- 1514
- 3 minuti
- 14/3/2024
Profilo Gifted: indovina chi viene a Scuola
Il talento da orientare necessita di una bussola e di nuove competenze e considerazioni. A cura di Silvia Zavagno, Orientatrice Asnor, Consulente pedagogico, specializzata in Psicopedagogia e Didattica dell’APC e Plusdotazione.
Il tema della Plusdotazione è ancora oggi poco conosciuto in Italia, eppure sempre più insistentemente emerge l’evidenza di una popolazione scolastica che si collochi a ragione in questo universo.
Il Gifted, così viene chiamato dalla letteratura internazionale, è una persona che si caratterizza per una neurodivergenza tale da sostenere un notevole QI (Quoziente Intellettivo) e rappresentare una complessa personalità, capace di spostare di fatto gli assi di ragionamento sulle proposte didattiche, le basi delle relazioni sociali, la lettura dei comportamenti nel percorso di sviluppo e l’intercettazione delle reali aree di talento ed espressione.
La definizione del NAGC (National Association for Gifted Children, Washington, 2018) recita:
«Gli studenti dotati di doni e talenti dimostrano - o hanno la capacità di dimostrare - livelli più elevati di performance rispetto ad altri studenti della stessa età, esperienza e ambiente in uno o più ambiti. Richiedono modifiche alle loro esperienze educative per apprendere e realizzare il loro potenziale».
Il profilo di Plusdotazione (con questo termine per facilità comprenderemo anche APC e 2E, la compresenza di Giftedness in comorbidità come DSA, ADHD, DOP, etc.) può essere valutato attraverso esami psicometrici che tengono conto anche di fattori relazionali, comportamentali ed emotivi, oltre che cognitivi, e di una complessa costellazione di caratteristiche soggettive che non delineano un disturbo o una sintomatologia ma una particolarità, un modo diverso di vivere, percepire, elaborare il mondo.
La Giftedness non è riducibile solo a uno degli strumenti con cui viene misurata. Il QI è solo uno dei fattori che può indicarne l’esistenza. In Italia, viene considerato per l’Alto Potenziale Cognitivo - APC - un cut off di QI da 120 a 129 (5% della popolazione), e per la Plusdotazione un QI da 130 in su (2% della popolazione).
È molto frequente che i bambini e ragazzi non trovino, nel ventaglio di proposte della scuola, attività e modalità che possano intercettare e supportare il loro talento, consentendo che esso si converta in competenza concreta e abbia uno sviluppo evidente nel loro percorso. Infatti, l’idea che il talento, se posseduto, debba necessariamente esprimersi in ogni luogo e momento, tanto da consentire la verifica della sua presenza, è un luogo comune fuorviato.
L’ambiente, l’atteggiamento di insegnanti, genitori e rete sociale, le proposte scolastiche, le esperienze di vita impattano in modo determinante sulla possibilità di espressione della Giftedness. Possono intaccare la motivazione intrinseca del Gifted, o generare a volte un’introversione importante fino al sottorendimento e all’abbandono scolastico. Sfatiamo quindi un altro mito: grande intelligenza non è sinonimo di successo scolastico, cosí come non corrisponde necessariamente a una problematicità.
Le caratteristiche dei profili Gifted
I profili degli studenti Gifted sono molto variegati e proprio per questo possono essere difficilmente identificabili, laddove non vi sia una preparazione di base che educhi l’occhio dell’osservatore.
I Gifted sono caratterizzati da una acuta visione del mondo, capacità logiche importanti e precoci, ottimo uso del linguaggio fin dalla tenera età. Sono curiosi e ironici, presentano interessi settoriali, non amano i compiti ripetitivi e spesso, durante le giornate scolastiche, devono combattere con la noia e la semplificazione delle proposte didattiche.
Il plusdotato, infatti, vive l’apprendimento come una necessità profonda, strettamente legata alla passione e all’emotività, oltre a lavorare con l’ambito cognitivo. La memoria di lavoro e la capacità di elaborazione rapida che porta anche a competenze spontanee inattese, li collocano in una cornice molto particolare nel panorama degli studenti.
Ciò che come orientatori dobbiamo avere ben chiaro, quindi, è che l’orientamento di un ragazzo Gifted non corrisponde necessariamente al ventaglio di voti scolastici. A seconda del profilo che caratterizza lo studente, il voto può rappresentare il risultato di un comportamento iper adattogeno (molto frequente nelle bambine e ragazze) o, viceversa, di una mancanza di coerenza tra necessità cognitive e proposta didattica, se non evidenziare una deflessione di alcune funzioni esecutive che inficiano il processo di apprendimento, o una doppia eccezionalità (2E) che rende più difficile, ma non impossibile, l’espressione del talento.
Come diceva Csíkszentmihályi, si necessita di sfide adeguate alle proprie capacità per generare una performance che consenta di definirsi ottimale, il flow, il flusso dell’esperienza perfetta dove riversare ogni propria capacità e risorsa e rappresentarsi nel risultato.
Il Gifted, inoltre, è caratterizzato dal pensiero divergente: thinking outside the box. È quindi capace di sguardo innovativo e problem solving; ha un pensiero arborescente, parallelo e ramificato, quindi complesso e sinergico. Mentre ascolta le lezioni può perdersi in altri pensieri articolati e non necessariamente perdendo il filo di alcun discorso, anzi, ascoltando attivamente ciò che viene detto dall’insegnante. Spesso, utilizza maggiormente l’emisfero destro e difficilmente si adatta a una proposta didattica caratterizzata dal pensiero lineare, tipica del nostro sistema scolastico.
Siamo proprio sicuri che lo studente che si presenta come claudicante in alcuni ambiti non sia colui che può invece stravolgerne il contesto? Non potrebbe essere proprio il Gifted il vero innovatore, colui che vede orizzonti dove gli altri tracciano confini?
Leggi anche Intelligenze multiple, come (ri)conoscerle e valorizzarle
La Giftedness: un nuovo orizzonte per l’orientamento
Se il nostro scopo come orientatori è garantire ai ragazzi una traiettoria di sviluppo coerente, non possiamo fare a meno di addentrarci in questo argomento, perché tutto quello che può apparire sulla carta, in un mondo Gifted si rivela esattamente al contrario e spesso sorprendentemente.
La dott.ssa J.L. Facchin ha definito questi ragazzi “bimbi zebra” proprio perché, come questi splendidi animali, sono uno diverso dall’altro. La livrea delle zebre, infatti, differisce per piccoli dettagli, come le impronte digitali. Tuttavia, esse si riconoscono anche a distanza.
I Gifted hanno infatti bisogno di ritrovarsi tra pari cognitivi ed emotivi, tra persone affini, poiché spesso la loro lucidità e la capacità di leggere gli altri e il contesto li fanno preferire la compagnia di bambini e ragazzi più grandi, se non addirittura degli adulti. Non riuscendo spesso a ritrovare una risonanza nei propri compagni, possono tendere a isolarsi e sembrare disinteressati al coinvolgimento, mentre semplicemente non condividono i valori del gruppo o non tendono a omologarsi per scomparire, come invece accade nei profili sotterranei.
Allo stesso tempo, la capacità di leadership e il pensiero divergente li può portare a essere considerati dei punti di riferimento e a trascinare sulla propria scia il gruppo degli amici e dei compagni.
I Gifted hanno spesso una visione del mondo profonda e un grande senso etico e di giustizia. Laddove possono esprimersi con armonia, sanno spendersi per il proprio gruppo. Sono quindi una grande opportunità per tutta la comunità.
La nuova sfida degli orientatori, quindi, è rappresentare per loro un significativo differenziale di sviluppo.
Registro Orientatori Asnor (L.4/2013)