Sabato 27 Luglio 2024

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  • 1/3/2024

La ricerca di sé attraverso la scrittura orientativa

Nei percorsi di orientamento, una delle attività principali si concentra sulla ricerca del proprio io. Qualcuno potrebbe pensare che questo sia un aspetto banale, superato. Sappiamo chi siamo, cosa vogliamo e dove vogliamo arrivare, altrimenti, perché saremmo qui? Tutto vero. Eppure, ci sono esperienze di vita che ci mettono a dura prova, ci disorientano e oscurano le nostre certezze; momenti di confusione che generano, come un vortice, altri turbamenti. Il nostro io si perde nella nebbia, e senza una luce è destinato a rimanere avvolto dalle ombre. A cura di Valeria Gatti, Orientatrice Asnor.

A cosa serve la scrittura orientativa e quali sono le sue tipologie

C’è un antico ma potente strumento che può aiutare la persona a rientrare in connessione con se stessa, a ricentrare i propri bisogni e i propri valori: la scrittura orientativa.

La scrittura orientativa si pone l’obiettivo di accompagnare la persona a guardare dentro sé per cogliere le sue particolarità, virtù, talenti, e per far emergere i valori che le esperienze di vita hanno contribuito a formare.

Vediamo ora una selezione di forme di scrittura tra le più note - e relative indicazioni pratiche - per creare un percorso di orientamento personalizzato, efficace e motivante.

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Forma diaristica

La forma diaristica o journaling è una delle forme più performanti di ricerca di sé.

Un diario permette di raccogliere emozioni, esperienze e pensieri in modo cronologico. Organizzare la stesura seguendo un ordine temporale ci aiuta a vedere in modo chiaro gli eventi, i pensieri e le emozioni.

In aggiunta, l’ordine crea metodo. Questo tipo di scrittura allena la memoria e ci permette di raccogliere i nostri ricordi: alleati preziosi da conservare e curare.

La forma diaristica è estremamente efficace nei percorsi di orientamento quando l’incontro con la scrittura diventa regolare. Non è necessario che l’annotazione avvenga giornalmente, ciò che è indispensabile, invece, è che l’azione di scrivere abbia le sembianze di un piacevole incontro, di un luogo sicuro in cui stare.

Sì a qualsiasi forma di scrittura: immagini, schemi, disegni. Sì anche all’utilizzo dei colori che favoriscono la suddivisione (o il raggruppamento) di fondamenti da non dimenticare.

Forma epistolare

La forma epistolare è un’antica forma di narrazione di sé efficace e coinvolgente. La scelta della persona alla quale decidiamo di affidare i nostri pensieri apre un ampio sguardo sul bisogno di trovare un aiutante– guida.

Scrivere una lettera ha un elemento in più, rispetto alla forma diaristica: si tratta della fiducia. Si evince facilmente il beneficio che confidare a qualcuno i nostri pensieri più intimi, senza che si venga sottoposti a giudizio, possa dare.

Non c’è alcun obbligo di consegna degli elaborati, ma lo sforzo di trovare la persona che custodirà i nostri pensieri è un esercizio fondamentale per ritrovare il proprio centro emotivo e per iniziare un solido percorso di crescita personale.

Scrittura visiva

Nella scrittura visiva l’esercizio si basa sulla ricostruzione emotiva e visiva di un’immagine. Rispetto ai precedenti, questo esercizio può sembrare più tecnico e in parte lo è. La scelta dell’immagine è fondamentale, per l’esito: possiamo proporre una fotografia che racconta uno o più momenti significativi, o un’esperienza di particolare valore, oppure possiamo optare per l’analisi di un’immagine neutrale e non privata.

Nei percorsi di orientamento, la fase di scelta spetta al consulente solo dopo un primo approccio e un’attenta analisi dei bisogni della persona. Nell’elaborazione del testo, il consiglio è di lavorare sulla doppia posizione: interna ed esterna. La prima è quella più intima, quella più vissuta: ci si immedesima nel contesto, tra i personaggi (qualora ce ne siano), si cercando profumi, suoni, colori e la ricerca di sé emerge lentamente ma in maniera solida, concreta.

La narrazione esterna, invece, prevede la stesura di un testo che ponga l’occhio in posizione frontale: questo esercizio riflette l’immagine e permette di vedere il contesto in modo distaccato ma reale.

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Flusso di coscienza

Il flusso di coscienza (o stream of consciousness) è una tecnica di scrittura cara a molti autori. Prevede una libera scrittura di pensieri, senza condizionamenti né ordini narrativi.

Proporre un esercizio di scrittura simile, in un percorso di orientamento, apporta un vantaggio soprattutto in situazioni in cui l’utente ha un evidente bisogno di liberare il proprio io, dove il disordine iniziale è un bagaglio prezioso e quando c’è necessità di sciogliere conflitti e tensioni.

Conclusioni

A seconda delle esigenze della persona, le quattro tipologie di scrittura orientativa possono essere proposte a scelta, oppure insieme, a rotazione. Ogni forma proposta può inoltre essere associata alle tradizionali e già in uso tecniche di orientamento, e si presta a essere ampliata e/o ripetuta con nuove indicazioni. Per esempio, nella scrittura visiva, è possibile scegliere altre immagini, fotografie e video, qualora il risultato dell’esercizio svolto richieda un’ulteriore approfondimento.

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In questo articolo si parla di

Valeria Gatti

Valeria Gatti

Orientatrice Asnor, Consulente di Carriera, Autrice.

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