fisica del Fattore Umano Aziendale – che partecipa e ne condivide gioie, tormenti e risultati – è un elemento chiave per rendere davvero “sostenibile” l’ innovazione, la riorganizzazione e la gestione del cambiamento.

Salute, prevenzione, sanità, sicurezza, assistenza, formazione, conciliazione vita lavoro, smartworking in condizioni di stress si confermano le aree di maggiore intervento: il Rapporto 2020 Welfare Index PMI (link) conferma che le Piccole e Medie Imprese Italiane con un Welfare più maturo hanno avuto maggiore capacità di reagire all’emergenza e sono state punto di riferimento per la comunità.

Orientare ed orientarsi in un mondo complesso, in continuo mutamento e globalizzato non è facile. Le competenze di orientamento sono messe a dura prova, ancora di più la capacità di “reggere” emotivamente  le situazioni. 
Una sfida insomma, sia per il Consulente che per il Cliente, che come tale va affrontata con consapevolezza e con metodo

Il ruolo di chi fa Orientamento

È, infatti, primaria responsabilità di chi guida il percorso in termini di metodi, modelli e strumenti (nel processo di orientamento si parla sempre di co-conduzione) padroneggiare l’area delle emozioni del cliente e fare in modo di costruire una relazione professionale dove le emozioni siano una risorsa e non un ostacolo. Una formazione orientata allo sviluppo delle proprie competenze emotive diventa quindi indispensabile per il Consulente di orientamento. 

Al tempo stesso le competenze emotive del Consulente diventano specchio di apprendimento per il cliente: ciò che viene mostrato può essere più facilmente appreso.

Il percorso formativo per gli Orientatori

L’orientamento è un processo ricco di emozioni; l’accompagnamento alle scelte, il sostegno nei periodi cerniera o di transizione, la definizione del proprio progetto di carriera e di vita, sono momenti ad alto valore emotivo, dove razionalità ed emotività devono imparare a collaborare insieme. 
Il percorso formativo di un Orientatore non deve quindi prescindere da un suo lavoro personale sull’intelligenza emotiva.

Il percorso di crescita dell’Orientatore ha quindi ha due obiettivi formativi:

  1. Sviluppare competenze personali in Intelligenza Emotiva ed apprendere come utilizzarle nel processo di orientamento
  2. Sviluppare competenze/esperienze personali di Mindfulness ed apprendere come gestirle per lo sviluppo di Talento e Creatività nell’Orientamento

L’Intelligenza Emotiva è la capacità di unire il pensiero con le sensazioni al fine di prendere decisioni ottimali — fondamentale per avere relazioni di successo con gli altri e con te stesso. 

La parola Mindfulness significa lucida consapevolezza: la sensazione di sapere quello che stai facendo proprio mentre accade, momento per momento. 

Nel processo di Orientamento, essa può aiutare a sviluppare creatività, intuizione, a gestire in modo più efficace i problemi. 
La mindfulness stimola la creatività in larga misura incrementando il pensiero divergente, però anche molte caratteristiche associate al pensiero convergente ne traggono vantaggio. Memoria, operatività, lucidità di pensiero, forza di volontà, resilienza e coraggio si rafforzano con la pratica della mindfulness . 

È attraverso questa via in più che si riesce a dare slancio alle creatività.

Per potenziare la creatività e la capacità di risolvere problemi, temi chiave del processo orientativo, si deve:

  1. avere una mente calma e aperta e disciplinata che possa accogliere ed integrare nuove idee ed informazioni - Consapevolezza
  2. notare le nuove idee create dalla mente e comprenderne il significato - Creatività
  3. avere il coraggio di seguire le nuove idee – Coraggio

In ognuna delle aree di competenza che compongono il Quoziente Emozionale degli individui, la mindfulness agisce a supporto delle funzioni di Orientamento. 

Quali sono le competenze che compongono l’EQ (Emotional Quotient)

Le aree di competenza che tutti noi possediamo, anche se a livelli di sviluppo diversi per ogni individuo sono:

SELF AWARENESS: l’area di competenze  che ci consente di capire cosa stiamo provando, sviluppare un buon vocabolario relative alle emozioni, sensazioni e sentimenti e cogliere  i segnali in arrivo dagli altri. In questa area di competenze siamo in grado di sviluppare consapevolezza dei nostri meccanismi automatici  (pilota automatico) di risposta, funzionali e disfunzionali. La parola chiave qui è CONOSCI TE STESSO.

SELF MANAGEMENT: l’area di competenze  che ci consente di gestire le emozioni, navigando il picco emotivo ed utilizzando al meglio l’energia che sviluppano (o che ci sottraggono). E’ l’area dove ha sede la capacità di motivazione intrinseca, dove siamo in grado di valutare costi e benefici delle nostre scelte  e pianificare, dove esercitiamo l’ottimismo indispensabile per avviare qualunque processo di cambiamento. E’ qui che decidiamo di seguire il nostro Cuore, ovvero la capacità di mettersi in gioco con il proprio “sogno”.   La parola chiave qui è GESTISCI TE STESSO.

SELF DIRECTION: l’area  di competenze  che ci consente di sviluppare empatia (alla base di qualunque processo di comunicazione efficace) e perseguire obiettivi nobili, ossia sfidanti, importanti, legati ai nostri valori e che sono in grado di dare significato alle nostre scelte ed alla nostra vita.   Coltivare il nostro Coraggio, ovvero uscire dalla mediocrità, tirar fuori la motivazione intrinseca che spinge all’azione, dare gambe alla proprio vision.

La parola chiave qui è GUIDA TE STESSO.

Chi lavora nel campo dell’orientamento, chi ha seguito un percorso di orientamento, è consapevole dell’importanza dei tre passaggi: conoscere chi si è, sapersi gestire, sapere perché si vuole quel che si vuole. 
Come utilizzare quindi le competenze emotive per rendere più efficace il processo di orientamento

Alcuni esempi per comprendere meglio come declinare nell’Orientamento le nuove competenze sviluppate: 

AREE EQ

FUNZIONI IN ORIENTAMENTO

SELF AWARENESS

  • Identificare fattori  potenzialmente alla base di scarso successo nei colloqui o malintesi comunicativi
  • Identificare fattori di scarsa capacità relazionale e allenare la consapevolezza di sé
  • Sviluppare abilità nel riconoscimento delle emozioni altrui e nella capacità di rilevare i segnali sottili del linguaggio del corpo

Consapevolezza

SELF MANAGEMENT

  • Identificare i fattori che sono alla base dei comportamenti funzionali o disfunzionali di fronte ad una sfida, decisione, evento emotivamente stressante
  • Ricontattare la motivazione intrinseca e sollecitarne le energie
  • Migliorare il processo decisionale
  • Attivare la convinzione di riuscire; sostenere i momenti di scoraggiamento, le critiche, i fallimenti

Creatività

SELF DIRECTION

  • Sviluppare la capacità di pianificare e di mantenere il focus sull’obiettivo

Coraggio

In questo articolo si parla di

Daniela Fortuni

Daniela Fortuni

Orientatrice Asnor

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