Martedì 30 Settembre 2025

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  • 30/9/2025

Identità e trasformazione: alcuni aspetti del metodo didattico del Quasar Institute

Mai come oggi la tecnologia è stata al centro del sentire globale, come se da strumento fosse diventata ossessione, incarnazione di paure da narrazione fantastica: quelle di un’obsolescenza (nostra, non della tecnologia) non programmata, visioni di un futuro distopico con macchine più umane dell’uomo, nuovi millenarismi next-gen. A cura di Furio Valitutti, docente di sound design nelle facoltà di Interaction Design, Game Design e Habitat Design presso Quasar Institute for Advanced Design.

Qual è dunque il compito (la missione) di chi per mestiere fa formazione, in questo scenario complesso e vertiginosamente dinamico?

È ancora sufficiente fornire gli strumenti e le competenze richieste dagli specifici contesti professionali che gli studenti si avviano a frequentare per il resto della loro vita? Ammesso che questi siano mai bastati.

In Quasar Institute sentiamo, e abbiamo sempre sentito, la responsabilità nei confronti della formazione di giovani donne e uomini che non solo vivranno il mondo, che è già qui, del futuro, ma che quel mondo lo plasmeranno a propria immagine, come designer e come artisti. E questa responsabilità l’abbiamo via via tradotta in metodo, strumento operativo affinato anno dopo anno a partire dal vicino eppure lontanissimo 1987.

Obiettivo: formare l’identità dei futuri professionisti attraverso un metodo che affonda nella tradizione e guarda all’innovazione. 
Analizziamo alcune delle parole chiave che sostengono e indirizzano questo metodo: interdisciplinarietà, ricerca, umanesimo.

Tre pilastri della formazione Quasar

Interdisciplinarietà

Sempre più spesso il mondo del lavoro creativo richiede competenze trasversali in grado di modellarsi attorno alle diverse committenze con estrema duttilità.

Il designer e l’artista sono chiamati ad analizzare le richieste del cliente con spirito propositivo e aperto, collegando attraverso una sensibilità culturale acuta e obliqua punti che spesso sembrano assai distanti.

Per questo ogni insegnamento viene coordinato con il resto dell’offerta didattica, così che lo studente senta prima e pratichi poi l’esercizio del progettare e del dar vita a prodotti secondo logiche e meccanismi che superino gli steccati artificiali delle discipline. In questo approccio il software è il mezzo e mai il fine.

Ricerca

Dai banchi dell’università alla scrivania del proprio mestiere c’è una cosa che non dovrebbe mai cambiare, ed è il continuo stimolo verso la ricerca, quali che siano gli approcci e le finalità con cui viene affrontata. Ricerca di soluzioni a problemi simili a quelli con cui ci si misura, ricerca di nuovi strumenti operativi, ricerca di stimoli e riferimenti per iniziare a riempire il bianco della pagina vuota, sempre in agguato, eppure già uno spazio negativo più che un buco in cui rischiare di cadere.

È proprio la ricerca la benzina da versare nel serbatoio altrimenti vuoto della mente creativa, una mente ad alto consumo di conoscenze e materiali: le più disparate, i più eterogenei.

Ed è su questo che lavora il metodo Quasar, sul creare muscolatura, articolazione, contribuendo alla definizione di una struttura creativa che deve divenire fisiologica, come per uno sportivo. Questo anche per svuotare o almeno ripulire il campo dalla mitologia dell’illuminazione creativa, scintilla misteriosa che investirebbe l’artista e il creativo come una chiamata trascendente destinata a pochi. Come spesso si dice in questi casi, la realtà del processo creativo è fatta più di traspirazione che di ispirazione e allo studente viene trasmesso il mestiere del ricercare sin dall’inizio, e poi fino ai progetti di tesi.

Umanesimo

Proprio in un’università (e in un mondo) ad alto tasso tecnologico, sentiamo il dovere di continuare a muovere i passi lungo una strada di cui non vediamo la fine ma di cui conosciamo bene il percorso che l’ha tracciata finora, quello intrapreso dai Maestri che ci hanno preceduto.

Per questo la ricerca assume un valore essenziale: per restare umani, per condurre nello spazio e nel tempo la fiamma che può illuminare (lo ha sempre fatto) anche i momenti più bui o confusi del procedere umano.

Scegliere di intraprendere una carriera nel campo dell’arte o del design significa caricarsi di questa meravigliosa responsabilità che è anche una straordinaria libertà. La libertà di scegliere le spalle di quali giganti cavalcare, verso quali direzioni, con la certezza e la vertigine di potersi e doversi perdere per ritrovarsi sempre su quella strada, solo un pezzo più avanti. E in questo percorso la tecnologia, anche la più avanzata, si inserisce in modo naturale, organico.

Le paure, dunque, dell’avanzamento tecnologico, le minacce da molti cercate nell’intelligenza artificiale, sono nulla rispetto a un percorso che non è individuale, ma del genere umano tutto.
Il rischio sta semmai nel dimenticarsene, nel commettere il fatale errore di sentirci soli, non connessi. Ed è questo un altro aspetto fondamentale della didattica Quasar, che mette sempre gli studenti in connessione tra di loro, con i docenti e con il passato (che non è mai passato) di chi ha camminato prima di noi e il presente di chi ci cammina accanto.

Conclusioni

Fare formazione è sempre stata una sfida, tranne i casi in cui a mancare sia stata la vocazione per una professione che deve sapersi sempre guardare intorno, e dentro, pronta ad evolvere. L’intorno non è mai stato così fluido, dinamico, spaventoso ed esaltante al tempo stesso. Il dentro siamo sempre noi, immutabili e in continua trasformazione da sempre.

In questo articolo si è tentato di trovare spunto in questo (apparentemente) mutato panorama per illustrare alcuni aspetti di una didattica che ha garantito, almeno finora, di mantenere una forte presa sugli studenti perché fondata su principi antichi e sempre adattabili.

Al privilegio di contribuire a proiettare verso il futuro giovani menti e corpi che quel futuro lo abiteranno, si è aggiunta la (forse) irripetibile opportunità di vivere un cambiamento che ci riguarda tutti, docenti e studenti, per una volta insieme spettatori e attori.

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In questo articolo si parla di

Furio Valitutti

Furio Valitutti

Compositore, Sound designer, multimedia Artist

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