- 775
- 3 minuti
- 12/1/2024
Cronache orientanti parte 4: Maylin tra il desiderio e l'obbligo di scelta
La storia di Maylin ci ricorda l’importanza che l’orientamento è un processo che permette di acquisire consapevolezza nelle dinamiche culturali legate alla scelta e facilita l’emersione dei propri desideri. Ascoltare e dare voce è un obbligo etico dei professionisti dell’orientamento che in rete possono contagiare e qualificare la progettualità delle singole persone, insieme alle pratiche di intervento. A cura di Fausto Sana, Orientatore scolastico e professionale Asnor, Career Coach Under 35, Formatore e Consulente.
Incontro Maylin per la prima volta dalle parole di Anna, l’operatrice del reddito di inclusione che sta accompagnando il nucleo familiare. Le sue frasi di presentazione mi risultano dure: una famiglia di seconda generazione chiusa, autoreferenziale, culturalmente distante, restìa alla collaborazione e sempre titubante nel fidarsi.
Vengo contattato dai servizi sociali che si occupano di questa progettualità, perché la figlia maggiore, Maylin, ha compiuto i 19 anni. Il progetto prevede che il nucleo familiare permetta alla figlia di prendere decisioni in autonomia. Il contrappeso di questo è l’obbligo di farlo individuando un progetto di inclusione sociale, per non perdere il reddito come nucleo familiare. Maylin deve dimostrare una sua partecipazione al tessuto sociale con un progetto ad hoc.
L’incontro con Maylin e le prime difficoltà relazionali
Dopo il primo incontro di assessment con l’operatrice dedicata, procediamo a fissare un secondo appuntamento. La giovane Maylin, neo-maggiorenne, è di statura bassa e lineamenti sottili.
Lo sguardo è basso e le spalle incassate in un volto con occhi grandi e curiosi. Sembra stia portando tutto il peso del mondo e nel primo colloquio questo peso si tradurrà come peso culturale della propria famiglia a discapito della leggerezza dei suoi sogni e desideri, di strade divergenti e inesplorate, di bassa autonomia di scelta per auto-determinarsi.
Dopo una breve introduzione di Anna, informo Maylin dei servizi che come Orientatore offro nella progettualità dell’informa giovani e di cui può beneficiarne. Noto che Maylin fatica a guardarmi negli occhi e spesso le sue mani ruotano e hanno necessità di muoversi. Non si sente a suo agio, nonostante io percepisca un discreto grado di empatia tra l’operatrice e lei. Per alcuni secondi guardo in silenzio la giovane e mi permetto di farle due domande: Cosa ti piacerebbe fare? Che cosa vorresti imparare nella tua prossima esperienza?
Sono domande evocative. Vedo ora il volto di Maylin prendere vita e nel guardarmi noto la sicurezza di una ragazza che vede traiettorie che possono renderla libera di scegliere. Credo che queste semplici domande non le siano state rivolte spesso. Nel suo racconto sono presenti molte scintille.
I desideri di Maylin
Maylin risponde che vorrebbe, oltre al bar di famiglia, fare esperienze a contatto con le persone e imparare cose nuove; parla del desiderio di approfondire gli studi di Psicologia, scoperti durante il Covid grazie a video e letture.
È consapevole che ora la sua famiglia ha bisogno di lei al bar ma è disponibile a intraprendere dei progetti che possano aprirla agli altri, perché è consapevole che deve essere lei a scegliere il suo percorso, e l’esperienza del bar familiare non la vede nel suo futuro.
Stupìto guardo Anna mentre osserva Maylin. Informo entrambe che a breve, come politiche giovanili del comune, offriremo dei percorsi individuali o collettivi per accrescere le proprie competenze e chiedo se ciò può interessarla. La risposta è positiva.
Nel secondo incontro presento a Maylin le due progettualità definendo meglio i contorni delle attività e gli obiettivi. Chiedo a lei quale delle proposte le interessi maggiormente e quali consonanze riconosce per il proprio percorso.
Il progetto sociale di Maylin
Alla fine Maylin sceglie il progetto in team a carattere socio-ambientale. Con altri coetanei avrà il compito di occuparsi della valorizzazione di spazi pubblici del verde e la loro promozione come luoghi di aggregazione per la comunità.
L’esperienza dura tre settimane. Il manager del progetto è un'operatrice esperta di politiche giovanili a carattere aggregativo. Il progetto del reddito di inclusione aveva come condizionale quella di frequentare un progetto sociale e, a differenza delle attese dei servizi sociali, il progetto ha trovato elementi di discontinuità in merito al rapporto dei servizi ed il nucleo familiare.
Maylin dimostra serietà, interesse e motivazione gestendo anche altre progettualità contemporanee. Nessuna assenza e comunicazioni sempre puntuali.
Al termine del progetto fissiamo un incontro a quattro: Maylin, Anna, Sofia (referente del progetto che ha coinvolto diversi giovani) ed io come Orientatore. L’obiettivo dell’incontro è quello di verificare insieme la coerenza degli obiettivi iniziali e l’apprezzamento dei soggetti coinvolti.
Tutti gli interventi mi colpiscono, hanno la forza di restituire un lavoro di squadra che ha permesso di acquisire consapevolezza e forza. Domando a Maylin come questa esperienza le possa essere utile in futuro. Le chiedo anche quali sono le competenze e gli apprendimenti acquisiti nelle tre settimane.
Conclusioni
Ciò che risponde Maylin è che l’esperienza è stata stimolante, soprattutto nella relazione con i pari e nel ruolo che ha assunto prendendo parte e voce a proposte e azioni concrete di cambiamento. Il progetto le ha fatto capire che le interessa approfondire come funzionino le relazioni tra persone e come aiutarle per generare cambiamento.
La titubanza iniziale ha lasciato spazio all’incidenza del progetto e alla partecipazione di Maylin. Ricordo come ho incontrato Maylin e vederla ora mi conferma l’importanza dell’orientamento come processo all’interno di azioni e servizi che abilitano, nei diversi ruoli, a tessere legami, per valorizzare competenze e consapevolezze.
Grazie Maylin, perché ci hai invitato a cooperare per un bene che va oltre le funzioni: sostenere il tuo desiderio di esserci e vivere.