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- 6/4/2023
Il bilancio di competenze, uno strumento per cambiare lavoro a qualsiasi età
Il bilancio di competenze per un professionista che abbia alle spalle già qualche anno di lavoro è un momento prezioso per valorizzare al massimo ogni traguardo raggiunto e rivalutare tutto il bagaglio utile a essere riconosciuti da futuri datori di lavoro. Approfondimento a cura di Paola Castaldelli, Orientatrice Asnor.
Può capitare a chiunque, soprattutto di questi tempi, di trovarsi improvvisamente senza lavoro o di rendersi conto di svolgere ormai mansioni che stanno strette, che non amiamo più o che non ci offrono più stimoli di crescita.
Tutto diventa complicato se la circostanza descritta si verifica in un momento del percorso professionale che si può definire “Senior”, ovvero oltre i 40 anni anagrafici e/o oltre i 15 di esperienza lavorativa.
Sembra molto complicato, perché siamo bombardati da messaggi che ci dicono come il mondo del lavoro sia dei giovani, che le aziende non sono disposte a pagare stipendi alti per riconoscere le professionalità consolidate.
Tutto questo è molto vero, ma è altrettanto vero che molte persone che si trovano in questa situazione possono trasformare questo momento di preoccupazione e incertezza in un trampolino di lancio per nuove opportunità - e ne ho incontrate tante durante il mio lavoro di Consulente di Outplacement, e oggi di Consulente di Bilancio di Competenze.
Ce lo insegnano gli antichi greci, che intendevano con la parola crisi (crisis) proprio un’opportunità, ovvero un’occasione di rinascita.
Occorre certamente la volontà di uscire da una zona di comfort consolidata e una capacità di resilienza non indifferente, oltre a uno strumento che accompagni il passaggio a nuove professioni che sia strutturato e mirato agli obiettivi.
Cos’è il bilancio di competenze
Il bilancio di competenze arriva da due tradizioni differenti. Si parla di bilancio di competenze secondo il modello statunitense e secondo il modello francese; entrambi hanno un aspetto in comune, tappe che consentono a coloro che desiderano (o sono costretti a) mettersi in gioco di guardarsi allo specchio per fare proprio un bilancio, come quello che presentano le aziende.
Mi chiedo cosa ho già di positivo in termini di competenze e conoscenze (valore +) e cosa mi manca per pareggiare i conti in ottica di raggiungimento di un obiettivo sfidante ma molto concreto: cosa mi piace e cosa so fare, cosa desidero svolgere per trovare gratificazione in ambito lavorativo.
Un percorso di bilancio di competenze può essere anche lungo e articolato. Parte da una descrizione di sé, dagli aggettivi che ci rispecchiano, fino a toccare il sistema valoriale, per approdare al progetto professionale che è la sintesi che racchiude non solo le specifiche della vetta della montagna che vogliamo raggiungere, ma anche i sentieri che possiamo tracciare.
L’importante è che il consulente scelga accuratamente gli esercizi e i contenuti più adatti alla persona che si sta mettendo in gioco, affinché il bilancio si riveli un’occasione per riscoprire potenzialità che un profilo Senior spesso si trova ad aver dimenticato o addirittura trascurato.
Il bilancio di competenze per un profilo professionale Senior
Il bilancio di competenze per un professionista che abbia alle spalle qualche anno di lavoro è un momento prezioso per valorizzare al massimo ogni mansione e ogni traguardo raggiunto.
Ed è stupendo - dal punto di vista del consulente - accorgersi come un utente si renda conto di quanta conoscenza ha acquisito, quanti risultati ha raggiunto, quanto ancora ha da offrire a un mercato del lavoro che spesso - così ci dicono - non offre R.A.L. interessanti.
Il bilancio di competenze serve anche a ribaltare questa prospettiva.
Serve, cioè, ad affrontare il mercato del lavoro e i selezionatori non come delle inesorabili spade di Damocle pronte a troncare i desideri di realizzazione e magari lo stesso stipendio, ma a rivalutare e valorizzare tutto il bagaglio utile ad essere riconosciuti da futuri datori di lavori che, a fronte di determinati plus, possano essere disposti a prendere in considerazione condizioni più favorevoli.
Da selezionatrice del personale, sia all’interno di Agenzie per il Lavoro che di Società di Ricerca e Selezione che di Aziende, posso dire con certezza che un datore di lavoro può essere disposto a proporre un’offerta anche molto più allettante di quella paventata in un iniziale annuncio di lavoro.
Il bilancio di competenze parte dalla consapevolezza piena del proprio potenziale e del valore aggiunto che ogni singola persona può esprimere; serve a rendersi conto se occorre lavorare e migliorare qualche aspetto della propria professionalità per raggiungere un obiettivo preciso che dia soddisfazione; serve nell’efficace proposta di sé stessi a interlocutori che non ci conoscono ma che possono capire a fondo perché dovrebbero sceglierci.
Uno è infatti il grande requisito in comune a tutti coloro che si sono apprestati ad affrontare un percorso come quello descritto, che sia un Direttore di Stabilimento che ha ritrovato proprio lo stesso ruolo senza scendere a compromessi o che sia un’Addetta alla Contabilità che ha scelto di ridimensionare la propria disponibilità oraria trovando il part time vicino a casa: crederci.
Credere di avere qualcosa da dire, credere di poter sostenere un colloquio che approfondisce ogni singolo aspetto del curriculum e delle competenze, credere che l’età non sia un ostacolo ma uno scrigno ricolmo di pietre preziose.
Concludo con una citazione di Roberto Assaggioli, padre della Psicosintesi, una disciplina che ci insegna come la volontà sia il trampolino iniziale e fondamentale per attingere alle nostre più piene e autentiche risorse:
“Attaccarsi disperatamente alla vecchia identità in declino non serve a niente. La soluzione vera può essere solo una rinascita, entrare cioè in una identificazione nuova e più ampia”.