Martedì 16 Luglio 2024

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  • 19/12/2023

La mia prima esperienza in Asnor nel ruolo di docente, quattro insegnamenti

In questo articolo, Rovena Bronzi, Orientatrice Asnor, racconta la sua prima esperienza come docente per la formazione pratica di Asnor “Orientamento pratico: strumenti e metodologie per integrare conoscenza teorica ed esperienza pratica”.

Mercoledì 29 marzo 2023, si è conclusa la mia prima esperienza come docente nella co-conduzione (insieme ad un'altra Orientatrice Asnor, Elisa Severa) del laboratorio pratico inerente gli Strumenti di accompagnamento al lavoro, Ciclo di Webinar della rassegna “Orientamento pratico: strumenti e metodologie per integrare conoscenza teorica ed esperienza pratica”, che Asnor ha ideato per fornire ai suoi iscritti strumenti e competenze da utilizzare nella propria attività lavorativa.

Ho pensato di condividere con Asnor e tutti i suoi lettori questa esperienza, che suggerisco certamente a tutti gli Orientatori professionisti iscritti al Registro Orientatori Asnor (L.4/2013) che hanno desiderio di condividere con altri Orientatori il proprio sapere e saper fare, ma che vogliono anche allenare alcune importanti potenzialità.

La riassumo attraverso 4 insegnamenti che possono aiutare a capire il valore che mi porto a casa da questa esperienza: 

  1. gestione degli imprevisti;
  2. crescita e condivisione;
  3. relazioni;
  4. allenamento dell’audacia e altre potenzialità.

Gestione degli imprevisti

Questo è il primo insegnamento che ho tratto ripensando al primo dei 5 incontri.

Dopo essermi preparata per mesi, dopo aver pianificato e organizzato fino al minimo dettaglio, dopo aver fatto prove sulla piattaforma circa luci e sfondi, finalmente alle 18:30 del 1 marzo, si accendono le videocamere di Zoom. La mia video-cam in quel momento non stava funzionando come avrebbe dovuto. Spegnevo e riaccendevo più volte, ma il problema continuava a persistere.

Quello che si impara in queste situazioni, e che si deve accettare nostro malgrado, è che non può essere tutto sotto il nostro controllo, che ci potrà sempre essere un imprevisto, e potrà sempre succedere qualcosa che non si era calcolato, che magari non si può gestire perché esula dalle nostre competenze tecnico-specialistiche.

Un’esperienza di conduzione insegna quindi che bisogna:

  1. sapersi affidare al team, perché da soli non si può arrivare a tutto, senza vergogna o percezione di valere di meno (Asnor a livello di assistenza è stato eccezionale e anche Elisa è stata molto preziosa nel coinvolgimento dei partecipanti);
  2. prendere atto che, nonostante tutto, quel problema nel “qui e ora” può non essere risolvibile e quindi, seguendo la regola dei 90/10, il 10% di quello che accade non dipende da noi, ma il restante 90, sì, dipende da noi, da come reagiamo e agiamo in risposta a quel 10.

Siamo noi che scegliamo cosa fare, andare nel pallone, arrabbiarci, rovinarci e rovinare l’evento perché non doveva succedere, non era nei nostri piani oppure decidere di andare avanti lo stesso, magari anche sdrammatizzando un pochino e dando lo stesso il meglio di noi, nonostante una partenza non certo con il botto.

E così ho fatto, ho deciso di continuare la mia docenza come se niente fosse stato, mostrando le slide, raccontando le mie esperienze, condividendo le mie competenze, ascoltando le storie dei partecipanti e concentrandomi sullo scopo di quel laboratorio.

Oltretutto questi imprevisti aiutano a comprendere anche che spesso noi siamo molto più critici verso noi stessi  di quello che gli altri possono esserlo di noi.

Perché tutti sanno che un imprevisto può capitare, l'importante è non lasciarsi sopraffare e offrire comunque quello che i partecipanti si aspettano da noi. In primis impegno, serietà e professionalità. L'indomani ho poi fatto naturalmente il possibile per risolvere il problema e ci sono riuscita, se pur logicamente dovendo chiedere aiuto.

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Crescita e condivisione

Mai come in un corso di formazione, o meglio un laboratorio pratico, risulta attuale questa frase, che sento tanto vicino a me: "Condivido...ti aiuto...cresco anch'io".

Eh già, perché quando si è docenti all'interno di un evento come questo, si condividono le proprie conoscenze e competenze, ma anche i partecipanti condividono le loro e questo porta sempre a un confronto, una condivisione, una crescita reciproca.

A mio avviso è sempre disfunzionale pensare di sapere tutto e questo tipo di esperienze aiuta anche ad aprirsi verso l’altro e il suo sapere.

Relazioni

Un po’ a tutti può capitare di incorrere in delusioni che possono portare a non credere più nel potere delle relazioni a livello professionale.

Queste esperienze di gruppo insegnano che per fortuna è ancora possibile incontrare persone genuine, che condividono gli stessi valori e con cui fin da subito si riesce a creare una sorta di imprinting che chissà, magari, potrà portare a qualcosa di molto più bello e duraturo. Solo il tempo dirà se sarà cosi, intanto però qualcosa di bello lo si è già portato con noi.

Non dimentichiamoci, infine, che certamente molto dipende dall'altra persona, ma altrettanto anche da noi, se scegliamo per esempio di chiudere le porte o tenerle aperte alla conclusione del corso. E a chi aprirle o chiuderle.

Allenamento dell'audacia e di altre potenzialità

Eh sì, anche questo insegnamento è uno di quelli che io associo ad eventi in cui sono la docente e in cui sento di avere la responsabilità di condurre il corso di formazione, di condividere le mie esperienze e di permettere ad altre persone di imparare dai miei contenuti.

Se da un lato i corsi online sono un'opportunità magnifica di avvicinare chiunque, dall'altro certamente per chi li conduce non è facile parlare per ore, senza poter vedere i volti di chi sta ascoltando e senza quel contatto diretto che a volte può rappresentare anche un feedback molto importante, oltre che essere accogliente.

A volte si ha la sensazione di parlare da soli ma con la consapevolezza che, se si sbaglia, non si è soli, perché gli altri ci sono, ascoltano e vedono.

Quindi essere docente per Asnor permette anche di allenare un po' della propria audacia o altre skills come il public speaking, il problem solving o la gestione delle emozioni per esempio. E questo, non dimentichiamolo, rappresenta un ottimo argomento anche da aggiungere al CV, scrivere su Linkedin o portare a un colloquio.

In conclusione, ringrazio Asnor per questa opportunità datami. Grazie a tutto il team e a Elisa, per questa avventura congiunta.
Ma soprattutto un grazie a tutti i partecipanti.

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Dott.ssa Rovena Bronzi

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