Mercoledì 7 Giugno 2023

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La digital transformation e l'impatto sulla ricerca del lavoro

La transizione digitale è diventata oggi un imperativo per aziende e pubbliche amministrazioni e non possiamo viverla come qualcosa di distante da noi o pensarla come una trasformazione che ci porterà tutti a saper utilizzare un computer o uno smartphone. Dietro la digital transformation c’è un concetto rivoluzionario: non comprenderlo o starne fuori ci limita nella ricerca del lavoro. Approfondimento a cura di Dario Madeddu, Orientatore Asnor.

Quando, durante i miei corsi, mi ritrovo a parlare di digital transformation (in italiano trasformazione digitale) parto da una definizione banale, quella più accessibile: parto da Wikipedia.
“L’enciclopedia libera” la definisce così: “[..] indica un insieme di cambiamenti prevalentemente tecnologici, culturali, organizzativi, sociali, creativi e manageriali, associati con le applicazioni di tecnologia digitale, in tutti gli aspetti della società umana. [..]
Il processo di digital transformation o trasformazione digitale è abilitato dallo sviluppo di nuove tecnologie, ma non si limita alla loro adozione, esso integra e coinvolge tutto l’ecosistema toccato dal processo, incentivando la trasparenza, la condivisione e l’inclusione di tutti i partecipanti”.

La trasformazione digitale è prima di tutto pervasiva

Per quanto semplice, la definizione nasconde il vero problema che la trasformazione digitale si porta dietro: nessuno è escluso. Una volta che il processo di rivoluzione inizia a diffondersi, se stai fuori da quel sistema non hai più accesso a niente, neppure al lavoro. 
Vale la pena, però, soffermarsi su questo semplice concetto perché non è banale. 
Trasformazione digitale non significa utilizzare le tecnologie per erogare alcuni servizi o produrre alcune cose o semplicemente per comunicare utilizzando gli strumenti digitali. 

Un’azienda che si trasforma in digitale non può pensare che basti un sito web unito a canali social. Deve pensare che per trasformarsi occorra convertire in operazioni, previsioni e decisioni tutti i dati che passano attraverso quei canali. 

Vado un po’ sul tecnico. Immaginiamoci un’azienda che si trasforma digitalmente: utilizza tecnologie abilitanti come gli ERP (Enterprise resource planning) di seconda generazione, opera all’interno di un sistema dove tutti i dati provenienti da qualsiasi livello sono in grado di fornire informazioni utili per gestire il quotidiano e fare previsioni sull’andamento futuro delle attività. 

Qui arriva il problema che ci ha evidenziato poco sopra la definizione: cosa succede, però, a questa azienda che si è trasformata digitalmente se le altre aziende con cui opera per ricevere le materie prime o distribuire i suoi prodotti o servizi non operano digitalmente e non comunicano con i suoi sistemi? 

Succede che quella azienda ha investito in tecnologie e in trasformazione digitale, ma i risultati che sperava di ottenere rimarranno più sulla carta e nelle intenzioni perché il contesto intorno a lei non si è trasformato e integrato con il suo. Trovando utilità nella sua trasformazione, spingerà i suoi fornitori, i suoi distributori e i suoi clienti a trasformarsi, altrimenti il suo investimento in digitale renderà la metà (se tutto va bene).

Cosa c’entra tutto ciò con la ricerca del lavoro

La domanda potrebbe essere lecita, ma lo ripeto: la digital transformation è pervasiva, richiede una rivoluzione di sistema e nessuno può restarne fuori. 
Accade, così, che in un mondo che si trasforma in digitale, anche chi è alla ricerca di un lavoro o di una crescita professionale debba trasformarsi digitalmente. Se non lo fa, rischia di non trovare lavoro. Se lo ha già e non si aggiorna, sarà soppiantato dalla tecnologia (che si aggiorna continuamente e si diffonde sempre di più ad ogni livello). Potrebbe anche capitare che a lungo andare le aziende preferiranno a lui gli altri che sono già “digitalmente trasformati”. A questo punto ci sono alcune riflessioni da fare e che vanno ad impattare sia sulla ricerca del lavoro che sul lavoro stesso.

La storia del pizzaiolo che fu costretto a imparare a usare il PC

In una consulenza svolta un po’ di tempo fa, un ragazzo che fa il pizzaiolo mi chiese di aiutarlo a rivedere il suo CV e di spiegargli perché veniva scartato nonostante la sua esperienza. Capii che aveva dimenticato di inserire nel suo CV le sue competenze informatiche e digitali.

Quando glielo evidenziai mi disse: “Io devo fare le pizze, per cosa mi serve saper usare il PC?”.

Gli risposi: “Hai inviato il tuo CV in pizzerie da asporto che operano nella zona e che utilizzano un sistema digitale di gestione delle ordinazioni”. Lui, sorpreso, mi chiese: “E tu come fai a saperlo?”. “Semplice – gli risposi – ordino la pizza da loro e ogni volta che chiamo mi chiedono solo “Quali pizze vuole signor Madeddu?”.

Come spesso avviene durante l’orientamento, M. è arrivato pensando di avere un problema e poi ha scoperto che il suo vero bisogno era un altro.

Continuai dicendogli: “Se fai il pizzaiolo oggi, le comande arrivano al PC attraverso i palmari o i sistemi che prendono le ordinazioni e poi gestiscono i pagamenti. Certo, le pizze buone con il forno a legna non le fa un PC, ma tu sei parte di quel sistema e se non sei in grado di capire come funziona, non potrai adattarlo alle tue esigenze o potresti più semplicemente sbagliare le comande perché non le capisci. 

Così avviene in ogni settore e in ogni lavoro. Guardiamoci dal dire: “Io preferisco le cose tradizionali, non voglio imparare a usare il PC”. È un consiglio da orientatore quello che voglio offrirti: apprendi il digitale e impara ad usarlo per semplificarti la vita e per ricercare lavoro più efficacemente”. 

Conlusioni

L’informatica e il digitale sono ovunque e il compito primo di un sistema che va verso la digital transformation sarebbe non lasciare nessuno indietro. Questo, però, è un problema che non possiamo trattare qui. Per ciò che ci riguarda la ricerca del lavoro, non dimentichiamoci mai che questa rivoluzione ci comprende tutti e ci richiede competenze in più da apprendere: facciamo lo sforzo di essere pronti ad apprenderle. Remarle contro non ci porterà (un) lavoro!

Ogni giorno, appena ci svegliamo, compiamo un gesto semplice: allunghiamo la mano verso il comodino, prendiamo il nostro smartphone e lo accendiamo. In quel semplice gesto quotidiano si nasconde il senso della digital transformation: siamo noi ad averla scelta, non possiamo pensare di volerne o poterne restare fuori!

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In questo articolo si parla di

Dott. Dario Madeddu

Dott. Dario Madeddu

Orientatore Asnor

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