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- 5/9/2024
Oltre il navigare: un'immersione nelle profondità di se stessi
A cura di Vito Verrastro, Orientatore Asnor, Direttore responsabile del Magazine l'Orientamento, Giornalista, Founder di Lavoradio.
In uno degli ultimi progetti che ho ideato e realizzato a beneficio dei più giovani in termini di orientamento, ho acquistato e portato con me due oggetti altamente simbolici che hanno suscitato la meraviglia degli studenti: una bussola e un cannocchiale. Nel viaggio di immaginazione del futuro avevo bisogno di “mettere a terra” i concetti, affinché non restassero solo teoria. Dovevo far toccare con mano strumenti apparentemente anacronistici, in questa era ipertecnologica e immateriale: strumenti antichi che dovevano essere letti in chiave moderna perché in grado di trasmetterci che, ieri come oggi, occorrano consapevolezza e visione.
Perché più il nostro mondo diventa veloce, più si rischiano di perdere punti di ancoraggio; più informazioni abbiamo (il fenomeno si chiama overload e può portare ad un blocco) meno capiamo; maggiori pressioni esterne arrivano – dall’ambiente, dalla famiglia, dal contesto della “società della performance” – più aumentano i rischi di non sentirsi mai abbastanza, con le conseguenze che tutti conosciamo: dall’ansia giovanile al burnout degli adulti.
Nelle piccole cose quotidiane, così come nei progetti più grandi, negli obiettivi o semplicemente nei sogni, consapevolezza e visione sono invece gli elementi che ci permettono di avere una direzione, e magari ancora prima una motivazione. Ma come si accende un desiderio nell’epoca del “tutto e subito”, in cui dal sogno al possesso di un bene o di un servizio spesso passano meno di 24 ore, nel breve spazio di un clic? Se la gratificazione è immediata, diventa davvero difficile concentrarsi su un obiettivo a medio e lungo termine – esattamente quello che ci regala la visione –, e dunque di pensare di maturare cambiamenti, piccoli ma costanti, che diventino abitudini in grado di conferirci dei veri superpoteri.
Oggi, il ruolo degli orientatori è proprio questo: fornire a chi ne ha bisogno una bussola – per favorire l'orientamento quotidiano, che ci aiuta a gestire il cambiamento - raddrizzando la rotta quando serve – e un cannocchiale, per far immaginare come possibile un obiettivo che oggi è lontano ma che si potrà raggiungere con costanza e dedizione, a piccoli passi. Sapendo che ci vuole tempo – non esistono formule o bacchette magiche, purtroppo – ma che è possibile, perché sapere dove si sta andando e cosa si sta inseguendo rende il percorso più significativo e gratificante.
Nella prossima esperienza aggiungerò un terzo strumento che ci aiuti a capire cosa ci serve per abitare l’incertezza e la complessità: un profondimetro. Se negli anni ‘90 ci si chiedeva di surfare tra le onde dell’innovazione, oggi dobbiamo imparare non solo a navigare ma anche ad immergerci: prima di tutto in noi stessi, per raccogliere informazioni preziose e riportarle a galla. Per farlo – chi fa apnea lo sa – occorrono coraggio, tecnica, passi costanti e progressivi, e buoni maestri. Perché tutto ciò che è profondo fa paura, ma se lo esploriamo insieme possiamo abbassare la soglia dell’ansia.