Martedì 16 Luglio 2024

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  • 6/3/2024

Le Cinque C per orientare al lavoro

In un mondo digitale anche gli strumenti di ricerca divengono digitali. Offerte di lavoro, CV, lettere di presentazione, colloqui. La ricerca del lavoro è cambiata ed è cambiato il modo in cui si comunica con le aziende. Aprirsi al cambiamento modifica le stesse modalità in cui è possibile svolgere orientamento. Presentazione del Ciclo di Webinar "Cinque “C” per orientare al lavoro", a cura di Dario Madeddu, Orientatore Asnor.

Perché Cinque C

Il titolo del Ciclo di Webinar è nato per caso. Mentre svolgevo un percorso di orientamento di gruppo, nell’ultimo incontro ho riassunto l’intero percorso ai giovani che lo seguivano in cinque passaggi:

  • Competenze
  • Contesto
  • Combinare competenze e contesto
  • Comunicare con le aziende
  • Costruire gli strumenti per la ricerca

In fondo sono cinque C e racchiudono un percorso che dalla scoperta dei nostri talenti conduce - passo dopo passo - al colloquio di lavoro.

Nell’orientamento, apprendere come condurre una persona da un punto di partenza a una consapevolezza racchiude il fulcro del lavoro. Non è facile manipolare e gestire tutte le conoscenze che occorrono per riuscirci, lo si apprende con la pratica. Il Ciclo di Webinar che propongo punta a raggiungere questo obiettivo.

La prima C, le Competenze

Orientare al lavoro, infatti, significa prima di tutto svelare al soggetto in orientamento quali sono le sue competenze, i suoi punti di forza nel mondo del lavoro e i suoi talenti.

Basta un bilancio di competenze per far tutto ciò? Sì, ma deve essere un bilancio di competenze che ha come fine quello di arrivare al lavoro e deve concentrarsi sull’ottenere un bilancio che per l’orientatore e il soggetto in orientamento diventano uno zaino da esploratore, con tutti gli attrezzi necessari per iniziare a guardare il luogo da esplorare in maniera differente da quella che si è sempre utilizzata.

Intanto, l’orientatore deve essere sicuro di ciò che è davvero una competenza, di come la si acquisisce, di come la si mantiene viva e di come la si migliora. Poi bisogna sapere esattamente quali sono le competenze che occorrono al soggetto per il lavoro che lui vorrebbe ricercare o scoprire di poter fare. Ciò significa che il bilancio che svolgiamo deve riuscire a descrivere le competenze emerse con il lessico che occorrerà in seguito nella ricerca delle opportunità.

Partire dalle offerte di lavoro alle quali già puntava può fornirci degli indizi utili e può ridurre il tempo che dedichiamo al bilancio di competenze.

La seconda C, il Contesto

Una volta che lo zaino con tutte le competenze è pronto, si può partire ad esplorare il mondo. Quale mondo? È il soggetto in orientamento ad avere un’idea di contesto nel quale vorrebbe trovare lavoro. L’Orientatore deve diventare i suoi occhi, per formarlo e dotarlo degli strumenti con cui può comprendere se l’idea di lavoro da svolgere in quel contesto è realizzabile.

Esistono realmente opportunità di lavoro congrue alla sua idea? È meglio allargare il contesto? È una scoperta che Orientatore e soggetto in orientamento fanno insieme, studiando i dati e osservando il contesto come se non l’avessero mai visto prima.

C’è un’altra domanda da porsi: se il contesto non è adatto oggi, può esserlo domani? sPotrebbero essere in corso finanziamenti, progetti, nuove aperture. Serve l’occhio da detective e la mente da esploratore per non lasciare scoperta nessuna possibilità.

Ricordiamoci che orientare significa prima di tutto formarsi per formare. Non importa che il lavoro ricercato possa richiedere un contesto che noi non conosciamo. Con l’atteggiamento, le conoscenze e le modalità giuste potremo diventare come Salgari che scriveva i suoi romanzi d’avventura dal suo salotto, e non direttamente dai luoghi esotici che racconta.

La terza C, Combinare competenze e contesto

In un mondo ideale, dopo un corretto bilancio di competenze e un adeguato studio del contesto, le opportunità dovrebbero apparire quasi magicamente. In realtà, tutto ciò non avviene quasi mai. Viviamo un tempo di mismatching tra domanda e offerta di lavoro, dove a volte neppure le aziende sanno esattamente cosa ricercano o come comunicarlo esattamente.

Ciò comporta che, durante un percorso di orientamento, occorra essere preparati a tutto. Dobbiamo pensare di essere noi stessi a ricercare un lavoro in quel determinato contesto con le competenze, le attitudini e le aspirazioni del soggetto in orientamento. Solo così potremo presentare alla persona tutte le opportunità esistenti e aiutarla a comprendere se sia opportuno focalizzarsi solo su un settore e una particolare mansione o se, invece, sia necessario allargare il contesto o accrescere le competenze e i titoli che possiede. 

La quarta C, Comunicare con le aziende

Formare il soggetto in orientamento sul modo in cui comunicare con le aziende, significa prima di tutto fare una verifica sul progetto professionale che ha. Perché in effetti potrebbe essere congruo, potrebbero anche esserci un sacco di opportunità nel contesto in cui vorrebbe lavorare, ma se è un giovane che non ha mai lavorato, o se è una persona in transizione da un periodo di disoccupazione, e in ingresso in un nuovo settore, dobbiamo prepararlo a comprendere in quale contesto aziendale entrerà.

Avere nozioni in organizzazione aziendale aiuterà l’Orientatore a figurarsi esattamente se la mansione ricercata è corretta e lo aiuta a far comprendere al soggetto in orientamento cosa stia ricercando esattamente l’azienda che ha pubblicato una determinata offerta.

Ma non solo. Comunicare con le aziende significa saperle leggere, comprenderne valori, vision e mission e formare gli altri perché possano fare lo stesso. Da un sito web e da un annuncio si comprende molto di più di ciò che in realtà c’è scritto.

La quinta C, Costruire gli strumenti per ricercare lavoro

Se nel resto del Ciclo dei Webinar sarà già chiaro che il digitale è pervasivo, in quest’ultima sessione tutto sarà molto più chiaro. L’Orientatore deve possedere competenze digitali adeguate, per formare alla redazione del CV e della lettera di presentazione.

Se il soggetto in orientamento ci ha inviato o ci propone un CV con una foto tagliata male, con una formattazione errata, con un formato non leggibile, dobbiamo essere capaci di aiutarlo a superare questi scogli e ciò significa che dobbiamo apprendere come maneggiare con destrezza diversi strumenti informatici per poi formare gli altri.

Il CV non è l’ultimo passo: alla fine di un percorso di orientamento è sempre emozionante ricevere un messaggio che dice: “Grazie al CV che abbiamo preparato, mi hanno chiamato per il colloquio!”. È emozionante perché in realtà noi abbiamo fatto il viaggio insieme al soggetto in orientamento.

Cosa aspettarsi alla fine del Ciclo di Webinar

Al termine degli incontri, ogni partecipante avrà tutti gli strumenti che servono per seguire un percorso di orientamento al lavoro.

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Dott. Dario Madeddu

Dott. Dario Madeddu

Orientatore Asnor

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