Sabato 27 Luglio 2024

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  • 2/8/2022

Orientare le famiglie per sostenere i ragazzi nella scelta della scuola

La scelta della secondaria di secondo grado costituisce per ogni ragazzo il primo fondamentale appuntamento con una decisione importante per il proprio futuro e dovrebbe costituire anche il primo significativo momento di affermazione personale. A cura di Doriana Bertolotto, Orientatrice Asnor.

Il processo di scelta, tutt’altro che semplice, non solo richiede una consistente raccolta di informazioni e una non irrilevante abilità di decodifica, ma, oltre alla capacità di cogliere e valutare interessi, attitudini e capacità, anche la sensibilità di discriminare le influenze del micro e macro-sistema di appartenenza. 

Dubbi, insicurezze, ansie non coinvolgono solo il diretto interessato, ma anche i genitori, la famiglia, portatrice consapevole e inconsapevole di aspettative, idee stereotipate, valori e rappresentazioni.

Il ruolo della famiglia nella scelta dei figli

Nessuno può negare che nella scelta della scuola secondaria di secondo grado la famiglia giochi un ruolo determinante. Raramente i genitori delegano totalmente la scelta ai figli, più frequentemente, l’influenza, a volte l’ingerenza, è così significativa da condizionare del tutto la scelta stessa.

Il ruolo della famiglia inizia ben prima del momento di transizione: avviene attraverso le rappresentazioni del mondo del lavoro e del modo di intenderlo, attraverso le idee stereotipate sulle scuole, i pregiudizi sui percorsi scolastici, sulle concezioni del mondo, della società. Elementi che, inevitabilmente, agiscono sul modo di concepire l’investimento in cultura e formazione, di rappresentarsi il futuro e le strade considerate percorribili per viverlo. 

Il ventaglio stesso dei percorsi considerati ammissibili e concretamente poi presi in considerazione è, molto spesso, scelta dalla famiglia stessa. Le variabili che entrano in gioco sono il tipo di scuola (liceo sì/no, istituto professionale sì/no), le tradizioni di famiglia (tutti i membri sono stati liceali), l’ambiente socio-culturale  (liceo assolutamente no perché non si impara un mestiere), la lontananza (a volte condizionata da effettive difficoltà, ma più spesso, da timori derivanti dal superamento di un confine immaginario che delimiterebbe l’area di sicurezza del proprio figlio/a), gli stereotipi (al liceo delle scienze umane vanno solo le ragazze) o pregiudizi (al professionale non si studia niente). 

È inevitabile, pertanto, che l’area di scoperta e di azione del decisore si riduca a scapito di interessi, attitudini, concrete opportunità.

La famiglia è portatrice di aspettative, rimpianti e sogni infranti dei diversi membri, in primis i genitori, che ricadono inevitabilmente sui figli e sul loro modo di intendere e vivere il proprio futuro scolastico e professionale. 

A volte tali aspettative e rimpianti agiscono camuffate da dati e certezze che non permettono di prendere in considerazione gli intimi desideri e le curiosità del ragazzo e di valutare il giudizio orientativo dei docenti. Questi ultimi, infatti, colgono alcuni elementi che potrebbero condizionare la concreta tenuta dell’allievo in un determinato percorso scolastico di cui la famiglia spesso non ha coscienza. Un punto di vista differente sul ragazzo dovrebbe invece rappresentare una ricchezza e non un ostacolo.  Il dialogo, il confronto, lo scambio permetterebbe, infatti, di considerare una molteplicità di fattori significativi per il buon esito della decisione.

Spesso di fronte alla passività del figlio (spesso solo apparente) i genitori sviluppano la convinzione che il grado di maturità raggiunto non sia sufficiente a consentire una scelta consapevole e tendono a sostituirsi, basandosi su criteri di buon senso, su conoscenze frammentarie e sensazioni. 

In realtà, raramente il ragazzo non ha raccolto gli elementi necessari per poter scegliere: nella maggior parte dei casi, invece, ha bisogno di inserirli in una cornice di senso, libera dalle paure, dalle insicurezze e dai condizionamenti.

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L’orientamento rivolto alle famiglie per accompagnare la scelta

Partendo dalla consapevolezza che un percorso di orientamento mirato costituisce uno strumento determinante di prevenzione verso eventuali esperienze scolastiche insoddisfacenti e frustranti, da anni propongo incontri rivolti alle famiglie dei ragazzi dell’ultimo anno di scuola secondaria di primo grado in cui tutte queste osservazioni e considerazioni vengono condivise e messe in evidenza.

punti fondamentali che vengono trattati:

  • illustrare il sistema scolastico italiano: non tutti i genitori sono veramente consapevoli delle reali opportunità a disposizione dei propri figli, delle effettive differenze tra i percorsi (non è così infrequente la confusione tra istruzione e formazione professionale);
  • comprendere i meccanismi decisionali che connotano gli adolescenti per non sottovalutare i processi riflessivi dei figli anche se non espressamente condivisi;
  • aiutare nella comprensione ed elaborazione del giudizio orientativo elaborato dal corpo docente;
  • rendere consapevoli dei pregiudizi e degli stereotipi, e della loro influenza;
  • imparare a differenziare tra sé e i propri figli;
  • favorire la riflessione sull’importanza di supportare i ragazzi nella scelta senza sostituirsi ad essi.

Gli esiti di questi incontri sono sempre positivi e ricchi di spunti e riflessioni.

Permettere che un ragazzo scelga significa poi saper tollerare un certo margine di errore, ricordando che non esiste “La Scelta Giusta”. 

Troppe le variabili che entrano in gioco: qualsiasi percorso si scelga è sempre un’ipotesi sul futuro. Nessuno, infatti, può prevedere come evolverà l’esperienza, se e quanto in sintonia con la maturazione e lo sviluppo del ragazzo, le vicende della sua vita, le sue trasformazioni. 

Tollerare l’errore significa liberare da ansie, dubbi e paure figli e genitori e abbassare il carico emotivo che accompagna questo momento così importante. Il ragazzo dev’essere sempre il protagonista della scelta, ma occorre che gli sia garantita tale possibilità. Solo con la corretta formazione e preparazione di tutti gli attori coinvolti ciò può concretamente diventare realtà. 

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Dott.ssa Doriana Bertolotto

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