Martedì 16 Luglio 2024

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  • 16/1/2024

L'orientamento tra responsabilità individuale e collettiva

Un cambiamento di prospettiva per l’orientamento: il suo obiettivo principale non può consistere solo nell’accompagnare la persona a pensare al proprio futuro in funzione di diverse carriere professionali, ma deve essere anche quello di aiutare la persona a strutturare il suo domani. A cura di Laura Fraccalanza, Orientatrice Asnor.

«Siete riusciti a riflettere e a prendere la vita nelle vostre mani? Avete fatto allora l’opera più grande di tutte. (…) Comporre la nostra maniera di vivere è nostro dovere, non realizzare libri, e vincere battaglie e provincie, ma ordine e tranquillità per la nostra condotta. Il nostro capolavoro più grande e glorioso è vivere comunque. Tutte le altre cose, regnare, accumulare, costruire, non sono che delle piccole appendici» M. de Montaigne in Les Essais en français moderne.

La Psicologia dell’orientamento professionale di Jean Guichard

Jean Guichard, professore emerito di psicologia presso il Conservatorio Nazionale di Arti e Mestieri di Parigi, che con Michel Huteau ha scritto il libro Psicologia dell'orientamento professionale”, considera la vocazione professionale centrata sulla responsabilità del soggetto di orientarsi da sé, rispondendo alle domande relative alla propria esistenza e alla propria autorealizzazione.

L’atteggiamento riflessivo nei confronti delle varie esperienze dovrebbe condurre l’individuo a trovare una risposta a ciò che vorrebbe fare nella vita, in un contesto contemporaneo che Guichard ha esplicitato nel seguente schema sinottico, in cui Guichard presenta i principali problemi sociali di orientamento del XXI secolo in riferimento ai vari contesti, mettendo in evidenza alcune nozioni corrispondenti ad ogni problema, presentando alla fine il problema di orientamento che sintetizza i tre precedenti, comprensivi delle relative domande e delle conseguenze a livello di applicazione.

Contesti contemporanei

Problemi sociali di orientamento relativi all’individuo/relativi ambiti di ricerca

Principali nozioni e concetti

- Globalizzazione

- Organizzazione senza barriere (boundaryless)

- Impieghi centrali

- Come investire al meglio le mie competenze per adattarmi e accrescerne il capitale?

- Quali sono i fattori e i processi implicati nello sviluppo, il reperimento e il trasferimento delle competenze (e il loro investimento)?

- Lavoro flessibile

- Carriera proteiforme

- Bilancio di competenze

- Valutazione delle acquisizioni dall’esperienza

- Globalizzazione

- Organizzazione senza barriere (boundaryless)

- Impieghi centrali

- Come fronteggiare le molteplici transizioni che segnano il corso della vita?

- Quali sono i fattori e i processi in gioco nelle transizioni psicosociali?

- Impiego flessibile

- Transizioni psicosociali

- Individuo incerto

- Scolarizzazione di massa

- Quale formazione scegliere, tenuto conto dei miei esiti scolastici e simili, nonché delle aspettative (personali e familiari) relative al mio futuro inserimento sociale e professionale?

- Quali sono i fattori e i processi di formazione dei progetti per l’avvenire dei giovani?

- Formazione (procedure, moduli, opzioni, ecc.)

- Logica dell’eccellenza

- Progetti per l’avvenire

- Globalizzazione

- Società postmoderne

- Come orientare bene la mia vita nella società in cui vivo?

- Quali sono i fattori e i processi della costruzione di sé?

- Life designing

- Costruzione di sé

- Uomini e donne plurali

È interessante osservare come, a partire da quanto espresso da Hannah Arendt nel suo libro “Vita Activa”, per Guichard le domande centrali cui dare una risposta di senso non siano solamente “che fare per assicurare la mia sopravvivenza? (sopravvivenza)”; “che fare per avere una buona vita? (realizzazione di sé)”, ma anche “che fare per contribuire a una vita collettiva equa e duratura? (intenzione etica)”: in altre parole, come orientare la mia vita attiva in modo tale che nel 2050 circa 10 miliardi di esseri umani possano godere di una vita realmente umana in un mondo in cui le risorse sono limitate?

L’obiettivo dell’orientamento nella sua dimensione etica

I problemi migratori e demografici, di giustizia sociale, ecologici, impongono un cambiamento di prospettiva anche per l’orientamento: il suo obiettivo principale non può consistere solo nell’accompagnare la persona a pensare al proprio futuro in funzione di diverse carriere professionali, ma deve essere anche quello di aiutare la persona a strutturare il suo domani tenendo conto dell’imperativo etico di garantire a tutti una vita attiva dignitosa.

Questa riflessione presuppone:

  1. che il soggetto prenda atto dei diversi obiettivi ONU dell’Agenda 2023;
  2. che selezioni quelli per i quali intende impegnarsi;
  3. che rifletta sulle attività di lavoro che possono contribuire al meglio alla realizzazione di questi target;
  4. che prenda coscienza delle capacità da sviluppare per impegnarsi in queste forme di attività di lavoro;
  5. che selezioni i modi migliori di procedere per sviluppare questi talenti.

Riflessioni importanti che, riguardando la dimensione etica dell’orientamento, la preoccupazione verso sé stessi e verso gli altri, ci riportano al “Principio di responsabilità” espresso da Hans Jonas (2009): «Orienta la tua vita attiva per contribuire al vivere bene, con e per gli altri, in istituzioni giuste, per assicurare la perennità di una vita autenticamente umana sulla terra».

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Dott.ssa Laura Fraccalanza

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